Chi fermerà Carlo Magno? Messi, Neymar e Guardiola, tocca a voi - Calcio News 24
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2014

Chi fermerà Carlo Magno? Messi, Neymar e Guardiola, tocca a voi

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Il Real Madrid, campione del mondo per club, oggi sembra creatura imbattibile: ma Barcellona e Bayern Monaco scaldano i motori

Come ampiamente preventivabile il Real Madrid di Carlo Ancelotti – dopo aver agevolmente superato il Cruz Azul con il risultato di 4-0 – si è imposto anche sugli argentini del San Lorenzo conquistando l’ambito Mondiale per club: diciottesimo trofeo internazionale per i Blancos (eguagliato il record di Milan e Boca Juniors), ventiduesima vittoria consecutiva per il Real Madrid versione 2014-15 ed ottavo trofeo internazionale vinto da Carlo Ancelotti.

CARLO MAGNO SUL TETTO DEL MONDO – Nessuno come lui e, sarà banale affermarlo, ma c’è anche un bel pezzo d’Italia in cima al globo calcistico: il nostro Carletto fa bingo e dopo aver vinto la tanto agognata decima Champions League della strepitosa bacheca Real completa il quadro assicurandosi il successo prima in Supercoppa Europea contro il Siviglia e poi nel Mondiale per club appena passato agli annali. Sugli scudi Sergio Ramos e Gareth Bale – in gol sia in semifinale che in finale – ma ancor di più un complesso di squadra che oggi gira alla perfezione: meccanismi talmente sincronizzati da valere la serie record di 22 vittorie consecutive. Il Real Madrid al momento è un mostro mangia avversari che va in rete con regolarità disarmante e secondo copioni sempre differenti: si va dalla velocità d’esecuzione a trame avvolgenti passando per calci piazzati e soluzioni individuali, un repertorio la cui chiave è l’equilibrio della qualità trovato nel mezzo. Ancelotti ha fatto coesistere Kroos, Modric (ora infortunato) e James Rodriguez in una mediana sulla carta incompatibile ma nei fatti inarrestabile: è vero, il Real Madrid prende qualche gol di troppo – in campionato il doppio del tanto contestato Barcellona – ma crea una mole di gioco e realizza come nessun altro al mondo.

AVVERSARI NAZIONALI – Chi fermerà questa creatura perfetta? Nessuno, la risposta più semplice ed immediata. Eppure i competitors esistono – eccome se esistono – e rispondono in primis ad un marchio: Barcellona. Il marchio del talento, della divina concessione di madre natura, della libera ed artistica espressione calcistica di due fenomeni che rispondono ai nomi di Leo Messi e Neymar Jr. (senza dimenticare i vari Iniesta, Suarez e compagnia, si intenda). Ma sono rispettivamente il miglior calciatore argentino e brasiliano – gli eredi naturali di Maradona e Pelè – a dover garantire le risposte che il mondo del pallone rotondo si attende: il primo nell’oramai secolare duello con Cristiano Ronaldo, il secondo che da astro nascente si sta tramutando nell’unico vero candidato plausibile in grado di spezzare questo duopolio oramai in essere dal 2008. Anno del primo Pallone d’Oro di Ronaldo: da allora il trofeo personale più ambito è materia esclusivamente riservata ai due. Il Barcellona ha le armi a disposizione per contendere il primato nazionale al Real Madrid – lontano un punto in classifica, ma gli uomini di Ancelotti vantano una  partita da recuperare – sia sotto il profilo strettamente tecnico che in termini caratteriali. I soli 7 gol subiti – 13 quelli incassati dal Real – corroborano la tesi a patto che la guida si riveli solida: Luis Enrique è oggi un novello della competizione a determinati livelli e l’impressione è quella che, qualora sia il Real Madrid a spuntarla, la differenza possa averla fatta proprio l’enorme distanza oggi esistente tra i due allenatori.

AVVERSARI EUROPEI – Se nella Liga abbiamo individuato l’unico reale e potenziale oppositore, lo stesso lavoro va effettuato per quanto concerne la Champions League: chi fermerà Los Merengues? Il Barcellona, ancora. O già l’abbiamo detta? No, non è un errore. Perché questa competizione – così come viva sul palcoscenico nazionale – può riproporsi sul terreno europeo: a patto che i blaugrana superino il primo grande ostacolo sul proprio cammino. Il sorteggio non è stato affatto benevolo con gli uomini di Luis Enrique riservando in sorte la seconda piazzata più complessa del range: il Manchester City campione d’Inghilterra. Per intenderci, proprio il Real si è ritrovato contro uno Schalke 04 a dir poco gestibile. Ma il clamoroso bis madrileno è scongiurabile da altri avversari che non siano il Barcellona? Certamente. Uno su tutti: il Bayern Monaco di Pep Guardiola. Per due generi di ragioni: il primo è dato dalla circostanza per cui – in termini dei meccanismi perfetti a cui facevamo riferimento in precedenza – chi si avvicina maggiormente al Real Madrid è proprio il Bayern Monaco. Con una capacità di variare in corso d’opera e reinventarsi secondo canoni differenti non pari a nessuno. Il secondo aspetto è dato dalla fame di rivalsa: i quattro eclatanti e fragorosi schiaffoni ricevuti all’Allianz Arena proprio dalla banda Ancelotti nella recente edizione della massima competizione internazionale fanno ancora male. Tanto male. I tedeschi sbagliano una volta, difficilmente due. Più indietro, ma contendente credibile, ecco il Chelsea di Mourinho: squadra compatta, talentuosa e sul pezzo. E poi, appunto, ha un tale Josè: guai non tenerlo a mente.