El Malabarista, due Champions e tanta classe - Calcio News 24
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2015

El Malabarista, due Champions e tanta classe

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Il piede fatato di Anderson Luís de Souza, o più semplicemente Deco

Ci sono giocatori fatti per un determinato campionato, per un certo stile di gioco e che spesso e volentieri soffrono nel momento di cambiare maglia e soprattutto Paese. Ce ne sono altri, poi, che ovunque li metti riescono a far sembrare semplici anche le giocate più ardue, strappando applausi ad ogni lancio millimetrico per un compagno di squadra o calcio piazzato che si infila alle spalle del portiere avversario. E in questo secondo caso rientra Anderson Luís de Souza, meglio conosciuto come Deco, pupillo di Mourinho con la quale nelle sue annate al Porto ha vinto praticamente tutto. E quel regista portoghese nato in Brasile ha contribuito a dare il via agli anni d’oro del Barcellona, e forse in pochi ricorderanno che nella finale Champions 2005/06 disputata e vinta contro l’Arsenal, gente del calibro di Xavi (da poco tornato dall’infortunio ai legamenti) e Iniesta (entrato nella ripresa) erano seduti comodamente in panchina mentre lui si dannava in campo alzando poi al cielo per la seconda volta in tre anni il trofeo più ambito dai club europei. Spazio al Malabarista quindi, il giocoliere dalla doppia nazionalità che ha fatto divertire l’Europa e il Sudamerica.

LA CARRIERA – Anderson Luís de Souza è nato a São Bernardo do Campo (San Paolo, Brasile) il 27 agosto 1977. Inizia la sua carriera calcistica tra le fila del Nacional Atletico Clube, squadra di San Paolo che dopo poco tempo lo gira al Corinthians dove in prima squadra riesce a collezionare soltanto due presenze. Dopo la retrocessione nelle riserve, nel 1997 è il Benfica a portarlo in Europa girandolo in prestito per una stagione all’Alverca, squadra di seconda divisione con la quale colleziona 32 presenze e 13 reti. Nonostante il rinnovo con le Águias di Lisbona pareva ormai imminente, l’allora tencnico Graeme Souness decise di non puntare su di lui cedendolo al Salgueiros a fine stagione. Dopo i primi sei mesi, nella quale sigla due reti in 12 presenze, è il Porto a voler puntare fortemente su di lui portandolo in rosa nel gennaio 1999. Ed è con il successivo approdo di Mourinho in panchina che arriva la svolta della carriera per il centrocampista naturalizzato portoghese. Deco, infatti, nelle cinque stagioni e mezzo alla corte dei Dragões colleziona 227 gettoni e 46 reti, contribuendo alla vittoria di tre campionati, tre coppe di Portogallo, tre Supercoppe, una Coppa Uefa (ora Europa League) e una Champions League che gli permette di essere nominato miglior centrocampista della competizione 2003/04 arrivando poi secondo nella classifica del Pallone d’Oro vinto poi da Shevchenko. Numeri che attirarono inevitabilmente l’interesse di una big del calibro del Barcellona che lo acquistò per 21 milioni di euro più il cartellino di Ricardo Quaresma. E, neanche a dirlo, anche i quattro anni in blaugrana furono da incorniciare: 161 presenze, 22 reti, due titoli in Liga, due Supercoppe di Spagna e una Champions League, la seconda della carriera. Il forte regista però, non ancora sazio, con l’addio di Rijkaard decide di salutare i catalni per trasferirsi alla corte del Chelsea che lo acquista per circa 10 milioni di euro. A 31 anni ormai compiuti, però, chi pensava che il giocoliere avesse esaurito i suoi numeri è stato prontamente smentito. Con la maglia dei Blues, infatti, Deco ha collezionato 58 presenze e 6 reti, riuscendo a vincere in sole due stagioni un campionato, due coppe d’Inghilterra e una Community Shield. Nonostante l’età e i primi problemi fisici, il centrocampista nato in Brasile decide di tornare in patria dopo due stagioni in Premier League, accasandosi al Fluminense dove riesce a vincere due campionati brasiliani e un campionato carioca collezionado 91 presenze e 7 marcature in quattro stagioni. Il 26 agosto 2013, a causa dei continui guai muscolari, annuncia il suo ritiro dal calcio giocato. 

ARGENTO AMARO – Nonostante la sua classe indiscussa Deco non ha mai indossato la maglia della Brasile. Nel 2002, dopo aver acquisito la cittadinanza portoghese per i 6 anni passati in Portogallo, decide di aprire le porte ai lusitani e nel 2003 fa il suo esordio in amichevole proprio contro i verdeoro e, ironia della sorte, è lui a segnare la rete del vantaggio contribuendo poi alla vittoria (2-1 il finale). Con la maglia della Nazionale portoghese ha collezionato in tutto 75 presenze e 5 reti, non riuscendo però a mettere nessun titolo in bacheca. Amaro, infatti, fu il secondo posto ad Euro 2004, competizione disputata in casa e persa in finale contro la Grecia per 1-0. E forse quello di non essere riuscito a vincere nulla con la selezione lusitana rimane l’unico rimpianto di un grande campione che con i club in cui ha militato ha vinto praticamente tutto. Anderson Luís de Souza, in arte Deco El Malabarista, che ha fatto stropicciare gli occhi al mondo intero prima dell’exploit di Xavi e Iniesta finiti in panchina anche un pò per colpa sua.