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Si chiude l’incredibile anno solare di Rafa Benitez: roba da bestseller

Esattamente un anno fa, a voler essere puntuali 360 giorni da oggi, Rafa Benitez si giocava l’accesso alla Champions League con il Napoli: era la nottata dell’incubo partenopeo, con la finale di Europa League appena regalata al ben capitato Dnipro ed il rigore calciato alle stelle da Gonzalo Higuain nello spareggio internazionale con la Lazio.

ALTRO CHE MERITO – L’epilogo fu sportivamente drammatico: partenopei addirittura quinti in classifica e dunque fuori dall’Europa dei grandi, a cui invece accedeva – senza alcun merito – l’allenatore spagnolo. Oltre al danno la beffa, come si suol dire in questi casi. Rafa Benitez che invece aveva rilevato un Napoli al secondo posto della classifica di Serie A, lasciandolo al quinto e con una progettualità enormemente condizionata dagli scarsi risultati dell’ultima stagione. Il club campano ripiegò su Sarri, optando per una scelta di per sé rischiosa: andò di lusso – servendosi di un eufemismo – a Benitez, chiamato niente di meno che da Florentino Perez al timone del Real Madrid.

DISASTROSO – Con l’unico obiettivo di ricondurre al successo una squadra che nell’ultima stagione non aveva vinto alcunché: via Ancelotti – sì, proprio lui, quel signore che un anno prima aveva timbrato l’agognata Decima della casa Reale – e dentro Rafa Benitez. Il tempo di un girone per ricondurre il tutto sotto l’alveo del merito: l’allenatore iberico sollevato dal suo incarico per risultati non soddisfacenti e contrasti continui con i calciatori più rappresentativi, accusato – neanche troppo velatamente – di non riuscire a stabilire un feeling o comunque qualcosa di funzionante con le (tante) stelle a disposizione. Scelta frettolosa ed errata? Lo racconta l’attualità: il neofita Zidane ha centrato l’accesso alla finale di Champions League e spaventato il Barcellona in Liga fino all’ultimo istante, vincendo peraltro in inferiorità numerica e con tanto di rere regolare annullata proprio al Camp Nou.

CHE CONFUSIONE… FINO AL NEWCASTLE – Rafa Benitez motivò di fatto l’addio al Napoli con la volontà di riavvicinarsi alla sua famiglia, residente come noto in Inghilterra, in quel di Liverpool. Madrid in tal senso non si configurava di certo come la soluzione ideale, ma come dire no al Real? Impensabile. Occasione da cogliere fino… all’esonero. Circostanza che gli ha aperto le porta ad un più credibile ricongiungimento familiare: la chance Newcastle, questa volta chiamato dalla società inglese nelle vesti di salvatore della patria, deputato ad evitare la retrocessione dello storico club britannico. Ma così come lo spacciato Parma di Donadoni, un anno prima, gli era clamorosamente costato l’accesso in Champions alla guida del Napoli, così ora il fanalino di coda Aston Villa (17 punti complessivi!) ha rappresentato la fatale buccia di banana. Insomma un anno solare terrificante: dalla lotta Champions alla gloria della panchina più titolata al mondo fino alla retrocessione in serie cadetta inglese. La nostra B, b di Benitez. Con tanto di prolungamento del contratto: alla base della scelta, parole di Benitez, il progetto Newcastle e la solita vicinanza alla famiglia. Che confusione, Rafa. Ma nella vita con il merito, prima o poi e salvo rare eccezioni, ci si fa i conti. E la resa può essere spietata.