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Inter, ecco la pazza idea di Pioli

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Ora l’Inter pare saper solo vincere: sei volte consecutive dopo il successo in Coppa Italia

Genoa, Sassuolo, Lazio, Udinese, Chievo ed infine Bologna in Coppa Italia: Stefano Pioli ha fatto sei. Quota sei nella voce successi consecutivi: segnando tanto, ben 15 gol, subendone appena 4, con la media peraltro sporcata dalle due reti incassate ieri in rimonta dal Bologna. Inter che con la nuova gestione tecnica ha una veste tutta nuova in grado di proiettarla verso zone di classifica fino ad un mese fa inesplorate ed inesplorabili.

INTER POTENZIATA – Non si era presentato come un mero normalizzatore (eppure bastava, considerando il devastante stato in cui ha raccolto l’Inter) ed i fatti gli stanno dando ragione: la sua media punti in campionato – 19 ottenuti in 8 gare – è pari a 2,37. Per intenderci, proiettata sull’intero torneo e dunque con Pioli al timone dell’Inter sin dall’inizio, renderebbe una classifica da 90 punti. Da scudetto o giù di lì: altro che normalizzatore. Potenziatore, stando ai fatti. Ed alle future verifiche che inevitabilmente sarà tenuto a rendere nel suo lastricato cammino.

CLASSIFICA E CALENDARIO: LA SITUAZIONE – A partire dall’immediato futuro: due gare assolutamente abbordabili quali la trasferta di Palermo e l’impegno casalingo con il Pescara per presentarsi con l’autostima alle stelle nel catino dello Juventus Stadium. Ma non guardiamo ai bianconeri quanto alle nuove potenziali concorrenti della banda Pioli: dovesse l’Inter – ed ha tutte le carte in regola per riuscire nell’intento – centrare sei punti nelle due prossime gare, approfitterebbe degli scontri diretti tra le altre forze d’alta classifica (MilanNapoli, JuventusLazio, o delle complesse trasferte che attendono Milan e Roma sui campi di Udinese e Sampdoria) per rosicchiare ulteriori punti qua e là. Per poi ritrovarsi tra due turni effettivamente in alta classifica ed iniziare a giocarsela alla pari o giù di lì: senza l’affanno della rimonta, ma ponendo le carte in tavola e guardando gli avversari negli occhi senza essere costretti a calare la testa.

VALORE AGGIUNTO E SPINE – La correzione passa inevitabilmente dal dato dell’equilibrio generale: nella striscia di recenti vittorie di campionato l’Inter ha incassato appena 2 reti in 5 gare. Un’inversione di tendenza che può essere ulteriormente agevolata dall’innesto di Gagliardini: la sua fisicità, sommata a quella del ritrovato Kondogbia, può fungere effettivamente da schermo protettivo ad una retroguardia che ha buoni valori nel mezzo ma che difetta sugli esterni. Ad esempio Ansaldi, che sembrava quello più a fuoco, ieri ha palesato ancora una volta tutti i suoi limiti in termini di diagonali, movimenti e dunque marcatura. A sessione di calciomercato aperta, fossimo nei dirigenti nerazzurri, un pensiero in tal senso lo faremmo.

E NON SOLO – Se la quadratura passa dal concomitante impiego di Kondogbia e Gagliardini, si apre clamorosamente la questione Brozovic: a centrocampo l’altro posto – quello ibrido tra mediana e trequarti – sarà occupato da uno tra Joao Mario e Banega, che ne sarà del croato? Non è prettamente un problema di equilibri o rapporti, quanto di dover assolutamente sfruttare le sue qualità. Parliamoci chiaramente: sarà pure il più complesso da gestire, ma lì in mezzo Brozo è il più forte. Pochi problemi davvero in attacco: l’Inter è costruita per fare gol e non appena si incrementeranno le statistiche dei colleghi di Icardi e Perisic – al momento le due vere anime dell’Inter – ogni limite sarà solo un ricordo. L’unica spina è relativa all’impiego del semi oggetto misterioso Gabigol: 30 milioni per 20 minuti di campionato, un milione e mezzo a minuto che non può trovare alcuna logica spiegazione se non nelle necessità che attualmente impegnano l’Inter e Pioli. Priorità agli equilibri e necessità di puntare sui profili più collaudati per cullare la pazza idea – sì, assolutamente folle pensando ad appena un mese fa – di prendersi il podio del campionato. Gabigol (senza dimenticare Eder e Palacio, rosa folta per l’Inter!) può attendere: se son rose fioriranno.