Dalla terra di Santa Claus al tetto d'Europa - Calcio News 24
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2014

Dalla terra di Santa Claus al tetto d’Europa

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Il calciatore finlandese più forte di tutti i tempi: Jari Olavi Litmanen

La Finlandia è conosciuta in tutto il mondo per due leggende in particolare. La prima racconta di un uomo panciuto vestito di rosso e con un’incolta barba bianca proveniente da Rovaniemi, capoluogo della Lapponia, e famoso in ogni angolo della terra per la sua capacità di soddisfare le richieste di milioni di bambini. E’ conosciuto con diversi nomi: Babbo Natale, Santa ClausJoulupukkiWeihnachtsmann e chi più ne ha più ne metta. La seconda, invece, riguarda un numero 10 che anche senza slitta e renne è riuscito ad incantare l’Europa intera con la sola magia del pallone. E di lui in Finlanda si parla ogni giorno, non una volta l’anno. Di chi si tratta? Jari Olavi Litmanen, per gli amici Litti o più comunemente soprannominato Kuningas in patria, ovvero il Re. Un giovanotto classe 1971 che nel 2003 è stato nominato dalla Federcalcio miglior calciatore finlandese degli ultimi 50 anni anni diventando poi, una volta appese le scarpette al chiodo, il giocatore più forte di sempre ad aver indossato la maglia della Nazionale dei Gufi Reali. Mica poco per uno costretto a convivere con la schiacciante ombra di quel signore lì, quello che ogni anno smista doni a destra e a manca ma che non potrà mai portare così in alto quella casacca numero 10.

LA CARRIERA – Jari Olavi Litmanen è nato a Lahti (Finlandia) il 20 febbraio 1971. Ha mosso i suoi primi passi nel mondo del pallone tra le fila del Reipas Lahti, squadra nella quale ha militato per ben 13 anni, dal 1977 al 1990, percorrendo tutte le tappe dalle giovanili al calcio professionistico. Le sue qualità non passarono inosservate in patria e nel gennaio 1991 fu l’Hjk Helsinki, tra i club finlandesi più presigiosi, a voler puntare su di lui. E alla prima stagione fece subito centro vincendo il campionato prima di trasferirsi l’anno successivo al MyPa con la quale vinse una Coppa di Finlandia. Nell’estate 1992 arriva però la prima vera svolta della carriera. Per Litti si aprono le porte dell’Eredivisie con l’Ajax che decise di portarlo in Olanda anticipando la concorrenza. Con i Lancieri il trequartista colleziona in sette stagioni 256 presenze siglando la bellezza di 133 reti e vincendo praticamente tutto: 4 campionati olandesi, 3 Coppe d’Olanda, 4 Supercoppe Nazionali, una Champions League, una Supercoppa UEFA e una Coppa Intercontinentale. Numeri da capogiro che attirarono l’interesse del Barcellona del suo ex tecnico Van Gaal. In Spagna però la sua esperienza non fu positivissima complici anche i tanti infortuni, e dopo due stagioni passate nell’anonimato fu il Liverpool a piombare su di lui. Anche l’annata con i Reds fu caratterizzata dai tanti guai fisici ma con il club inglese riuscì a vincere una Coppa d’Inghilterra, una Coppa di Lega Inglese, una Coppa UEFA, una Supercoppa UEFA e una Charity Shield saltando, però, tutte le finali a causa degli infortuni. E così, nell’estate 2002, fu ancora l’Ajax a rivolerlo in rosa ma il suo secondo capitolo ad Amsterdam non fu da incorniciare. Da lì, poi, l’inevitabile tramonto: Lahti, Hansa Rostock, Malmo, Fulham, ancora Lahti e infine il ritorno all’Hjk Helsinki con la quale ha chiuso la sua carriera da calciatore.

IL MIGLIORE DI TUTTI – Neanche a dirlo, per ben due decenni Litmanen è stato protagonista assoluto anche con la maglia del suo Paese. Il debutto in Nazionale risale infatti al 22 ottobre 1989, a soli 18 anni, contro Trinidad e Tobago. E con la Finlanda ha collezionato record su record grazie alle 137 presenze (giocatore con più presenze) e le 32 reti siglate (miglior marcatore di sempre). Numeri che hanno dato prestigio ad una Nazionale mai arrivata ai vertici del calcio europeo e mondiale ma che può vantare di avere avuto tra le proprie fila uno dei numeri 10 più puri di sempre. Classe e fantasia frenate però da muscoli di cristallo, caratteristiche comuni alle più grandi leggende calcistiche. Ma lui, dalla Finlandia, è riuscito a salire sul tetto d’Europa. E senza che ci fosse neanche una renna a trainarlo.