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Juve, Allegri e quella porta in faccia ad Agnelli, Marotta e Nedved

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Juve: a gennaio Allegri, dopo il crollo di Firenze, decise di passare al 4-2-3-1. Il tecnico scelse di isolare la società, ancora in preda ai mal di pancia post Doha. Fu quella “follia” ad aver fatto svoltare i bianconeri

Contro tutto e contro tutti. Contro la logica, contro un passato vincente, contro persino la sua stessa società. Ma quando Max Allegri ha deciso che la sua Juve avrebbe dovuto imboccare la strada del 4-2-3-1 sapeva di avere ragione. Per far svoltare i bianconeri serviva una scelta forte, perché quel crollo contro la Fiorentina aveva tutte le caratteristiche per diventare il punto di non ritorno che compromette definitivamente la stagione. La palla in quel periodo, come ha ribadito Allegri poco tempo fa, rotolava e non correva e il malumore del tecnico ha sfiorato i massimi livelli. In un gennaio che è diventato improvvisamente rovente, dopo le frizioni di Doha in Supercoppa Italiana, quando la sconfitta del Milan poteva sembrare l’incipit del declino di una Juve che si è riscoperta ancor più feroce e determinata a diventare leggendaria.

IL MAL DI PANCIA DI ALLEGRI – Quel maledetto (o benedetto, si potrebbe definire ora) gennaio bianconero è iniziato subito in salita, quando Allegri ha capito che dal mercato avrebbe avuto in dote solo e soltanto Tomas Rincon, utile rincalzo che avrebbe semplicemente colmato la partenza di Hernanes. Voleva Giaccherini, ma Marotta rispose negativamente. Avrebbe voluto anche Spinazzola, per tamponare la cessione di Evra, ma la Juve non lo ha assecondato. Ed ecco che i rapporti cominciano a diventare sempre più acerbi. Nello stesso periodo, non a caso, circola il nome di Luciano Spalletti per la prossima stagione. E così Allegri, con un mal di pancia sempre più evidente, decide di fare di testa sua. Si sveglia al mattino, pochi giorni prima della gara contro la Lazio, e volta le spalle ad Agnelli, a Nedved e a Marotta. Si cambia: 4-2-3-1 subito, 3-5-2 in cantina. L’artiglieria pesante dell’attacco in campo per cercare la svolta di un’annata giunta al suo bivio più delicato.

L’IRRITAZIONE DELLA SOCIETA’ – La dirigenza, che si ritrova ad essere isolata dal proprio allenatore, prende una bella porta in faccia, tanto che Marotta a pochi minuti dalla sfida contro la Lazio espresse un pizzico di malumore per le scelte di Allegri, con un lapidario: «La formazione di oggi mi ha sorpreso». Come a dire: Allegri è impazzito. Forse, ma ancora oggi la Juve lo ringrazia perché ha deciso di seguire il suo istinto. E, con o senza triplete, farà di tutto per tenersi il proprio allenatore. Affamato e anche un po’ folle. Irriverente a tal punto da far arrabbiare anche i suoi superiori, che non smetteranno mai di dirgli grazie.