Derby dell’orgoglio, preludio della rivoluzione - Calcio News 24
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2015

Derby dell’orgoglio, preludio della rivoluzione

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Non resta che il derby a Inter e Milan in questa stagione

Solo per il primato cittadino. In palio non c’è uno scudetto, nemmeno un posto per la Champions League. I tre punti al massimo potrebbero far illudere che si possa ambire all’ultimo posto disponibile per accedere all’Europa League. Nella sostanza il derby della Madonnina, quello che catalizzava l’attenzione a Milano per una settimana intera e spesso anche di più, non è altro ora che una mera questione d’orgoglio. Non potrebbe essere altrimenti quando ci si ritrova a meno 35 punti dalle squadre di Roma, 30 da quelle di Torino e 10 da quelle di Genova. L’ultimo derby che ha anticipato una festa scudetto è quello di quattro anni fa con il Milan padrone di casa e deciso dalla doppietta di Alexandre Pato e dalla rete di Antonio Cassano. Divise in questa stagione da un punto in classifica, Inter e Milan mai come prima presentano più somiglianze che differenze, certificando una crisi tecnica ed economica che stride con il blasone costruito.

EMORRAGIA – Dopo aver speso tanto (e in alcuni casi male), i due club di Milano stanno per congedarsi dalla stagione 2014/15, una delle più opache della loro storia, con progetti rivoluzionari in serbo. Le idee sono tante, le risorse sono scarse e, dunque, la priorità è far di necessità virtù, mettendo in conto anche qualche sacrificio. Il bilancio dell’Inter è disastroso: il passivo ammonta ad 83 milioni di euro, per cui, il ridimensionamento è fondamentale per frenare l’emorragia, che prevede, ad esempio, anche i riscatti obbligatori di Xherdan Shaqiri e Marcelo Brozovic. Il mercato dell’autofinanziamento: qualche cessione eccellente sarà, dunque, indispensabile per permettere a Roberto Mancini di ricostruire dalle fondamenta la squadra. Dall’altra parte di Milano il clima non è più sereno, perché le spese non sono state del tutto ammortizzate, anzi il passivo è superiore e si aggira sui 92 milioni di euro. Il presidente nerazzurro Erick Thohir si è visto costretto a rimetterci in prima persona per ripianare una parte dei debiti, quello rossonero Silvio Berlusconi, invece, ha imboccato la via d’uscita ed è in trattativa per la cessione del club.

INCROCI – Dopo aver fatto le pulci ai conti di Inter e Milan, analizziamo i numeri con un’altra lente d’ingrandimento, quella cioè delle statistiche e dei precedenti, che ci permettono di evidenziare anche qualche curiosità. Partiamo innanzitutto dall’inevitabile confronto tra Mauro Icardi, miglior marcatore nerazzurro finora, e Jeremy Menez, il più prolifico della squadra rossonera e autore di un gol all’andata (a cui rispose Obi per il pareggio): entrambi sono andati a segno 16 volte. La speranza, considerando i contorni non particolarmente ambiziosi, è che la sfida sia spettacolare e ricca di gol: negli ultimi cinque derby nessuna delle due compagini è riuscita a segnare più di un gol. Occhi puntati, però, anche su Giacomo Bonaventura, perché nella sua carriera ha segnato quattro gol in cinque partite contro l’Inter, la sua vittima preferita, che, strani casi della vita, è stata ad un passo dal prenderlo prima del blitz decisivo del Milan. Roberto Mancini vuole far suo il derby e Filippo Inzaghi non è da meno, anche perché potrebbe essere il suo ultimo derby, visto che, a differenza del suo rivale, non ha la certezza di restare in panchina. Da calciatore, però, decise quello della stagione 2002/03: con il suo piatto destro ad incrociare sul secondo palo batté Francesco Toldo e regalò tre punti importanti al Milan, che chiude la stagione con la vittoria della Champions League e della Coppa Italia.

 BIPARTISAN – La contrapposizione tra Inter e Milan è stata sempre speciale, anche perché spesso si è trasformata in un incrocio con il passato per alcuni giocatori. Sono 40 in totale i calciatori che si sono “sdoppiati”, che hanno cioè indossato prima una casacca e poi l’altra. Il primo è stato Giuseppe Meazza, che è stato anche il più prolifico e quello che non ha mai perso i derby. Poi è stato il turno anche degli indimenticati Roberto Baggio, Maurizio Ganz, Ronaldo, Clarence Seedorf e Zlatan Ibrahimovic, gli unici, oltre a Meazza, ad aver lasciato il segno nella stracittadina con entrambe le maglie.