2015
Chi è davvero Edin Dzeko e perché è decisivo
Roma vicina al grande colpo: obiettivo Edin Dzeko per lanciare lassalto allo scudetto
Roma – Dzeko, ci siamo. Stando agli ultimi rumors provenienti proprio dall’Inghilterra dovrebbe essere la settimana buona per il trasferimento del centravanti bosniaco alla corte di Garcia: i media britannici raccontano che si chiuderà per una cifra intorno ai 20 milioni di euro, probabilmente qualcosa in più considerati i bonus che verranno concessi al Manchester City proprietario del suo cartellino.
LE ORIGINI – Edin Dzeko nasce nel 1986 a Sarajevo e pochi anni dopo, nel 1992, esploderà la guerra di Bosnia, sanguinario conflitto di popoli ed identità – bosgnacchi (bosniaci musulmani), serbi e croati – seguente alla dissoluzione dell’allora Jugoslavia e ai venti di nazionalismo che qualche anno prima avevano avviato questo processo dissolutivo. Alle radici dell’odio poi si ritrovò un po’ di tutto, non in secondo piano quelle profonde differenze religiose – bosniaci di fede musulmana, croati cattolici di dottrina cristiana e serbi cattolici di matrice ortodossa – che nei fatti portarono parte dei bosniaci (i non musulmani) a schierarsi con le milizie serbe. Gli accordi di Dayton arrivarono al termine del 1995 e poco importa cosa sancirono: nel frattempo il lasso di tempo fu abbastanza ampio da lasciare in eredità fame e terrore, sentimenti amplificati nell’animo di un bambino che ascolta il fragore delle bombe al fianco della sua finestra e sa di poter morire da un momento all’altro.
SOPRAVVISSUTO – In Bosnia ancora oggi si narra dei figli della guerra: sono i parti naturali delle tantissime donne bosniache vittime di stupro da parte dei feroci militari serbi. Il piccolo Edin era fortunatamente nato prima dello scoppio del devastante conflitto e a quest’ultimo è sopravvissuto scappando qua e là per la Bosnia: è diventato ragazzino, poi ragazzo, ha cominciato a giocare a calcio nelle giovanili dello Zeljeznicar, poi il Teplice fino al grande salto nel Wolfsburg a ventuno anni. Lì dove la Germania e l’Europa intera si accorgono della nascita di un grande centravanti: Dzeko ha spiccata tecnica di base che, abbinata a grande fisicità e senso del gol, lo rende un profilo di elevato livello. Un anno di ambientamento e poi gol a raffica, già alla seconda stagione arriva lo scudetto in Bundesliga e la sua mano è clamorosamente evidente, 26 segnature (36 stagionali) che lo rendono il protagonista assoluto del primo ed unico titolo della società sassone.
DECISIVO – Cruciale dunque, determinante: Edin Dzeko fa gol in tutti i modi e le sue squadre vincono. Succede analogamente al Manchester City: quando il bosniaco va (19 le reti stagionali nell’annata 2011-12 e ben 26 nel 2013-14) i Citizens vincono il titolo – arriveranno altre coppe e coppette varie – e l’intesa con il Kun Aguero si affina strada facendo fino a divenire perfetta. In due dei quattro scudetti vinti dal Manchester City nella sua storia lui c’era (gli altri due peraltro giunti nelle stagioni 1936-37 e 1967-68). Dzeko è decisivo anche con la Bosnia: 42 reti in 72 presenze (media pazzesca di 0.58 gol a partita se consideriamo il dato delle nazionali), il rendimento stratosferico di Edin nei percorsi di qualificazione ad Europei e Mondiali avrebbe meritato l’ambita partecipazione già dal 2010, il coronamento del sogno arriva nel 2014 con la Coppa del Mondo in Brasile. Prima manifestazione internazionale a cui prende parte la sua piccola Bosnia (e trama del destino non la Serbia), storia che non poteva essere scritta se non da Dzeko: un sogno nel sogno, quello di un ragazzo sopravvissuto alla guerra in quello di un popolo ancora in lotta per essere riconosciuto.