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Il 2016 di Jovetic: Stevan, come è potuto accadere?

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Talento smisurato, rendimento nullo: il caso Stevan Jovetic

L’attuale stagione di Stevan Jovetic si riduce al misero bottino di 67 minuti: tutti da subentranti, divisi tra i 15 con il Pescara, i 20 con la Roma, i 10 con il Cagliari, i 7 con il Crotone ed i 15 nel derby con il Milan. Comparse che alla sua Inter non hanno portato in dote nulla: né un gol, né un assist. Tanto peggio in Europa League, addirittura escluso a settembre dalla lista Uefa.

ANNO SOLARE – Né in termini entusiasmanti si può parlare dell’altra fetta di 2016: la doppietta siglata all’Udinese in campionato, il gol in Coppa Italia con cui aveva aperto il suo anno solare al San Paolo. Qualcosa che lasciava presagire un andamento ben diverso da quanto poi riscontrato nei fatti: Stevan Jovetic, senza peraltro subire infortuni degni di nota e dunque non potendosi appellare al solito tormento che ne ha condizionato l’evoluzione della carriera, ha via via perso gradi nelle gerarchie dell’Inter fino a terminarne ai margini.

IMPENSABILE – Acquistato dall’Inter – tra prestito ed obbligo di riscatto – per una base di quindici milioni di euro, il rendimento del talento montenegrino ha frustrato ogni legittima aspettativa. Complice senz’altro una squadra che fatica a ritrovarsi, nel limbo tra i fasti di un tempo e le continue difficoltà che ne stanno caratterizzando l’attualità, in una dimensione dunque che tende a non valorizzare tante individualità: all’Inter non si lavora serenamente, c’è spesso eccesso nei ruoli e chi magari non è dotato di forte tempra finisce per eclissarsi. Il resto però lo ha fatto lui: scarsa tigna, presenza complessiva molto debole, limiti peraltro riscontrati dalle varie gestioni che si sono succedute nella sua esperienza all’Inter. Con Mancini prima, con De Boer e Pioli poi: difficilmente o meglio mai Jovetic è stato posto al centro di un progetto tattico e tecnico.

IL FU STEVAN JOVETIC – Ma attenzione: ricordate di chi si trattava? Soltanto pochi anni fa, al nome di Stevan Jovetic venivano accostate aspettative di primissimo livello mondiale. I top club internazionali a contenderselo, l’approdo al Manchester City dei magnati per costruire un progetto di affermazione planetaria. Un talento smisurato, un fantasista dai colpi sublimi e dalla rara inventiva, una padronanza di fondamentali difficilmente riscontrabile nella massa dei suoi colleghi, per di più un personaggio di appeal a cui assegnare la maglia numero 10 del proprio team senza particolari rimorsi. Il profilo di un grande della storia del calcio vanificato in 67 minuti, quelli a cui è ridotto ad appena 27 anni in una squadra peraltro ferma al settimo posto della classifica di Serie A. Ce lo avessero raccontato sotto l’ombrellone qualche estate fa, avremmo amichevolmente gettato l’interlocutore a mare. Ed invece ecco la realtà: con i rumors di calciomercato che lo accostano ad un Fenerbahce qualunque e che ne amplificano una traiettoria discendente.