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Lazio, perché Borini sì

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Sullo sfondo anche Pellé, Immobile e Pavoletti, ma il loro costo è alto

La Lazio del futuro è una bella incognita, a partire dalla panchina. L’unica sicurezza è che si dovrà fare mercato, volenti o nolenti, anche in attacco: Miroslav Klose è prossimo al ritiro, Alessandro Matri, in prestito dal Milan, potrebbe non rimanere e qualcun altro potrebbe essere ceduto. Chi arriverà? Tanti i nomi sul piatto, ma uno su tutti: Fabio Borini, attaccante italiano in forza al Sunderland ed ex Roma. Nella Capitale Borini si era trovato molto bene e l’ipotesi di un suo addio alla Premier League è tutt’altro che remota, anzi… Qualora il Sunderland dovesse retrocedere, sarebbe pressoché sicura. Borini ha un costo tutto sommato basso (inferiore ai 10 milioni di euro), resterebbe il nodo dell’ingaggio, ma su quello si potrebbe trovare un accordo. Non solo: l’entourage di Borini è lo stesso del giovane Danilo Cataldi, motivo in più per ritenere che la vicinanza all’ambiente biancoceleste non possa che portare Borini verso la sponda laziale, dimenticando magari i trascorsi giallorossi.

PAVOLETTI, IMMOBILE E PELLÈ – Quella Borini è la pista più praticabile tra le tante, perché in verità il direttore sportivo della Lazio Igli Tare ha già sondato il terreno per altri attaccanti di livello: Leonardo Pavoletti del Genoa piace molto, mentre Ciro Immobile, in prestito al Torino dal Borussia Dortmund, deve prima risolvere le grane legate al suo precedente club, il Siviglia, ma in ogni caso non verrebbe riscattato dai granata. Piace molto anche Graziano Pellé, bomber italiano del Southampton. In tutti questi casi però il costo dei cartellini sfora i 15 milioni di euro, cifra ritenuta al momento almeno (al netto delle cessioni) decisamente fuori budget dalla Lazio, come riporta Il Messaggero. Resta dunque Borini la pista più praticabile, affiancato magari da un prestito come quelli di Domenico Berardi (via Juventus) o Manolo Gabbiadini (via Napoli), ma sono discorsi che verranno poi affrontati in un secondo momento.