Derby della Madonnina, Zenga: «Milan più squadra, ma nessun favorito»
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Derby della Madonnina, Zenga: «Milan più squadra, ma nessun favorito»

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Cagliari Zenga

Derby della Madonnina alle porte per Milan e Inter. Prima partita per Pioli e partita delle conferme per Montella, l’opinione di Zenga sulla stracittadina

Tempo di derby della Madonnina per Milan e Inter. La squadra di Montella sembra più favorita, intanto non ha subito il repentino cambio di allenatore, in più ha inanellato buone partite e buoni risultati. L’Inter da parte sua ha giocatori forti, tutto dipende da cosa sarà riuscito a fare Pioli in questi allenamenti durante la pausa.

I RICORDI DI WALTER ZENGA – A parlare del derby, sulle pagine della Gazzetta dello Sport è Walter Zenga. Tanti aneddoti di quando era lui a giocarli e dall’altra parte del campo c’era uno come Gullit: «I miei li vivevo con tre stati d’animo: emozione, passione, senso di appartenenza. Forse oggi l’emozione è la stessa, anche per lo straniero più freddo, ma il resto non credo. Qualche parata a Gullit gliel’ho fatta, anche perché non era uno che tirava poco. Molto più importante il gol di cinque anni dopo: se non mi segna quello, lo scudetto lo vinciamo noi. E se ci fossero stati i tre punti per la vittoria, forse l’avremmo vinto lo stesso».
DOMENICA MOMENTO DELLA SVOLTA PER L’INTER – «Esemplifico così: io sono stato a Wolverhampton 87 giorni e in quello stesso periodo l’Inter ha cambiato tre allenatori. Non è facile riprendersi da una botta così. Mancano 26 partite, oggi l’Inter ha 17 punti, la Roma l’anno scorso è arrivata terza con 80: il calcolo è semplice. Champions League impossibile? Direi complicato. Ma ovviamente l’Inter ha il dovere di provarci. Quanto al derby, non c’è mai una favorita vera: è la partita delle incognite e l’Inter oggi è piena di incognite».
MILAN PIU’ SQUADRA – «Oggi il Milan è più squadra dell’Inter: lavora con lo stesso allenatore da luglio e ha una base di giocatori giovani e pure forti. Montella veniva da un’esperienza stranegativa alla Samp: arrivò e sembrava Clinton, il sicuro vincitore, ma capita che vinca Trump. Ma uno bravo resta bravo: ha preso forza da quell’esperienza per gestire una squadra nuova e adattare il suo gioco agli uomini che ha trovato. Chi deciderà il derby? Eder e Bacca. Eder lo adoro: superprofessionista e uomo con la “u” maiuscola. Ma Bacca che non segna da cinque partite di campionato mi spaventa».