Inter flop 11: i peggiori acquisti di Moratti - Calcio News 24
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2014

Inter flop 11: i peggiori acquisti di Moratti

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Dal portiere Carini all’irlandese Robbie Keane: la galleria degli orrori

FLOP 11 INTER MORATTI – Massimo Moratti se ne è andato e non ritorna più… L’ex presidente e presidente onorario dell‘Inter ha salutato tutti ed ha detto “bye bye” alla truppa nerazzurra. Continuerà a mantenere il 30% delle quote azionarie della “Beneamata”, ma di fatto, la sua epoca è finita, un po’ come quella del telefono a gettoni, dei pantaloni a zampa d’elefante e del “Baffo” che vendeva le pentole sulle tv locali nel primo pomeriggio. Cosa rimarrà di 18 anni di regno incontrastato di Moratti? In 18 anni un bimbo fa in tempo a diventare grande, prendere la patente e compiere la sua prima rapina a mano armata, ma anche l’Inter è diventata grande, anzi grandissima. Moratti ha sicuramente azzeccato una marea di scelte, come vi abbiamo già mostrato nella nostra top 11 dei suoi migliori acquisti.

I PEGGIORI – Moratti però verrà ricordato anche come l’uomo che ha rivalutato il concetto di “bidone”. Se prima il bidone era il calciatore (spesso straniero) che arrivava in Serie A senza riuscire a lasciare il segno, con Moratti si è passati ai “bidoni 2.0”. Parliamo di giocatori spesso sconosciuti, o comunque di basso profilo, strapagati e fatti passare come la reincarnazione di Di Stefano. Pompati da stampa a media come figli di una relazione incestuosa tra Pelè e Maradona, in realtà si rivelavano ben presto delle mezze calzette. Alcuni di quelli arrivavano con un passato decente, altri si sono rifatti dopo, ma molti altri ancora semplicemente non hanno mai sfondato perchè non era l’Inter a non andare bene per loro, erano proprio loro a non andare bene per il mondo del calcio ad alto livello. Abbiamo provato a stilare una super-formazione di braccia rubate al mondo dell’agricoltura. Tenetevi forte perchè vi torneranno in mente ricordi che avevate provato a soffocare tra le zinne di una attempata squillo rumena nel lontano Capodanno del 2002

CARINI SALUTI – Passerà alla storia come l’uomo che venne scambiato per Fabio Cannavaro nel 2004 (che all’Inter, è bene intendersi, non era campione del mondo ed una volta sì e l’altra pure era infortunato). Fabian Carini, portiere di gran talento ai tempi della Juventus, dove in realtà non giocò quasi mai, viene fatto passare come il nuovo Yashin. In nerazzurro l’uruguaiano gioca nove partite senza lasciare il segno, va in prestito al Cagliari, poi torna e viene spedito in tribuna. Dopo aver girato un po’ tra Spagna e Brasile, torna in Uruguay, attualmente gioca con la Juventud. Leggenda vuole che l’Inter, ansiosa di sbarazzarsi di Cannavaro, fosse passata sopra qualche problemino fisico di Carini. 

L’UOMO DEL 5 MAGGIO – Capiamoci bene: non è che Vratislav Gresko, arrivato all’Inter nel 2000, poi fosse questo gran bidone, o meglio, se confrontato a tanti altri terzini sinistri passati in nerazzurro in quegli anni, non faceva una figura peggiore, ecco. Rimarrà però nella storia come l’uomo del 5 maggio 2002, uno dei protagonosti del peggior dramma sportivo che il nostro campionato ricordi, quando l’Inter perse lo Scudetto all’utima giornata superata da Juventus e Roma. Nella partita contro la Lazio un suo errore causa il pareggio di Poborsky (che tra l’altro era ceco, mentre lui slovacco, quindi non proprio un suo amico intimo, diciamocela tutta), da lì in poi i biancocelesti dilagano. Mandato al Parma per dimenticare quel giorno, Poborsky emigra poi in Premier e Bundesliga, attualmente gioca nel Podbrezova, in patria. 

SORONDO FAMOSI – Gonzalo Sorondo arriva all’Inter nel 2001 da promettente difensore centrale uruguaiano, fa poche partite e se ne va. In molti hanno voluto rimuovere il ricordo di questo giocatore stra-pompato dalla critica, indicato come il difensore del futuro che in realtà un futuro non l’ha mai avuto. Fragile come un periodo col congiuntivo costruito da Luca Giurato, Sorondo attualmente gioca nel Defensor Sporting, la squadra in cui aveva iniziato la carriera: il cerchio sta per chiudersi. 

VIVAS LA FOCA – La maggior parte delle porcate tra gli anni ’90 e quelli 2000 l’Inter le ha fatte soprattutto a sinistra, ma anche a destra non ha scherzato mica. Nelson Vivas poteva giocare ovunque in realtà: fatto passare come un jolly capace di poter tranquillamente sostituire Zanetti e compagnia, in realtà l’argentino era uno scarto dell’Arsenal. Dopo aver giocato un po’ in Premier, Wenger aveva capito che Vivas non era fatto per il grande calcio (era la riserva di Winterburn, mica Maldini). Fatto sta che all’Inter tra il 2001 ed il 2003 non gioca quasi mai. Attualmente fa l’allenatore, la sua ultima avventura è stata al Quilmes, la sua squadra del cuore, dalla quale si è dimesso dopo una lite con un tifoso che gli aveva detto di essere scarso. Certe cose tornano sempre. 

O’ REI SBAGLIATO – Il suo nome completo era Vitor Hugo Gomes Passos, troppo lungo però da scrivere dietro la maglia, così qualcuno ebbe la geniale pensata di soprannominarlo semplicemente Pelè, un po’ come se io chiamassi mio figlio Gesù. Il fatto è che Pelè non era un attaccante, perchè era un centrocampista, non era brasiliano, perchè era portoghese, ma soprattutto non era forte, perchè era scarso. Notato dall’Inter al Mondiale Under 20, viene comprato nel 2007, gioca poco ma ha una storia con la showgirl Debora Salvalaggio, che voglio dire, è sempre meglio che rubare. Dopo aver girato l’Europa approda in Grecia, in squadre di poco conto e l’anno scorso passa all’Olympiakos. Ha ancora 27 anni in fondo, il ragazzo si farà. 

L’IDOLO DEI GAY – Vampeta nei tifosi interisti evoca un sacco di orridi ricordi: sarà per quel baffetto da pornodivo anni ’70 che lo faceva assomigliare a Carlton di “Willy, il principe di Bel-Air”. Comunque, arriva nel 2000 per ben 30 miliardi di lire (all’epoca erano soldi oh) su suggerimento dell’amico Ronaldo, che aveva detto a Moratti «Compralo» (e Moratti c’era cascato come un tacchino il Giorno del Ringraziamento). Segna subito, all’esordio in Supercoppa Italiana contro la Lazio (partita persa per 4 a 3) un gol di puro culo, perdonate il francesismo, poi sparisce, ma diventa un’icona del mondo gay (posa anche nudo per alcune riviste del genere). Si è ritirato qualche anno fa dopo aver giocato nella Juventus di San Paolo: destino infame per chi doveva essere il nuovo idolo dell’Inter. 

O-CANE – Okan Buruk arriva a Milano nel 2001 con le stimmate del campione, al Galatasaray in effetti aveva fatto un pezzettino di storia. Per la stampa il turco può giocare a destra, in mezzo, a sinistra, indietro e avanti. Risultato? Gioca in panchina, così, nel dubbio… Se ne torna tre anni dopo in Turchia con poche presenze ed una fama non bella. Attualmente è l’allenatore del Graziantepspor… stica***! 

VAFANGULY – Era l’incubo dei magazzinieri: il suo nome era Andres Guglielminpietro, ma dietro la maglia ovviamente non c’entrava, così tutti lo chiamavano amichevolmente Guly e sempre amichevolmente lo mandavano a quel paese quando in campo sbagliava un passaggio (spesso, sempre). L’Inter lo prende nel 2001 scambiandolo con Brocchi, solo che tra i due il brocco è proprio lui: l’argentino due anni dopo va in prestito al Bologna, poi torna in patria e si ritira a causa degli acciacchi. In teoria era un trequartista, parliamo ovviamente solo di pura teoria, non vorremmo mai bestemmiare. Attualmente allena il Douglas Haig

KILY SPEEDY GONZALEZ – A Milano pensavano: «Con quel nome così simile a quello del topo più veloce del Messico, volete che uno così non corra sulla fascia?». In realtà Kily Gonzalez al Valencia era un gran bel giocatore, o almeno tale pareva: all’Inter arriva nel 2003 voluto dal suo mentore e connazionale Cuper. Ci rimane abbastanza per vincere Coppa Italia, Supercoppa e Scudetto (a tavolino), ma giocando poco e, sopratutto, con risultati non esaltanti. Torna in Argentina, attualmente gioca con il Crucero del Norte.

VDM – Di lui potremmo dire tante cose, ma la maggior parte le abbiamo già scritte nel nostro “C’eravamo tanto amati” qualche settimana fa”: Andy Van der Meyde è tutto ciò che non dovrebbe essere un giocatore professionista ed allo stesso tempo tutto ciò che noi comuni mortali vorremmo essere. Un uomo perso tra soldi, alcool, donne e… cammelli. Sì perchè anche quelli hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua vita. Arrivato all’Inter nel 2003 da fulgido talento, se ne è andato pochi anni dopo da alcolista senz’anima. Si è ritirato un paio di anni fa giocando nel modesto WKE. 

NOME SBAGLIATO – A fregarlo sono state poche lettere: si fosse chiamato Roy e non Robbie sarebbe stato una leggenda del calcio britannico. Invece Robbie Keane arriva all’Inter nel 2000 pagato ben 31 miliardi di lire, ci rimane sei mesi senza segnare manco un gol in campionato e se ne torna in Inghilterra. L’irlandese poi, tutto sommato, ha avuto una bella carriera, nulla di straripante, chiaro, ma di buonissimo livello. All’Inter però verrà ricordato come uno dei peggiori acquisti per rapporto qualità/prezzo. Attualmente gioca nei Los Angeles Galaxy

PANCHINARI DI LUSSO – In panchina potremmo mettere, tra gli altri, Angelo Peruzzi, che dall’Inter venne scaricato dopo essere stato fortemente voluto da Lippi, il mitico Taribo West, l’uomo che proprio a Lippi una volta disse «Dio vuole che io giochi in questo modo (male, ndr (epica la risposta del viareggino «Strano, a me non ha detto niente»), Cyril Domoraud, autore di poche ma significativamente brutte partite in nerazzurro, Gilberto, un uomo un perchè, il fedelissimo di Mourinho Quaresma, talmente fedele che appena se ne è andato l’Inter ha vinto tutto, Sergio Conceiçao, l’uomo con la pettinatura più anni ’90 che abbiate mai visto (pareva uscito da una puntata di “Friends”) ed il mitico Hakan Sukur, l’uomo che insegnò il turco a Moratti. Sì, a furia di bestemmie.