Il mago sregolato e il calcio alla legge di Murphy - Calcio News 24
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Il mago sregolato e il calcio alla legge di Murphy

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Tributo ad Antonio Conte ed alla sua Italia

Antonio Conte rende innanzitutto possibile l’impossibile. E non è il traguardo del quarto di finale di Euro 2016 a raccontarlo: la nostra storia non può certo meravigliarsi di ritrovare l’Italia tra le prime otto forze di una competizione. Ma aver prima vinto il girone mettendosi alle spalle il più quotato Belgio (2 del ranking Fifa) e poi aver eliminato la Spagna campione in carica, date le circostanze, ha oggettivamente del clamoroso.

LE CIRCOSTANZE – Dall’alba della gestione Conte si parla, giustamente, di una generazione di calciatori povera sotto il profilo tecnico: fattore che, con un calcio internazionale sempre più competitivo sotto ogni profilo, non poteva che promettere male. Le svolte poi, seguendo l’immancabile canovaccio della legge di Murphy, sono peggiorative: se qualcosa può andar male, lo farà. E dunque, alla già scarsa dotazione di talento, si aggiungono gli infortuni dei due unici reali calciatori di pura qualità a disposizione: Claudio Marchisio e Marco Verratti. Un colpo da ko: si getta la spugna. Un umano lo farebbe. Ovviamente ti presenti alla competizione e provi a dare il meglio, ma ben consapevole di un limite invalicabile.

ED INVECE NO – Un umano, non Antonio Conte. Che di organizzare una vacanza ad Euro 2016 con tanto di resort cinque stelle extra-lusso non ne ha voluto sapere. Profilo basso? Ma neanche per scherzo. Senza però mai eccedere di un centimetro oltre l’umiltà che deve caratterizzare chi sa di non essere il più forte. E’ una sorta di magia: sognare il colpo grosso, senza risultare fuori posto. Equilibrismo su filo spinato. Dire, e non dire. Spingersi oltre il limite della realtà, pensare in grande, ma consapevoli di non essere i più grandi. Guardare in faccia ai mostri del calcio, mettendosi alla pari ma senza dimenticare. Ed ecco che allora quella mediana stravolta dagli infortuni dei suoi esponenti più brillanti viene incarnata alla perfezione dai Giaccherini e Parolo, signor nessuno se vi piace, ma che in campo – sotto la guida illuminata di Antonio Conte – guardano negli occhi Iniesta e Fabregas senza neanche ipotizzare di abbassarli.

MURPHY PERO’ E’ TREMENDO – Come se non bastasse ecco i forfait di Candreva ed in corso d’opera di De Rossi. Una postilla tattica che nell’arco di questa argomentazione vi risulterà noiosa ma di cui si necessita per comprendere a pieno la pesantezza di queste due ulteriori perdite: riavvolgete il nastro alla gara d’esordio con il Belgio, il maniacale equilibrio impostato dal commissario tecnico ha bisogno di uno sfogo, di qualcuno che corra palla al piede per guadagnare metri di campo. Appare chiaro l’ordine: si passa dalle parti di Candreva. Soprattutto quando si è in difficoltà. Il sostituto Florenzi, calciatore di livello oramai infinito, ha altre caratteristiche. Ma va in campo, come Darmian quando lo sostituisce (assist a Pellè), perfettamente consapevole del lavoro da svolgere. Capitolo De Rossi: guardate il momento della sostituzione. Borracce lanciate contro la panchina: tigna, carattere, corsa, aggressività. Il sostituto Motta, complice una condizione fisica da ritrovare, non può aderire a quelle abilità. Ma, nonostante la massima espressione della legge di Murphy, l’Italia non si scompone di un centimetro ed in quel calcione dato da Conte al pallone c’è davvero tutto: per la fiaba di Euro 2016 passare in casa Islanda, ma agli estremi del realismo ci siamo noi. Guidati da un uomo senza limiti.