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Roma, Napoli e milanesi: colpevoli!

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Juventus campione d’Italia: le responsabilità della concorrenza

Colpevoli! Sgombriamo il campo dai dubbi: se permetti ad un club che ha già vinto quattro scudetti consecutivi di privarsi di mezza ossatura della propria squadra e continuare a trionfare, beh, qualche interrogativo devi inevitabilmente portelo. Juventus ancora campione d’Italia, è la Serie A più monocorde di sempre: Roma, Napoli, Inter e Milan, dove siete?

ROMA – Se ora vi sembra tutto così bello dovreste anche ricordare che proprio la Roma, per la stragrande maggioranza dell’opinione comune, iniziava la stagione con le vesti della favorita di turno. Opinioni suffragate dai fatti: viene meno la Juventus della serie di scudetti appena registrata, chi se non la reduce da due secondi posti consecutivi (con 155 punti complessivi) avrebbe dovuto raccoglierne l’eredità? A Luciano Spalletti il merito di aver salvato il salvabile e – con la vittoria di ieri sul Napoli – regalato l’opportunità di lottare per l’ennesimo secondo posto, ma non dimentichiamo il complesso di un’annata vissuta ben al di sotto delle aspettative e dilaniata dai soliti contrasti interni che fanno smarrire lucidità: questa Roma, alla Juventus, neanche ha dato fastidio.

NAPOLI – Fastidio lo ha invece dato, se vogliamo a sorpresa, il Napoli del neofita Sarri: campione d’inverno grazie ad un calcio di raro ordine, organizzazione e qualità, squadra trascinata da questa inversione di tendenza che ha reso tutti più sicuri e – non a caso – risvegliato l’istinto killer di un fuoriserie come Gonzalo Higuain. Attore principe del campionato. I partenopei però, nonostante un’annata a tu per tu con la Juventus campione e qualche innegabile colpo di sfortuna nei momenti chiave del torneo, hanno dissipato un andamento strepitoso con un finale oggettivamente deludente: mai una vittoria negli scontri diretti (tre dei quali persi), mal di trasferta, cinque vittorie nelle ultime undici gare – dalla beffa dello Juventus Stadium in poi – e tanti approcci errati (Sassuolo, Empoli, Chievo, Genoa), con la squadra subito in svantaggio ma rialzata dalle prodezze del Pipita. Esame della personalità fallito: che è quello poi mancato nell’era Mazzarri. La storia si ripete, sarà indispensabile ora serrare le fila per non rovinare tutto nelle ultime tre gare e portare a casa un cruciale secondo posto.

INTER – Qui entriamo nel campo del mistero: gli uomini di Mancini, nella gara precedente alla pausa natalizia, occupavano il primo posto della classifica con quattro lunghezze di distanza sulla diretta inseguitrice Napoli. Il crollo poi subito non ha eguali: perché, in quel preciso istante, magari non in tanti avrebbero scommesso sul titolo della banda nerazzurra ma chiunque dotato di un minimo di senno avrebbe puntato su un piazzamento sul podio. Ed invece l’Inter si è letteralmente sgretolata sotto il colpi del suo disequilibrio ed alla rimonta della Juventus neanche ha fatto il solletico. Ha messo la freccia ed ha accostato sul bordo della strada: prego, passare. L’esito è quello che è: fuori dalla Champions League, per la quinta stagione consecutiva, caso particolare considerando si tratti dell’ultima italiana ad aver alzato l’ambita coppa con le orecchie.

MILAN – Così parlò Sinisa Mihajlovic: “Se fallisco anche io, chiamate l’esorcista”. A meno che Cristian Brocchi non lo sia, ma oggettivamente sembra occuparsi di altro, lui ha fallito e l’esorcista non è ancora approdato dalle parti di Milanello, fino a prova contraria. E l’avvicendamento sulla panchina rossonera racconta tutto dell’ennesima stagione flop del Diavolo: si era partiti con il preciso intento di avviare un’era, quella di Mihajlovic (scelta fuori coro) al Milan, neanche si è giunti al termine della stagione. Un’annata buia: zero continuità, tanto disordine e poca qualità. Ma dove ha davvero fallito il tecnico serbo è sul suo forte: il mordente. La squadra è apparsa continuamente in balia di se stessa, priva di carattere e determinazione. Di tutto ringrazia la Juventus: ancora una volta campione, per la quinta consecutiva, cala inevitabilmente l’appeal della Serie A. Immaginate le negoziazioni per i diritti tv internazionali: quale grado di appetibilità può avere un campionato in cui già si conosce a bocce ferme il nome della vincente? Scarso. Stile Ligue 1 o Bundesliga. Non ne hanno colpa i bianconeri, lapalissiano: le responsabilità spettano tutte alla concorrenza.