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Conte: «In Francia saremo outsider»

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Il ct: «Addio catenaccio e contropiede, a me piace attaccare»

Il commissario tecnico dell’Italia Antonio Conte spera in Euro 2016 e negli azzurri. Intervistato sul suo ruolo e sulle aspettative azzurre, Conte ha detto: «Penso che il miglior calcio al momento sia giocato in Inghilterra, poi in Spagna e Germania. L’Italia è quarta, un tempo il calcio italiano era migliore e la Serie A era una delle leghe con più fascino al mondo, chiunque voleva giocarci. Nel 2006 diventammo campioni del mondo con il 66% di italiani in A e adesso sono solo il 34%. I presidenti non vogliono più spendere troppo per i loro club, c’è una mancanza di soldi nel campionato italiano e la nazionale ne risente perché ci sono meno giocatori disponibili ma sono ottimista sul futuro e torneremo grandi».

CONTE AMBIZIOSO – Il ct Conte ha poi aggiunto: «I club stanno iniziando a investire nei giovani di nuovo e ci sono società che hanno lanciato progetti interessanti. Siamo in periodo buono, come quello della Germania di quindici anni fa. Se posso vincere Euro 2016 con l’Italia? Lasciatemi questa ambizione, non mi importa sapere se siamo favoriti o meno, magari saremo degli outsider pericolosi in Francia. L’importante è prepararsi all’Europeo nel miglior modo possibile. Se tutto va bene giocheremo sette gare e dovremo dare il meglio in quelle sette sfide. Potrei sentire qualche mio vecchio allenatore come Sacchi o Ancelotti per qualche consiglio, perché no».



CONTE SARTO – Alla rivista ufficiale della FIFA Conte infine ha detto: «Sono solito paragonare il mio mestiere a quello di un sarto, che crea le sue opere col materiale che ha a disposizione. Se un coach impone un sistema su una squadra che non può apprenderlo allora è destinato a fallire. penso che ognuno debba adattarsi alle circostanze. Nella mia squadra sto molto attento alla disciplina e al rispetto, poi è importante avere un ottimo spirito di squadra. A livello tattico mi piace attaccare, l’Italia ha avuto il catenaccio come parola chiave ma catenaccio e contropiede ormai hanno fatto il loro tempo, il calcio è cambiato e anche la mentalità italiana. Bisogna trovare equilibrio tra difesa e attacco».