Europa League, affaire tricolore: l’Italia s’è desta - Calcio News 24
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2015

Europa League, affaire tricolore: l’Italia s’è desta

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Cinquina italiana in Europa League: la “middle class” alla riscossa

La finale di Varsavia potrebbe essere un affaire tricolore: con cinque squadre agli ottavi di finale di Europa League è lecito sognare. L’Italia al di fuori dei propri confini s’è desta ed ha piazzato in una serata il record. Neanche quando il calcio italiano regnava in Europa è stato raggiunto un record di questo tipo: prima d’ora, infatti, l’Italia era riuscita a piazzare solo quattro squadre agli ottavi di finale e all’epoca la competizione portava il nome di Coppa Uefa. Vincere l’Europa League non è importante solo per una questione di prestigio e per prendere la scorciatoia per passare in Champions League, ma anche per far salire il contingente del prossimo anno: se dovesse vincere una tra Inter e Torino, salirebbe a sette squadre (di cui 4 in Champions League), con Napoli e Roma non cambierebbe nulla, mentre con la Fiorentina in vetta le squadre salirebbero a sette, se arrivasse sesta in campionato e non vincesse la Coppa Italia.

PRECEDENTI INCORAGGIANTI – Nello specifico: Napoli, Roma, Juventus e Inter nel 1988/89; Inter, Roma, Atalanta e Bologna nel 1990/91; Parma, Juventus, Napoli e Lazio nel 1994/95 ed in questi tre casi un’italiana ha poi sollevato al cielo la coppa, cioè Napoli, Inter e Parma, mentre Roma e Juventus si sono fermate in finale. Solo nel 1999/00 siamo rimasti fuori dai giochi, pur avendo Roma, Parma, Udinese e Juventus nella truppa. Sono, dunque, lontani quei tempi in cui l’Europa League sembrava più una seccatura che un prestigioso trofeo da inseguire. Ad onor del vero, però, alla Germania è riuscito l’incredibile nel 1979/80, quando portò cinque squadre ai quarti di finale con il derby vinto dal Bayern Monaco sul Kaiserslautern, tinse di tedesco le semifinali e esultò con la vittoria in finale dell’Eintracht.

LA “MIDDLE CLASS” – L’en plein storico dell’Italia non deve far perdere di vista, però, lo stato di salute reale del nostro movimento calcistico, perché la Germania ha ancora tre squadre in Champions League, altrettante la Spagna e l’Inghilterra due, quindi ai vertici, nell’Europa che conta, continuiamo ad arrancare. D’altro canto è evidente che è stata migliora la fascia media e che la tattica e la tecnica delle squadre della “classe media” italiana sono migliori rispetto alle compagini di parigrado. Spesso snobbata, l’Europa League si è fatta interessante per le italiane, che prendendola in serie considerazione possono arricchirsi e trascinare in alto il calcio italiano anche per quanto riguarda il ranking.

RANKING UEFA – Il cammino è lungo ed impervio, ma l’Italia ha fatto degli evidenti passi in avanti: la manita, infatti, la rilancia e il sorpasso sulla Germania potrebbe essere l’obiettivo per la prossima stagione. Con le cinque vittorie in Europa League e quella della Juventus ai danni del Borussia Dortmund in Champions League abbiamo conquistato un coefficiente netto di due punti. Per colmare la distanza dai tedeschi, che ci stanno sopra di 12 punti (e a cui verranno tolti quattro punti a fine stagione), servirebbero altre storiche serate, ma qualche segnale incoraggiante per l’anno prossimo arriva di pari passo con l’indebolimento di alcuni fronti: l’Inghilterra e la Germania non fanno più paura, mentre la Spagna riesce a volare solo grazie al Real Madrid e al Barcellona. Ed, infatti, se osserviamo i dati relativi al ranking stagionale l’Italia è salita al secondo posto proprio dietro la Spagna. Alla fine conta poco, perché il ranking assoluto ha decisamente peso, ma, appunto, le prospettive potrebbero essere più rosee rispetto al passato, soprattutto per quanto riguarda i sorteggi futuri: la Juventus, ad esempio, che è ventesima in classifica, sarà testa di serie nella prossima edizione di Champions League; seguono MilanInter e Napoli, rispettivamente al 21°, 22° e 23° posto, poi Lazio al 38° e Roma al 46°.

L’EURODERBY – Quello tra Fiorentina, unica squadra con Napoli e Siviglia ad aver disputato gli ottavi anche l’anno scorso,e Roma, che invece  non ha mai raggiunto questa fase (come Club Brugge, Dinamo Mosca, Dnipro, Everton e Torino), sarà il decimo derby nella storia dell’Europa League e il diciassettesimo in totale. Una sfida che ha un significato importante e che non rievoca solo quelle finali contese dalle italiane in passato, ma anche strani intrecci sull’asse Roma-Firenze. In primis Vincenzo Montella, che da giocatore con la maglia giallorossa ha segnato 83 gol e vinto uno scudetto e che ha allenato dopo le dimissioni di Claudio Ranieri, traghettandola fino al sesto posto e in semifinale di Coppa Italia, prima di essere sostituito da Luis Enrique. Sembrava destinato a tornare dopo l’esperienza a Catania, ma il matrimonio non andò in porto e le voci non mancarono: dalle richieste per l’ingaggio a quelle sui collaboratori per finire alle divergenze intorno a Erik Lamela. Ora si scrive un capitolo inedito della loro storia.