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Galeone: «È giusto dare ad Allegri i meriti per questa Juventus»

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«Allegri trasuda calcio mentre Conte esprime determinazione, forza, grinta: tutte cose utili, ma che in Europa non bastano. Perché in Europa vai avanti se migliori tecnicamente»

Giovanni Galeone ha parlato, a Sportmediaset, di calcio a 360° senza risparmiare critiche e considerazioni personali, cominciando dall’attuale ct della nazionale Antonio Conte. «Sarebbe il caso di dare anche ad Allegri i meriti per questa Juventus: si sente troppo spesso dire che i successi di Max siano frutti di Conte, ma in realtà non è così. Sono due allenatori diametralmente opposti».

ALLEGRI – Su mister AllegriGaleone ha voluto rimarcare il suo merito più grande ovvero «di non essersi scomposto quando non arrivavano risultati positivi, ma che anzi ha continuato a credere nel suo lavoro». Questo ha dato alla Juventus un atteggiamento molto più europeo di quello che era stato dato da Conte, perché con il secondo «non c’era la struttura di gioco che c’è ora con Allegri – continuando, sempre sulla dimensione europea della Juventus – Allegri trasuda calcio mentre Conte esprime determinazione, forza, grinta: tutte cose utili, ma che in Europa non bastano. Perché in Europa vai avanti se migliori tecnicamente: alla fine ha sempre vinto la squadra più tecnica, non quella più grintosa».

MIGLIORAMENTI – «Alla Juventus serve un difensore centrale forte» è questa la ricetta per tornare a vincere in Europa per la Juventus, mentre sarebbe inutile cedere Pogba se si ha l’intenzione di essere protagonisti in campo europeo. Sul mercato futuro della Juve ha espresso le sue aspettative e i suoi sogni, dicendo:«Il fuoriclasse che potrebbe andar bene per la Juve? Non ce ne sono tanti, dei nomi che ho letto non prenderei nessuno. Cavani? Come fai a prenderlo se hai Mandzukic, Morata, Zaza e ora forse Berardi? Io fossi nei dirigenti della Juve prenderei Bernardeschi, per lui farei un grande sacrificio. E in mezzo al campo mi piacerebbe Gundogan». Mentre su Allegri non ha voluto rimproveragli nulla, se non la partita di Monaco, sulla quale ha detto che: «Li c’erano in campo 11 eroi, non bisognava cambiarli finché non l’avessero chiesto loro».