Bisoli: «Inter? Ingigantirò i loro difetti» - Calcio News 24
Connettiti con noi

2014

Bisoli: «Inter? Ingigantirò i loro difetti»

Pubblicato

su

E sulla corsa salvezza: «Spero di restare in A»

CESENA BISOLI – Avendo suonato il clarinetto fino a 14 anni, frequentato il Conservatorio e sfilato con la banda di Porretta Terme, Pierpaolo Bisoli è un intenditore di musica. Capita allora che l’allenatore del Cesena si conceda a Villa Silvia un viaggio tra calcio e musica prima di allenare la sua squadra: «La musica è sempre stata nelle mie corde, poi ho cominciato a uscire con gli amici e ho smesso di suonare, ma appena posso andiamo a “far baracca”, organizziamo una serata e canto. Spesso andiamo a Cesenatico, da Ivan», ha raccontato Bisoli ai microfoni de La Gazzetta Sportiva, a cui ha rivelato che il suo cavallo di battaglia è “Io vagabondo” dei Nomadi e due canzoni per sua moglie, cioè “Canzone per lei” e “Più bella cosa”, entrambe di Eros Ramazzotti.

LA PLAYLIST – Da Ramazzotti attinge anche una canzone da dedicare al padre, cioè “Ciao pà”, perché ha perso il padre quando aveva 8 anni: «Una mancanza indescrivibile, a volte penso quanto sarebbe stato orgoglioso del mio percorso». Quando è teso, invece, Bisoli ascolta “Don’t let me be misunderstood” dei Santa Esmeralda, che seguiva da ragazzo, mentre prima di scendere in campo si carica con la colonna sonora di Rocky, cioè “Gonna fly now”. “The sound of silence” di Simon and Garfunkel, invece, lo ha accompagnato spesso da Porretta ad Alessandria, mentre a Montese, quando giocava in Serie C, ha incontrato Vasco Rossi. Lui, però, si identifica in un brano di Ligabue, cioè “Una vita da mediano”.

LA CARRIERA – Bisoli, però, non ama definirsi un tipo romantico: «Più che altro sono spontaneo, diretto, sincero. Provo sempre emozioni. Sono poco diplomatico e questo nel calcio penalizza. Avevo dato maggiore importanza a un giovane che consideravo più in forma rispetto a un calciatore affermato. Scelte che ho pagato, forse la mia carriera sarebbe stata diversa, ma sono un testone e rifarei tutto». Niente “pappa pronta” per Bisoli, dunque: «Dai 17 ai 25 anni avevo giocato soltanto in Serie C, la A me l’ero proprio guadagnata. Avevo detto ai miei amici: “Quando smetterò con la A tornerò a giocare con voi in Promozione”. Poi il presidente mi chiese di fare l’allenatore-giocatore e 10 anni fa sono ripartito dalla panchina. Tutto con le mie forze, senza un procuratore, senza uno sponsor, con molto lavoro. Oggi sfidare l’Inter è un sogno».

CACCIA ALL’IMPRESA – Inevitabile, dunque, il riferimento al suo Cesena e alla sfida contro l’Inter, di cui teme Icardi, Palacio e Kovacic: «Un gruppo eccezionale, speriamo di rimanere in serie A. Mi sento parte di questa terra. Vorrei ripetere la stessa prova vista contro il Milan, finita in parità. L’Inter è una squadra da prime posizioni, Mazzarri ha fatto sempre bene in carriera e saprà isolare la squadra dai problemi societari. Userò la tattica dei più deboli: ingigantire i loro difetti».