Buffon: «Conte ct? Farà bene. E pure la Juventus» - Calcio News 24
Connettiti con noi

2014

Buffon: «Conte ct? Farà bene. E pure la Juventus»

Pubblicato

su

Il portiere sul suo futuro: «Il sesto Mondiale sarebbe incredibile»

ITALIA JUVENTUS BUFFON – Arrivato a Singapore con la Juventus per l’ultima parte della tournée asiatica, Gianluigi Buffon ha ricevuto la notizia della nomina di Antonio Conte a commissario tecnico dell’Italia. Fiducioso il capitano azzurro circa le possibilità che il suo ex tecnico bianconero faccia bene anche sulla panchina della Nazionale: «Farà molto bene a tutto il movimento calcistico e ai singoli giocatori della nazionale. E’ un integralista nato, ma ha pure l’intelligenza e la sensibilità per capire e potersi adattare a situazioni che non sono quelle di un club. E che magari non sono esattamente l’ideale per lui. Come ogni allenatore vincente e di carattere, è normale che da parte delle tifoserie avversarie possa esserci un po’ di acredine. Ma resta il fatto che il 95 per cento dei tifosi in Italia vorrebbe avere lui come allenatore della propria squadra. Quindi da ct avrebbe il 95 per cento di italiani dalla sua parte», ha dichiarato Buffon, come riportato da Tuttosport.

CAOS ELEZIONI – Ma Buffon ha commentato anche le elezioni federali e quindi l’insediamento di Carlo Tavecchio in FIGC: «Clima e modalità triviali, pittoresche e deliranti, con cui si è arrivati al voto. Mentre per quel che riguarda il nuovo presidente, non ho nulla da dire di sgradevole: lo conosco. E poi penso che se ha 71 anni, ha dalla parte sua grande esperienza. Ora bisogna trovare coesione, unità d’intenti. Per uscire da questa situazione imbarazzante».

CAMBIO IN PANCHINA – L’attenzione si sposta poi sull’arrivo di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus: per Buffon potrebbe essere positivo il cambiamento, del resto la fame di vittorie della Juventus è a detta sua immutata. Consapevole che il campionato dell’anno scorso è irripetibile, Buffon ha espresso la voglia della squadra di stupire ancora: «Le difficoltà aumenteranno. Però il valore della Juve non cambia. La nostra squadra è da primi 2 posti in classifica, in Italia. E da prime 8 in Europa. Anche se questa squadra è la creatura di Conte, credo che Allegri sia stato preso per le sue qualità e la sua esperienza. Esperienza significa sapere come gestire una squadra del genere. Allegri porta avanti idee molto innovative. E molto belle. E il fatto di poter dimostrare di sapere vincere… e di esser diventati grandi a prescindere da chi ci sia in panchina… è un bello stimolo».

LA PRESUNZIONE – Buffon, che vuole arrivare almeno ai quarti di Champions League nella prossima stagione, è partito poi all’attacco di chi, quando la Juventus è scesa in Europa League, ha voluto far passare il messaggio che si trattasse di una “coppetta”: «Era svilente, diseducativo. Noi italiani siamo presuntuosi, questo atteggiamento ne era un’ulteriore prova. Ci meritiamo certe volte di fare delle figure del… cavolo».

LA “STRANA” COPPIA – E la sintonia tra Andrea Pirlo e mister Allegri non sorprende il portiere della Juventus, che ha confermato le sensazioni trapelate durante il ritiro pre-campionato: «Si confrontano sempre in grande armonia. E’ vero, spesso scherzano. Sono due persone molto intelligenti. Che magari in un certo momento delle carriere hanno avuto idee diverse. Delle divergenze. E ci può stare. Ma poi si va avanti. Si capiscono le situazioni. Nessuno problema, insomma».

IL FUTURO – Buffon, che ha accolto con piacere l’arrivo in Italia di Diego Lopez e che ha evidenziato le qualità di Arturo Vidal, ha parlato anche del suo futuro, quello con la Juventus, ma anche quello con la Nazionale: «Rinnovo? Non ci saranno problemi. Sarà bello proseguire, andare avanti insieme, se veramente anche la società sarà d’accordo. Dirigente in futuro? Noi giocatori abbiamo spesso la presunzione di pensare che se sei stato un grande su un campo da calcio, devi per forza occupare una posizione di alto livello in un club o in organo calcistico, una volta chiusa la carriera agonistica. La prima cosa che farò non appena smesso di giocare sarà dedicarmi a me stesso. Cioè poter approfondire gli studi: per la mia formazione e per il lavoro futuro. Nazionale? Se dovessi arrivare a 40 anni e fare il sesto Mondiale sarebbe davvero una cosa incredibile. Meglio non pensarci, anche perché questi quattro anni saranno molto duri».