Chi è davvero Edin Dzeko e perché è decisivo - Calcio News 24
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2015

Chi è davvero Edin Dzeko e perché è decisivo

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Roma vicina al grande colpo: obiettivo Edin Dzeko per lanciare l’assalto allo scudetto

RomaDzeko, ci siamo. Stando agli ultimi rumors provenienti proprio dall’Inghilterra dovrebbe essere la settimana buona per il trasferimento del centravanti bosniaco alla corte di Garcia: i media britannici raccontano che si chiuderà per una cifra intorno ai 20 milioni di euro, probabilmente qualcosa in più considerati i bonus che verranno concessi al Manchester City proprietario del suo cartellino.

LE ORIGINI – Edin Dzeko nasce nel 1986 a Sarajevo e pochi anni dopo, nel 1992, esploderà la guerra di Bosnia, sanguinario conflitto di popoli ed identità – bosgnacchi (bosniaci musulmani), serbi e croati – seguente alla dissoluzione dell’allora Jugoslavia e ai venti di nazionalismo che qualche anno prima avevano avviato questo processo dissolutivo. Alle radici dell’odio poi si ritrovò un po’ di tutto, non in secondo piano quelle profonde differenze religiose – bosniaci di fede musulmana, croati cattolici di dottrina cristiana e serbi cattolici di matrice ortodossa – che nei fatti portarono parte dei bosniaci (i non musulmani) a schierarsi con le milizie serbe. Gli accordi di Dayton arrivarono al termine del 1995 e poco importa cosa sancirono: nel frattempo il lasso di tempo fu abbastanza ampio da lasciare in eredità fame e terrore, sentimenti amplificati nell’animo di un bambino che ascolta il fragore delle bombe al fianco della sua finestra e sa di poter morire da un momento all’altro.

SOPRAVVISSUTO – In Bosnia ancora oggi si narra dei figli della guerra: sono i parti naturali delle tantissime donne bosniache vittime di stupro da parte dei feroci militari serbi. Il piccolo Edin era fortunatamente nato prima dello scoppio del devastante conflitto e a quest’ultimo è sopravvissuto scappando qua e là per la Bosnia: è diventato ragazzino, poi ragazzo, ha cominciato a giocare a calcio nelle giovanili dello Zeljeznicar, poi il Teplice fino al grande salto nel Wolfsburg a ventuno anni. Lì dove la Germania e l’Europa intera si accorgono della nascita di un grande centravanti: Dzeko ha spiccata tecnica di base che, abbinata a grande fisicità e senso del gol, lo rende un profilo di elevato livello. Un anno di ambientamento e poi gol a raffica, già alla seconda stagione arriva lo scudetto in Bundesliga e la sua mano è clamorosamente evidente, 26 segnature (36 stagionali) che lo rendono il protagonista assoluto del primo ed unico titolo della società sassone.

DECISIVO – Cruciale dunque, determinante: Edin Dzeko fa gol in tutti i modi e le sue squadre vincono. Succede analogamente al Manchester City: quando il bosniaco va (19 le reti stagionali nell’annata 2011-12 e ben 26 nel 2013-14) i Citizens vincono il titolo – arriveranno altre coppe e coppette varie – e l’intesa con il Kun Aguero si affina strada facendo fino a divenire perfetta. In due dei quattro scudetti vinti dal Manchester City nella sua storia lui c’era (gli altri due peraltro giunti nelle stagioni 1936-37 e 1967-68). Dzeko è decisivo anche con la Bosnia: 42 reti in 72 presenze (media pazzesca di 0.58 gol a partita se consideriamo il dato delle nazionali), il rendimento stratosferico di Edin nei percorsi di qualificazione ad Europei e Mondiali avrebbe meritato l’ambita partecipazione già dal 2010, il coronamento del sogno arriva nel 2014 con la Coppa del Mondo in Brasile. Prima manifestazione internazionale a cui prende parte la sua piccola Bosnia (e trama del destino non la Serbia), storia che non poteva essere scritta se non da Dzeko: un sogno nel sogno, quello di un ragazzo sopravvissuto alla guerra in quello di un popolo ancora in lotta per essere riconosciuto.