Irrequieto lui e incoerenti tanti - Calcio News 24
Connettiti con noi

2014

Irrequieto lui e incoerenti tanti

Pubblicato

su

Lascia il Milan e va al Liverpool: Mario Balotelli ancora via e sarà un eterno girovagare

CALCIOMERCATO BALOTELLI MILAN LIVERPOOL – Le carriere di quelli come Mario Balotelli sono così: a 25 anni appena compiuti ti ritrovi ad aver già indossato quattro maglie pesanti. Tre anni all’Inter, due e mezzo al Manchester City, uno e mezzo al Milan per cui tifava da bambino e poi il Liverpool. E non c’è motivo per dubitare di una certezza: tra due anni – poco meno o poco più – il buon Mario cambierà ancora. E dopo uno o due stagioni lo rifarà. Ancora.

I FATTI – L’accelerata decisiva nella notte, poi le notizie sul tavolo della nostra redazione: l’agente del calciatore – il noto procuratore Mino Raiola – in partenza per Londra nelle primissime ore del mattino con in mano la volontà totale da parte di Mario Balotelli di trasferirsi in Premier League nel glorioso Liverpool. O meglio tornare, considerando l’esperienza (dal 2010 al gennaio del 2013) nel Manchester City dell’allora tecnico Roberto Mancini. Soltanto da definire gli accordi poi trovati alle seguenti cifre: 20 milioni e bonus al Milan per il trasferimento a titolo definitivo, oltre 5 milioni a stagione per il calciatore. E i saluti a Milanello dopo diciotto mesi e 30 reti in 54 presenze.

L’IRREQUIETEZZA DI MARIO – Termina così la travagliata esperienza rossonera di Mario Balotelli: sembrano trascorsi secoli ma è invece passato un solo anno e mezzo dalle scene di autentico delirio (VIDEO in calce) che accoglievano l’approdo a Milano del calciatore italiano più discusso dell’ultimo decennio. Anche in questo caso un ritorno, considerando le sue origini nerazzurre: per la piazza rossonera (gli stessi che oggi si sentono liberati di un peso) si era praticamente manifestato l’arrivo di una divinità, la Milano rossonera ai piedi di SuperMario e pronta a godersi lo show. Alla faccia di quell’Inter che lo aveva lasciato andare. Il dizionario traduce così la parola irrequietezza: stato di agitazione che si manifesta con un accresciuto bisogno di muoversi, di fare qualcosa, o con un senso di ansietà. L’accresciuto bisogno di muoversi si traduce in tal caso con l’impossibilità di restare: si tratta soltanto di analizzarne i tempi, ma prima o poi Mario e quelli come lui vanno via. Non c’è nulla che tenga: il Milan era la sua squadra del cuore, quella in cui ha sempre dichiarato di voler giocare, quella della tanto agognata pace dei sensi per intenderci. Ha resistito un anno e mezzo, meno che nell’Inter e nel Manchester City.

DOVE TERMINANO LE SUE “COLPE” – Un girovagare che ricorda quello del suo amico Cassano: andatevi a leggere gli spostamenti della carriera del barese. Un naufragare di buone intenzioni e quel continuo, insopportabile e fragile ripartire. Mai elementi compattanti di un gruppo: hanno giocato insieme con la maglia dell’Italia, la loro irrazionalità brillò ad Euro 2012 salvo poi tramutarsi in un boomerang nello scenario di Brasile 2014. E’ il Mondiale ad aver spazzato via ogni remora di proprietà e dirigenza rossonera (perché allora tanta convinzione nell’acquistarlo? Ma sul caos vissuto dal Milan negli ultimi anni c’è da scrivere un libro e non un editoriale). Tutta colpa di un carattere ingestibile? No, neanche per scherzo. Se è vero che lui fornisce tanti elementi di discussione, è altrettanto indubitabile come una parte dei media (guai a generalizzare) abbia volutamente scelto di non trattarlo mai da uomo qualunque: un po’ perché non lo è, un po’ perché ha fatto comodo quando non c’era tanto altro di cui parlare. Chi ora vi scrive ci ha provato, ma le penne e le voci sono troppe. Finisce qui e niente è andato come doveva andare. O forse tutto. In bocca al lupo Mario.