Altro che maledizione: se perdi da chi è più scarso… - Calcio News 24
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2014

Altro che maledizione: se perdi da chi è più scarso…

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Se un anno fa perdere dal Chelsea ci stava, oggi no: il Benfica cade anche col Siviglia. Uomini mercato da entrambe le parti

EUROPA LEAGUE SIVIGLIA BENFICA FINALE – Lo zero a zero più assurdo di cui si abbia ricordo va in scena allo Juventus Stadium, lì dove un’italiana sarebbe stato elemento gradito: ma questa è tutta un’altra storia, c’è un folle zero a zero da raccontare oltre alla leggenda di una maledizione che quasi fa comodo. Perché altro che maledizione, qui si tratta di essere polli…

RETI INVIOLATE, VIENE QUASI DA RIDERE – Chi non ha visto la partita ma si è informato con il solo risultato finale potrebbe pensare ad una sfida triste e monotona, priva di reali sussulti e trascinata faticosamente verso la lotteria dei calci di rigore. Tutt’altro. Quantità industriale di azioni da gol create da una parte e dall’altra – a dire il vero con leggero predominio lusitano – e sprecate con un fare praticamente scientifico: nessun problema ad arrivare negli ultimi metri, da lì in poi ha regnato il caos con imprecisione nelle conclusioni, rimpalli, fatalità. Una mancata freddezza che non si era vista prima nel cammino delle due squadre ma che, soprattutto nel caso del Benfica già finalista un anno fa, sa tanto di braccino. Di paura.

ETERNA INCOMPIUTA – Massima ammirazione e riverenza per una squadra che in quattro anni vende rispettivamente David Luiz (30 mln), Ramires (22), Di Maria (33), Fabio Coentrao (30), Witsel (40), Javi Garcia (20) e Matic (25) trovando le contromisure adatte per restare e confermarsi ad altissimi livelli. Segnale forte di una società che sa lavorare generando utili di bilancio impressionanti senza però perdere la visione futura di una squadra assolutamente competitiva. La finale persa ieri in quel di Torino segna però un enorme punto a svantaggio del Benfica: il deficit di personalità nel momento chiave.

ALTRO CHE MALEDIZIONE – I lusitani sono strutturalmente più forti – non di poco – rispetto al Siviglia ma hanno tenuto in vita gli spagnoli fino al 120’ inoltrato, rischiando anche di perderla sul campo per poi inchinarsi (ma a quel punto era storia scritta) alla lotteria dei rigori. La maledizione di Bela Guttmann – si sono affrettati a ricordare tutti – storico allenatore del Benfica di Eusebio che nel 1962, sbattendo la porta del presidente che gli aveva appena negato un adeguamento di contratto, recitò tale profezia: “Non vincerete una coppa da qui a cento anni”. Coraggio Benfica, ne mancano soltanto 48 di anni. E finora hai messo in fila otto finali perse. Ma più che maledizione sembra tremarella…  

UOMINI MERCATO – Non mancano, da una parte e dall’altra. Partiamo proprio dagli sconfitti, dove si sono ancora una volta messi in luce – più degli altri – due profili: Ezequiel Garay e Nico Gaitan. Il primo è statuario, difensore centrale tra i migliori al mondo di una completezza straripante e che può fare la fortuna di ogni squadra, il secondo è un centrocampista moderno che ha piede e tempi di inserimento per incidere negli ultimi metri ma anche corsa per sostenere la fase di interdizione. Il terzo nome caldo in forza ai lusitani – Eduardo Salvio – ha saltato la finalissima per squalifica. Fronte Siviglia, ecco i vincitori: due certezze e due scommesse. Le prime sono legate ai nomi di Alberto Moreno ed Ivan Rakitic: rispettivamente un terzino sinistro esplosivo classe 1992, già in pianta stabile nella nazionale maggiore, con un futuro radioso davanti a sé ed un centrocampista di enorme talento e qualità che ha finalmente trovato la sua dimensione – umana e professionale – in quel di Siviglia. Le scommesse sono Stèphane Mbia e Carlos Bacca: entrambi classe ’86 e dunque non più di primissimo pelo, sono opzioni di tutto rispetto per chi è alla ricerca di un mediano di fisico e ripartenza o nel caso del colombiano di un centravanti che sa anche reggere reparto da sé. Intanto vincitori dell’Europa League: qualcosa di buono avranno pur fatto.