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2015

Juventus sei forte ed hai tanto da perdere

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Semifinali di Champions League, Juventus contro Real Madrid: ecco perché i bianconeri non devono essere la vittima sacrificale

L’errore più grande sarebbe quello di essere arrivati fin qui e considerarlo un punto d’arrivo: con questo Real Madrid non si avrebbe scampo. Più logico invece ritenere le semifinali di Champions League sì un importante traguardo – quello che di fatto ha consentito alla Juventus di Allegri di superare quella di Conte in campo internazionale – ma non ragionare come se non ci fosse nulla da perdere.

FINALE IN PALIO – C’è tutto da perdere invece. La finalissima di Berlino in ballo tra Juventus e Real Madrid basta da sé a giustificare l’assunto, del resto lo hanno ricordato un po’ all’unisono diversi calciatori bianconeri: non capita ogni anno di centrare la semifinale di Champions League. Dunque l’occasione è ghiotta e la tradizione parla chiaro: la Juventus può consentirsi di guardare negli occhi il pluri-titolato Real Madrid senza dover calare lo sguardo. Quella storia che permette ai bianconeri di non scendere in campo con le gambe tremolanti va poi chiaramente rapportata all’attualità: questa Juventus non avrà a disposizione tutti i validi argomenti del Real Madrid ma ha alcune interessanti frecce nel suo arco.

SOLIDITA’ – Lo abbiamo già riportato in alcuni precedenti editoriali e i dati non sono affatto cambiati: sommando i passivi di campionato e Champions League è proprio la Juventus la migliore difesa d’Europa. E questo deve essere un biglietto da visita di sostanziale rilevanza, il migliore da opporre all’artiglieria di cui gode il Real Madrid campione d’Europa: il test è di massima difficoltà ma i bianconeri – pur non rinunciando ad un assetto propositivo, vedi la scelta che sembra ricadere sul 4-3-1-2 marchio di fabbrica di Allegri rispetto alla gestione Conte – hanno le facoltà per tenere fede al dato e non lasciarsi travolgere. Sulle spalle di un implacabile Tevez invece il peso offensivo della squadra, è richiesto il salto di qualità a due interpreti decisamente validi ma che finora in tal senso lasciano ancora vivo qualche dubbio: Alvaro Morata e Roberto Pereyra. Lo spagnolo deve effettivamente far diventare questa notte la sua notte ed ha mezzi tecnici e fisici per riuscire nell’intento, manca quel quid di personalità che può e deve esibire. L’argentino invece, per questioni strettamente tattiche, può essere quella pedina che dà fastidio alle linee madrilene.

ENTUSIASMO – Era il 15 luglio, sembra un’eternità ma non lo è, quando Antonio Conte lasciava la barca Juventus e la dirigenza era costretta al cambio di rotta in corso d’opera: dentro Massimiliano Allegri e lo scetticismo generale verso una riconferma interna improvvisamente tutt’altro che scontata. La storia ha parlato diversamente e la Juventus si è aggiudicata il titolo nazionale stracciando la concorrenza ed azzittendo un ambiente che forse troppo frettolosamente aveva bocciato il nuovo corso. Oggi tutto ciò si traduce in un evidente surplus di entusiasmo: i calciatori hanno dimostrato di poter vincere ed affermarsi anche senza l’attuale commissario tecnico della nazionale italiana, Allegri ha fatto centro alla sua prima in bianconero e la società tutta si gode l’efficacia della scelta. Ulteriormente decifrato: la Juve arriva al grande appuntamento con la sua storia come meglio non potrebbe. Perché non crederci davvero?