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CN24, top 10 dei procuratori: marzo 2015

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Continua la corsa ai Calcionews24 Awards 2015, categoria procuratori

Mese che vai, classifica che trovi. Ci riferiamo ovviamente ai “Calcionews24 Awards 2015” e la classifica di cui parliamo è quella della categoria agenti/intermediari, marzo 2015 (QUI troverete quella di febbraio). Prima di passare al dunque, proviamo a fare un riassunto delle puntate precedenti: vi avevamo promesso la presentazione delle sub-categorie riferite a quella dei procuratori, ovvero dei premi che il nostro network assegnerà ai singoli agenti. Scontato precisare che il premio più importante sarà quello assegnato al miglior agente del 2015 (o agente dell’anno, come vi pare), a cui peraltro si riferiscono le classifiche che di mese in mese stiliamo. Nota: presto all’agente del mese assegneremo uno spazio importante all’interno della nostra home, sarà questo il motivo per cui di tanto in tanto, accedendo sul nostro sito desktop (da pc), vi troverete sullo sfondo, specificamente detto “skin”, il faccione e il nome del vincitore di turno della classifica provvisoria.

I PREMI – Le categorie dicevamo, sì. Ve le annunciamo, così stiamo sereni:

  • Agente dell’anno Calcionews24: miglior agente dell’anno solare
  • Agente rivelazione dell’anno Calcionews24: miglior agente under 40
  • Premio agente senior Calcionews24: premio alla carriera

NUOVE REGOLE – La classifica di marzo si riferisce anche all’ultimo mese in cui era in regime il vecchio regolamento dedicato agli agenti. Dal primo aprile tutto è cambiato, cioè in sostanza niente, poiché in Italia notoriamente ogni rivoluzione serve a mantenere lo status quo, come un obeso che corre intorno alla tavola per poi sedersi a mangiare un cotechino intero: inutile. La FIGC per il momento ha recepito le modifiche FIFA con una regolamentazione provvisoria. E’ un regolamento molto complesso… di ben sette pagine! Già questo dovrebbe darvi un po’ l’idea di quanto impegno e quanto tempo sia stato speso per redigerlo. La novità sostanziale è che da oggi, abolito l’esame di accesso alla professione, tutti potranno fare gli agenti (siccome ce n’erano già pochini a giro). Novità secondaria l’abolizione del doppio mandato: un agente potrà rappresentare sia un giocatore che una società, cosa che finora notoriamente non avveniva mai. Giusto?

VARIE ED EVENTUALI – Sempre a proposito di cose di cui non vorremo parlare (ma lo facciamo, oh sì se lo facciamo) e relative al grosso impegno che la Federazione ci mette per sprecare il proprio tempo e le proprie risorse intorno a questioni inutili, è di pochi giorni fa la notizia della squalifica di un calciatore (Daniele Cacia del Bologna) e di un agente (Gianluca Fiorini) per “minacce” via Whatsapp (pensate un po’ voi). Premesso che di minacce, ma di quelle vere, quelle dei camorristi o dei mafiosi, dovrebbe occuparsi la giustizia penale, ci viene un po’ da ridere pensando alla Procura Federale tutta lì, intenta a sbirciare i tabulati o gli stamp dei cellulari dei tesserati (su delazione di qualcuno, cioè uno spione, questo è palese) per poi andare a punire eventuali “misfatti” (e ripeto, parliamo di offese verbali, di quelle che non farebbero né caldo né freddo a un qualsiasi ragazzetto, figuriamoci a degli omoni grandi e grossi). Metodi da Gestapo insomma, come se un agente adesso non potesse avere nemmeno la libertà di scrivere due paroline a un amico (o un nemico) senza il timore di ritrovarsi inibito. Una assurdità tutta italiana, da terzo mondo, che non farà altro che complicare la vita agli agenti e a chi fa il nostro lavoro con serietà: sono mesi che predichiamo una maggiore comunicazione tra gli addetti ai lavori, arriva la Procura e ci fa presente che lei è lì, pronta a spiarci come nelle docce del Grande Fratello ai tempi in cui partecipò la maggiorata, o come nei film di Pierino. Forse, a questo punto, ci viene da pensare che il giudice sportivo avrebbe preferito che Cacia e Fiorini si prendessero a botte lontano da tutti, senza prove, così da non sentirsi proprio in dovere di intervenire. Ormai però il precedente è creato e buonanotte. Non vedo, non sento, ma faccio la spia. Era così, no?

LA CLASSIFICA – Bando alle assurdità, questa la classifica di marzo 2015:

CLAUDIO VIGORELLI Ancora al primo posto per il terzo mese di fila. In questo caso le cose vanno dette con assoluta sincerità: Vigorelli, come molti suoi colleghi, non si sta dannando l’anima per muovere il freddo mercato di inizio anno a chissà quali livelli, ma nel piattume generale è sin troppo facile spiccare con poche mosse, ma fatte per bene. La prima riguarda Mattia Destro, che studia per il riscatto del Milan. Qui bisognerebbe aprire un discorso infinito, ma tagliandola corta: il Milan ha fissato il riscatto del ragazzo, a gennaio, quando lo ha preso in prestito dalla Roma, a 16 milioni di euro. Adesso quella cifra a Galliani e company pare eccessiva. Stupidamente, io uomo della strada, ancora continuo a chiedermi i motivi per cui puntualmente una società fissi il prezzo di riscatto di un giocatore, salvo giudicare poi lo stesso identico riscatto pochi mesi dopo troppo caro: chi c’era al tavolo delle trattative a gennaio? Il fratello di Galliani? Mia nonna? Eppure Destro è sempre lo stesso attaccante, non ha subito nessuna mutazione genetica in questi mesi e non è certo diventato un cane di giocatore. Più semplicemente è il gioco offensivo rossonero che farebbe passare la voglia di vivere anche a Paolo Brosio dopo la conversione. Vigorelli lavora anche sul fronte Viviano, che potrebbe finire in Premier League qualora la Sampdoria non dovesse riscattarlo dal Palermo (vi abbiamo già raccontato dei litigi di Ferrero e Zamparini, ma a noi questa baruffa puzza tanto di bluff in salsa cinematografica per mettersi in mostra, soprattutto da parte del rosanero, che evidentemente soffre un po’ il fatto di non essere personaggio tanto quanto il blucerchiato). Capitolo Santon: c’è chi dice che il terzino sia un giocatore della scuderia di Renzo Contratto, c’è chi dice sia invece di Vigorelli e c’è chi dice no, come cantava Vasco. Probabilmente la verità sta nel mezzo. Nel dubbio però noi daremmo più credibilità a chi la merita, quindi a Vigorelli. Contratto, seppure avesse in qualche modo aiutato il giocatore a tornare all’Inter, cosa che non è da escludersi in termini perentori, dovrebbe in ogni caso imparare a parlare più e meglio, come già sottolineato nella scheda di “Quello che l’agente non dice” che gli abbiamo gentilmente dedicato: fino a quel momento resterà uno dei tanti personaggi sospesi nel limbo del “vorrei ma non posso”, ed aspettiamo novità per chiudere il cerchio su di lui.

ULISSE SAVINI Sarà che rispetto ai colleghi può contare ancora su una forza da giovane virgulto, ma Savini almeno dà una parvenza di movimento sul mercato. Alcuni suoi colleghi si sentono già arrivati ed effettivamente lo sono: sono “arrivati” nel vero senso della parola. Alla fine della loro carriera però. Savini lavora per il rinnovo di Icardi con l’Inter, che a quanto pare oggi è un po’ meno probabile di un mese fa: i nerazzurri, come sempre, ci risultano sin troppo confusi nel loro modo di agire. Non si capisce chi comanda da quelle parti, soprattutto quale sia la reale funzione di Ausilio, se sia davvero il direttore sportivo o il portaborse di Mancini. Da quello che ci risulta l’allenatore nerazzurro vorrebbe tenersi l’argentino (e a meno che non voglia tenersi Podolski, che non segnerebbe nemmeno se al posto della porta ci fosse un cartellone luminoso modello Las Vegas, la scelta ci pare alquanto ovvia), però al momento l’Inter non ha ancora presentato un’offerta degna di questo nome (QUI vi spieghiamo la situazione). Non vorremmo che arrivati a questo punto fossero i procuratori del ragazzo ad implorare il rinnovo alla società e non viceversa, sarebbe a dir poco un paradosso vista la precaria situazione del club e quella invece opposta di Icardi, che sul mercato è molto ambito. Un po’ come se Belen Rodriguez mi implorasse di uscire a cena con lei ed io me la tirassi pure. Per concludere, Ulisse ha molte intermediazioni estere tra le mani e qualcosa, nostra impressione, farà nei prossimi mesi. A lui non diamo consigli, perché facciamo un altro lavoro, ma a qualcuno dei suoi assistiti sì: in alcuni autosaloni vendono delle ottime FIAT Croma modello “gita in campagna con suocera e Tavernello, mi rendo conto che non saranno mai belle come una Rolls Royce o una Lamborghini, però danno molto meno nell’occhio ed attirano soprattutto meno l’attenzione dei media. Questo sì, è il nostro lavoro, e possiamo dirlo.

GIOVANNI BRANCHINI Attenzione attenzione, perché qualcuno qui potrebbe presto innestare la marcia alta… La mossa davvero importante di Branchini questa volta potrebbe essere piazzare Matteo Darmian in un top club. Non uno italiano, ma uno estero, se qualcuno dei nomi di cui si parla fossero davvero reali (e a noi così risulta): Real MadridManchester United, Bayern Monaco e soprattutto Barcellona (occhio all’asse con Braida, anche se i catalani hanno le mani legate fino al gennaio 2016). Con tutto rispetto per il Torino, ma approdare in una squadra del genere per il ragazzo sarebbe come guidare una Ferrari dopo essersi allenato per anni con una Sauber. Si parla insistentemente anche di una ipotesi Ogbonna – Tottenham: se il livello dell’ingaggio del giocatore dovesse rimanere esattamente quello, se non maggiore, why not? Alla Juventus il difensore tanta fa panchina, in Inghilterra rischierebbe persino di giocare. Per come la vediamo noi, con tanto rispetto per gli agenti che smuovono il mercato delle piccole ovviamente, sono questi i movimenti su cui potrebbe valere la pena ragionare in futuro. Il mercato italiano ormai è alla frutta, anzi è proprio il mercato della frutta: elevarsi al di fuori dei nostri confini non sarebbe una cattiva idea. Certo, aspettiamo ancora i fatti, ma come detto questo non è proprio il periodo migliore.

MARIO GIUFFREDI Mese scorso era una new entry, questo mese è già al quarto posto. A fare la differenza per lui, come per altri (sia chiaro), prima di tutto l’educazione e la capacità nel sapersi porre con molti altri addetti ai lavori, e non parliamo dei colleghi giornalisti (alcuni dei quali non meriterebbero solo gli insulti, meriterebbero addirittura di peggio), ma anche degli altri agenti, con cui Giuffredi collabora con la massima disponibilità. Ci sono operazioni complesse, nelle quali due teste possono essere meglio di una: in molti, convinti di farcela da soli, o semplicemente tanto avari da non volersi spartire la “torta” con altri, finiscono prima o poi con il combinare immani porcate, nel caso di Giuffredi invece c’è la consapevolezza di poter crescere tramite molte collaborazioni, non certo di potersi impoverire. Che poi, se non ci si aiuta tra colleghi giovani, che senso ha appartenere ad una (ex) categoria? Ovvio che la disponibilità ad aiutarsi dovrebbe essere pur sempre reciproca. Collaborativi va bene, fessi no. Venendo al dunque, Giuffredi è attivissimo: Mario Rui può andare all’estero, Sepe può tornare al Napoli, magari da titolare, magari no (vedremo) e soprattutto Valdifiori, che potrebbbe diventare il colpaccio italiano dell’estate. Nelle nostre classifiche si sale e si scende, non essendo cioè che digitiamo su una tastiera il Verbo di Dio non vale nemmeno la pena prendere la cosa troppo seriamente, lo ripetiamo ancora, ma è pur vero che in questo caso, ci permettiamo di dire, Giuffredi possa meritare mezzo punto in più di altri per aver portato un giocatore fino all’anno scorso semi-sconosciuto al debutto in Nazionale. Che poi, se ci pensate, portare un giocatore alle soglie della propria nazionale, seguendolo con attenzione e coltivandolo da quando si sporcava le braghe su campi ignoranti di Serie B, per un agente è un po’ come vedere un figlio laurearsi. Ecco, magari la Nazionale costa meno di una laurea, ma almeno lì non serve la raccomandazione.

STEFANO CASTAGNA E’ forse la new entry più alta di tutte le classifiche finora, ma il ragazzo pare meritare parecchio, perché è notevolmente bravo e nell’ambiente non lo diciamo mica solo noi, lo dicono (quasi) tutti. Castagna, tanto per capirci, è l’agente di Felipe Anderson e Neto, due dei migliori giocatori del nostro campionato. Il primo, diciamolo, è un fenomeno: alla Lazio sta facendo cose fuori dal mondo e solo il fatto di averne preso la procura, pur con l’aiuto alle spalle di una grossa società (che certo facilita la vita, perché le società per procuratori sono il futuro), è un traguardo incredibile. Trattare un rinnovo con Lotito poi, è un po’ come farsi il bidet con l’acido muriatico: serve una certa cautela. Per questo Castagna merita la nostra vicinanza morale. Non aver rinnovato con la Fiorentina, e parliamo chiaramente di Neto in questo caso, è stata una mossa molto rischiosa, ma alla fine la fortuna, si sa, aiuta sempre gli audaci ed il brasiliano è passato in pochi mesi dalla panchina a cui era stato relegato per punizione, ad una nuova titolarità. Il suo futuro sarà sicuramente in una big, ma noi ancora stentiamo a capire perché ogni volta la Fiorentina si ritrovi nella stessa identica situazione, con contratti in scadenza mai rinnovati e giocatori lasciati partire a parametro zero. Non può essere una casualità e, siccome i giocatori, gli agenti e i dirigenti cambiano, ma le situazioni no, ci verrebbe da pensare che il problema parta dalla testa.

FEDERICO PASTORELLO Il ragazzo è un po’ schivo, forse sin troppo. Diciamo pure che la sua bravura non è direttamente proporzionale alla comunicatività, se si escludono quei due o tre tweet taglienti che ogni tanto lancia “nell’internet” (come dicono gli anziani al parco). Pastorello in realtà è uno che fa, anche se parecchio nell’ombra: annuncia l’addio di Muntari al Milan e fa esplodere in pratica una mini-bomba, con coraggio, visto che afferma ciò che in molti suoi colleghi, per timore o mancanza di personalità, han paura a dire, ovvero che la capacità di gestione dei rapporti interpersonali di Inzaghi da allenatore è pari a quella mia quando mi sveglio alle sette di mattina dopo tre ore di sonno scarse. Poi prova a muovere Handanovic, che l’Inter pare non riuscire a trattenere per tante ragioni (e tutte finiscono con sei zeri), a piccoli passi e tramando nell’ombra, come Gargamella con i Puffi. Questa immagine, un po’ dark, a dire il vero ci piace molto, anche se non ci fa impazzire il fatto che Federico provi a smentire ciò che di suo è abbastanza oggettivo: Handanovic non sta rinnovando perchè vuole più grana di quanta l’Inter gliene offre e sa che altrove gliela darebbero pure volentieri. Pastorello recupera posizioni però e potrebbe recuperarne di più, se solo tenessimo conto dei suoi movimenti estero su estero (ma abbiamo giustamente deciso di parlarvi degli agenti che si muovono da e per l’Italia, altrimenti avremmo già consegnato il premio a Raiola e tante care cose). Premiamo Pastorello insomma, anche se non è un tipo granchè mediatico e nemmeno molto interessato a leggere ciò che si dice di lui. A lui magari non frega niente che si parli del suo lavoro, ma ai lettori sì, altrimenti non visiterebbero un sito di calcio ma aprirebbero più semplicemente Youporn. Tutto chiaro?

GIUSEPPE RISO New entry, ma è già da un po’ che si apprestava ad entrare in classifica. Giuseppe Riso è giovanissimo, ma ha già le idee molto chiare e, soprattutto, il nuovo regolamento pare studiato appositamente per lui, che cura gli interessi dei suoi giocatori, ma allo stesso tempo lavora anche molto con il Milan. Tra i suoi assistiti c’è il tanto decantato Daniele Baselli, che è uno dei giocatori che in estate quasi sicuramente muoverà un po’ il mercato italiano dei giovani, Bryan Cristante, attualmente al Benfica (ma che potrebbe tornare a fare comodo in Serie A, a volte ritornano), Sime Vrsaljko, uno degli esterni più interessanti del nostro campionato e da poco anche Leonardo Capezzi (vi avevamo anticipato noi la notizia del suo ingresso nella scuderia Riso QUI). In giro si dice tanto, anzi troppo, che Riso sia un po’ l’erede spirituale di Raiola, ma noi non sapremmo se prendere questa cosa come un complimento vero e proprio o meno, dovremmo forse chiederlo a lui. Attento ai media, Giuseppe ne sa sicuramente molte più di quante ne dice nelle varie interviste che troverete digitando il suo cognome su Google. Per il momento saremmo più che propensi a dargli fiducia, in attesa però di capire meglio un po’ di più del suo lavoro.

GIUSEPPE BOZZO – Non è proprio una new entry, perché era già in classifica nel mese di gennaio, poi a febbraio il corso degli eventi lo ha un po’ travolto. Il suo è un “comeback” (lo definiremo così per facilitarvi la distinzione). Gli diamo atto però di aver piazzato praticamente l’unico svincolato del mercato: Felipe all’Inter. Prima di parlarvene, aspettavamo che il brasiliano giocasse almeno mezza partita, visto che fino all’altro giorno non aveva ancora messo piede in campo. Partiamo dal presupposto, con tutto rispetto del giocatore, che alla fine non è nemmeno tanto più scarso di Ranocchia o Juan Jesus, che portare Felipe in una big (per quanto ancora tale si possa definire l’Inter) è già di per sé un grosso merito per un agente, resta però il fatto che da uno come Bozzo ci si aspetterebbe sempre e comunque di più. In questo povero mercato spingere lo svincolato Felipe in nerazzurro può bastare, ma è perché c’è veramente poco di cui parlare. Che altro dire dire? Bozzo in passato è stato un grandissimo agente e forse ancora lo è, ma si porta dietro però da un pezzo una zavorra da Bari che risponde al nome di Antonio e al cognome di Cassano. I giocatori sono quelli che decretano successo di un agente, ma anche quelli che decretano il suo insuccesso: sono come le belle donne, quelle che, se non domate a dovere, ti svuotano la carta di credito. Sono anche come le macchine di grossa cilindrata, che vanno guidate per non lasciare che loro guidino te. Contro un muretto. Se vogliamo parlare del caso specifico poi, aggiungiamo che Cassano è stato alle Maldive a godersi la bella vita (non certo con i soldi del Parma, che tanto non vedrà mai più, su quelli speriamo c’abbia tolto le speranze) e ci sorge il dubbio che si sia svincolato a gennaio dai ducali proprio per fare quello che da un po’ di anni meglio gli riesce: mangiare e godersi un posto al sole. Il povero Bozzo però è rimasto qui a sorbirsi le critiche e le polemiche (della stampa, ma quello è il problema minore): è il suo lavoro, non lo biasimiamo di certo, ma nemmeno possiamo continuare a crocifiggerlo in eterno per essersi affezionato ad un giocatore finito (e non da oggi). Ricordiamo solo che per un Morata che aiuti a piazzare alla Juventus con grandi meriti, c’è sempre un rovescio della medaglia, questa è la vita. Attendiamo di conoscere le prossime mosse dell’avvocato, uno che parla poco e che dovrebbe farlo di più. Come questa umile classifica dimostra: a volte ritornano. Ma solo a volte.

ALESSANDRO MOGGI Anche lui torna in classifica dopo essere stato dato praticamente per spacciato nei mesi scorsi. Avevamo sbagliato pronostico (li azzeccassimo tutti a quest’ora vivremmo di rendita sulle spalle della SNAI). La cosa tutto sommato ci fa piacere, perché Moggi si porta dietro troppe ruggini del passato ed al contrario di ciò che fa ora si parla poco. Cosa farà, vi starete chiedendo: quasi sicuramente proverà a piazzare un paio di pedine interessanti, dalla Germania e per la Germania (quello che ormai pare il paese in cui si muove meglio): Lorenzo Tonelli, che potrebbe lasciare l’Empoli per quei sentieri lì, e Ciro Immobile, che potrebbe tornare in Italia dopo una stagione praticamente fallimentare al Borussia Dortmund. Non male tutto sommato, anche se Moggi, dal 2006 in poi, ha forse peccato troppo di difensivismo: sarà che c’è stato un periodo di tempo, piuttosto lungo, in cui tutti i media lo attaccavano violentemente, ma ormai Calciopoli è finita, lo ha decretato anche la Corte di Cassazione (e se lo dice la Cassazione possiamo stare tranquilli, visto che la giustizia italiana non si smentisce mai, no?) e il passato è alle spalle. Semi-parafrasando Salvatore Conte di Gomorra: «Vien cà Moggi, vienet a piglià o’ perdon».

ALESSANDRO LUCCI Una discesa perentoria dalla terza alla decima posizione, ma almeno regge in top ten, se vogliamo proprio guardare un lato positivo: per quanto ancora? Non chiedetecelo, non lo sappiamo. Sappiamo però che Cuadrado al Chelsea fa tanta panchina ed ormai non è più cosa che ci riguarda (essendo il colombiano approdato al di fuori dei nostri radar), che aspettiamo ancora novità sul rinnovo di Bonucci (e sono ormai tre mesi che se ne parla, Bonucci ha già cambiato un agente, per quando arriverà il prolungamento di questo passo ne cambierà minimo altri tre) e che vorremmo capire tante situazioni che non ci è dato conoscere, perché Bernardo, il servitore muto che faceva coppia con Don Diego de la Vega in “Zorro”, parlava sicuramente più di Lucci, o almeno si faceva capire a gesti, quindi era già un buon passo avanti rispetto al buon Alessandro. Per ora Lucci è lì, che aspetta. Anche noi lo aspettiamo. Aspettiamo la sua firma: non sarà la “Z” di Zorro, ma la “L” di Lucci. L’ottimismo è il profumo della vita.

PURGATORIO – Nel limbo restano tutti gli altri. Vi segnaliamo i fuoriusciti dalla top ten: Andrea D’Amico, a cui segnaliamo che la Primavera è arrivata e solitamente è quello il momento di uscire dal letargo (parleremo mese prossimo di lui e di Aquilani, questa classifica si riferisce a marzo, lo ricordiamo). Donato Di Campli, da cui attendevamo nuovi ingressi in scuderia e li aspettiamo da un mese e passa: diciamo che se l’avvocato sta firmando nuove procure, lo sta facendo proprio con la massima calma del mondo (tanto non ci corre dietro nessuno, giusto?). Silvio Pagliari: boh. Davide Torchia, anche lui uscito dalla top ten di questo mese. Vorremmo poi segnalarvi qualche giovane interessante, lo vorremmo con tutto il cuore onestamente, ma per il momento all’orizzonte vediamo onestamente molto poco. Facciamo il nome di Sergio Lancini, agente di Zappacosta e Belotti. Come disse un illustre antenato: il buio oltre la siepe.