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Cerci, nuovo inizio a Verona: «Voglio ritrovarmi, ora sto bene»

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Alessio Cerci e il ritorno in Serie A con l’Hellas Verona: «Voglio la salvezza e una nuova possibilità in azzurro. Con Cassano e Pazzini…»

«La prima sfida è ritrovare me stesso». Un sorriso appena accennato addolcisce il volto di Alessio Cerci. I fotografi lo hanno immortalato con la maglia n. 10 dell’Hellas Verona, che accarezza con gioia. L’incubo è finito. Dopo due anni torna a fare il calciatore. «Ho scelto Verona perché è una piazza calda. Perché l’allenatore Pecchia ha dimostrato nei miei confronti grande attenzione. Ho bisogno di ritrovare il vero Cerci. Ho bisogno di disputare un campionato da protagonista». È fantacalcistico un tridente Cerci-Pazzini-Cassano? «Tutto è possibile. L’importante è avere voglia di mettersi in discussione. Poi deciderà il tecnico. Io sono disposto a tutto. Dovremo dimostrare che siamo buoni acquisti. Dovremo farci trovare pronti per il debutto in campionato e per l’esordio in Coppa Italia». Le sue condizioni fisiche? «Qualche acciacco c’è. Ma dopo due anni quasi da spettatore è bello sentire dolori alle gambe per il lavoro in campo».

SCOMMESSA HELLAS – Quando si parla di Cerci e dell’Hellas, si usa spesso il termine “scommessa”: «La parola scommessa è una forzatura. Non ho iniziato ieri a giocare. Certo, vengo da un lungo stop, anche a causa di infortuni. Ma ora sto bene. Mi rimetto in gioco. Nella mia carriera ho dimostrato qualcosa. Ma se vogliono etichettarmi come una scommessa per me non è un problema. Mi interessa solo ritornare il Cerci del Torino». Cerci ha qualche sassolino nella scarpa da togliersi, come conferma a “La Gazzetta dello Sport”: «C’è stato molto accanimento nei miei confronti. Chi mi conosce bene sa tutto. I sassolini spero di togliermeli a fine stagione. In questo momento le parole le porta via il vento». È vero che ha rinunciato a tanti soldi per legarsi al Verona? «Sì, a parecchi. Ma cerco rivincite. Per me stesso».

SPAGNA ED ERRORI – Cosa non ha funzionato nell’Atletico? «La storia è partita male. Sono arrivato a Madrid il 1° settembre senza preparazione perché nel Toro ero finito fuori rosa. Ne ho passate tante ma non voglio alimentare polemiche. Di sicuro se potessi tornare indietro non andrei all’Atletico, una scelta che mi è costata cara. Ho perso tanto a livello umano. Tanti tifosi del Torino, che mi amavano ci sono rimasti male per la mia scelta di andare in Spagna. Io volevo giocare la Champions. Volevo fare un salto di qualità calcistico. Invece…». I suoi obiettivi? «Riconquistare ciò che ho perso in questi anni. E poi voglio giocare: è un anno e mezzo che non faccio una partita vera. Per fortuna la sofferenza sportiva è stata addolcita dalla nascita del mio piccolo. Ha sei mesi». C’è un errore che riconosce di aver commesso? «Errori ne ho fatti. Naturalmente. Ma non sto a pensare al passato. Nessuno mi ha regalato niente. Ora devo ritrovare la fiducia, la mia spensieratezza». Ha ancora il tempo per prendersi delle rivincite. «Non sono vecchio. Ho tanto entusiasmo e ho la voglia di dimostrare, prima di tutto a me stesso, che giocatore sono».