Champions League, le avversarie: Barcellona - Calcio News 24
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2015

Champions League, le avversarie: Barcellona

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Gruppo E per la Roma: tutto ciò che c’è da sapere sui blaugrana

In fin dei conti poteva andare peggio. La Roma di Rudi Garcia, al secondo anno consecutivo in Champions League, può quantomeno sorridere maggiormente rispetto alla Juventus per l’esito del sorteggio di Montecarlo. Il Gruppo E della Champions League 2015-2016, infatti, ha inserito i giallorossi insieme a Barcellona, Bayer Leverkusen e Bate Borisov. Tutto sommato, dunque, un sorteggio temibile ma anche percorribile, se andiamo a considerare come i capitolini fossero in terza fascia e avrebbero rischiato – per forza di cose – un girone molto più tosto di quello attuale. E, se riusciranno a debellare del tutto la sindrome-Bayern, potrebbero avere sicuramente chance di passare il turno e arrivare agli ottavi di finale. Per farlo, tuttavia, serviranno punti importanti contro il Barcellona di Luis Enrique che ha sfiorato il sextete dopo la sconfitta in Supercoppa di Spagna contro l’Atlhletic Bilbao e reduce dalla vittoria in Champions League contro la Juventus e in Supercoppa Europea con il Siviglia (altra avversaria dei bianconeri) con un gruppo confermato e rinfrancato dagli arrivi di Aleix Vidal e Arda Turan

IL MIGLIOR GIOCATORE – Volete scegliere giusto un nome? Lionel Messi. Ne volete due? Messi e Neymar. Ne volete tre per completare? Messi, Neymar, Suarez. La MSN blaugrana è il tridente più illegale che la storia del calcio moderno ricordi e ne hanno dato prova anche contro i bianconeri nella finale di Berlino 2015. Solo la caratura delle tre stelle offensive ci permette di individuare talenti migliori rispetto agli altri ma, a guardare la rosa, sarebbe davvero difficile scegliere per l’onnipresenza di leader in tutte le zone del campo. Sarà Messi contro Totti, dunque, quattro volte vincitore della Champions League e quattro volte Pallone d’Oro, che proprio nella giornata di ieri si è aggiudicato il Uefa Best Player in Europe Award della Champions League 2014-2015 battendo Cristiano Ronaldo e il compagno di squadra lui Suarez. Messi, dunque, vince il titolo per la seconda volta, aggiudicandosi anche il premio per il miglior gol della stagione. Neanche a dirlo, la perla premiata dagli utenti del sito web ufficiale dell’Uefa è il gol che ha di fatto steso il Bayern Monaco nell’andata delle semifinali di Champions League, prima con un dribbling (e tre cuba libre) per Boateng e poi un dolce pallonetto su cui Neuer ha rischiato i propri addominali.

PUNTI DI FORZA – L’organizzazione. La squadra gioca ormai a memoria e ha trovato continuità con l’arrivo del nuovo tecnico e cambiando diversi giocatori importanti che ne hanno fatto la storia. Uno su tutti: Xavi, che ha concluso con la vittoria della Champions League il proprio cursus honorem con i blaugrana, ma anche Pedro (a proposito: c’è di meglio che lasciare il Barcellona entrando a sorpresa e siglando il 5-4 decisivo in Supercoppa Europea contro il Siviglia?). E’ finita l’era del Tiki-Taka che ha di fatto segnato un punto di svolta nel calcio moderno, anche se il Barcellona non ha perso il vizio di controllare la partita e praticare un esteso possesso palla, segnato però da rapide verticalizzazioni per sfruttare direttamente la MSN con un lancio o un passaggio lungo. In tutto ciò, dunque, Ivan Rakitic, centrocampista croato, si è dimostrato uno dei migliori centrocampisti in tal senso, capace di ricevere palla dalla difesa e poi andare “in verticale” su uno dei tre punteri blaugrana, diventando così fondamentale per come ha imposto il suo gioco nello stile Barça. Senza contare il paradigma del doppio portiere (Bravo – Ter Stegen) che ha fatto proseliti in Europa, leader difensivi come Mascherano, Pique e Dani Alves e altri giocatori che si son rivelati preziosi, come Mathieu, e i nuovi arrivi Arda Turan e Aleix Vidal che sembrano di fatto poter diventare pedine preziose per Luis Enrique. E no, non ci siamo dimenticati della sapienza tecnico-tattica del rettore Andres Iniesta, l’Illusionista per eccellenza. 

PUNTI DEBOLI – Nonostante tutto ciò, tuttavia, il Barcellona non è una squadra imbattibile o immune a sbandate durante la partita e a cali difensivi davvero inspiegabili. La Juventus ne sa qualcosa, basti pensare al momento di confusione dei blaugrana dopo il pareggio di Morata nella finale di Berlino, in cui il reparto difensivo per buoni venti minuti sembrava esser lì per lì a subire l’ennesimo gol e a perdere la finale, se non fosse stato per l’ennesima giocata di Messi e il gol di Suarez che ha di fatto spaccato la partita. Ma in tempi più recenti la difesa non è stata immune a brutte figure, come dimostrano le 4 reti subite dal Barcellona nella finale di Supercoppa Europea contro il Siviglia e le 4 reti subite in casa dell’Athletic Bilbao nella finale d’andata della Supercoppa di Spagna. Roma, Nothing is impossibile. 

L’ALLENATORE – Luis Enrique, blaugrana nel sangue sin dalla giovane età, ha trovato una vera e propria consacrazione in Liga. Sembrano davvero lontani i tempi in cui il tecnico iberico veniva spesso criticato qui in Italia per le prestazioni della “sua” Roma che adesso incontrerà da avversario. Luis Enrique ha trovato una squadra in transizione, dal tiki-taka alla verticale, e l’ha trasformata in un 4-3-3 super-offensivo per sfruttarne maggiormente le qualità. E, alla prima occasione, ha vinto la Champions League nella finale di Berlino con la Juventus, ma non solo: Liga e Copa del Rey, infatti, hanno completato il Triplete blaugrana, condito dalla ciliegina sulla torta della Supercoppa Europea quando adesso manca all’appello solo il Mondiale per Club. Luis Enrique ritroverà la Roma e l’Olimpico: l’obiettivo stagionale, tuttavia, è ripetere la splendida cavalcata vista durante la stagione 2014-2015. 

PRECEDENTI – Se la Roma ha vinto le ultime tre sfide in Europa contro avversarie spagnole, i precedenti ufficiali contro il Barcellona sorridono ancora di più. I giallorossi, infatti, sono imbattuti nei match precedenti contro la formazione blaugrana. In Champions League, edizione 2001-2002, nell’anno successivo allo Scudetto con Capello, infatti, la Roma non perse nessuna delle due volte contro i blaugrana: finì 1-1 al Camp Nou e 3-0 allo Stadio Olimpico, in una partita che diede prova del definitivo salto di qualità della società capitolina.