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Donadoni: «Lo staff conta, non sono mica Ferguson»

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Il tecnico racconta il proprio approccio al lavoro

Il Bologna si prepara ad affrontare l’Udinese in campionato, dopo il pareggio ottenuto in casa contro la Fiorentina, e Roberto Donadoni ai microfoni di Tuttosport si sofferma su aspetti fondamentali relativi alla preparazione della squadra ed al ruolo centrale dello staff: «A livello gestionale non mi definirei un Ferguson, semplicemente dodici occhi vedono meglio di due. Passiamo molto tempo insieme, io e miei collaboratori: lo scambio di idee è continuo».

UN’IMPRONTA ALLA SQUADRA – Donadoni si è soffermato anche sulla volontà di creare un’identità di squadra e non di adattarsi troppo agli avversari: «Il mio calcio? Dipende molto dal materiale umano che mi trovo a disposizione. Mi piace dare un’impronta, alla mia squadra. E soprattutto preferisco ragionare sui miei giocatori piuttosto che sull’avversario». Queste invece le parole sui moduli più utilizzati: «Devi essere bravo a trasmettere un bagaglio di nozioni differenti. Questo dà la possibilità ai giocatori di essere meno specialisti e più duttili. Un vantaggio non da poco. Come idea di gioco propendo più per il 4-3-3. Ma quello che conta è sempre l’interpretazione».