La Germania umilia la Spagna. Borussia modello globale - Calcio News 24
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2013

La Germania umilia la Spagna. Borussia modello globale

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Un passaggio di consegne. Anche in termini di ranking Uefa, dove la Germania oramai insidia il secondo posto dell’Inghilterra e, con queste premesse, si lancia concretamente nella rincorsa alla prima piazza occupata proprio dalla Spagna. Passaggio di consegne non è proprio il termine idoneo, in quanto il Bayern Monaco ha già centrato due finali di Champions League negli ultimi tre anni.

ESPLOSIONE BORUSSIA – Neanche nel caso della squadra di Jurgen Klopp è tecnicamente corretta la denominazione di novità del panorama internazionale: dal 2008, sotto la guida dell’emergente tecnico tedesco, nasce quel progetto Borussia che dopo due anni di costruzione e profonda innovazione avrebbe dato avvio alla stagione di successi. Due titoli nazionali e una Coppa di Germania vinte seguendo l’imperativo della qualità di gioco: una proposta calcistica basata sulla velocità d’esecuzione, sull’intensità a tutto campo sia nella fase di non possesso che in quella di costruzione della manovra, sulle verticalizzazioni continue da intendere come ricerca della porta avversaria nel minor tempo possibile. Un 4-2-3-1 altamente dinamico dove scoperta del talento, valorizzazione ed integrazione nell’organico completano un disegno riuscito tanto alla perfezione da consentire di puntare, dopo due anni di successi in patria, all’affermazione europea.

ASFALTATO UN REAL ALLE CORDE – Il 4-1 inflitto al Real Madrid va ben oltre un risultato che, incredibilmente, non racconta in pieno quanto andato in scena al glorioso Westfalenstadion: il dominio in termini di reattività fisica, ritmo e qualità di gioco ha garantito al Borussia dieci nitide occasioni da gol, con il portiere spagnolo Diego Lopez chiamato agli straordinari per attutire l’impatto del dominio tedesco. Il calcio totale insegnato da Klopp trova margini di azione sia per vie centrali (gol del 2-1 e 3-1) che sulle corsie laterali (gol dell’1-0), con l’obiettivo di esaltare la vena realizzativa di un cecchino quale Lewandowski, il talento del fenomeno Reus e l’intelligenza tattica di Gotze; l’architrave della macchina perfetta è un centrocampo straordinario sotto il profilo atletico, l’unico neo è rappresentato dall’errore di disattenzione commesso dal centrale difensivo Mats Hummels in occasione del momentaneo 1-1 di Ronaldo che paradossalmente lascia qualche chance di rimonta ad un Real imbarazzante.

PERSONALITA’ E LAVORO – Ad una squadra piuttosto giovane, dopo gli elogi appena riportati, potrebbe mancare qualcosa in termini di carattere per poter dominare il palcoscenico internazionale: come non detto. Dopo un primo tempo letteralmente dominato, lo sfortunato colpo dell’1-1 del Real avrebbe tagliato le gambe ad un gruppo inesperto e timoroso. La vicenda si è sviluppata secondo tutt’altro filone, con la squadra di Klopp rientrata in campo nella ripresa ancor più determinata ed affamata, in grado di stendere al tappeto un avversario così potente sotto il profilo economico. Ecco l’altro punto cruciale: il Borussia Dortmund non ha speso valanghe di milioni per implementare il suo organico scegliendo la via della valorizzazione dei giovani talenti e mantenendo costantemente i conti in attivo di bilancio. Florentino Perez al contrario non ha badato a spese pur di regalare a Mourinho quei campioni in grado di fare la differenza ad ogni livello e regalare la decima Champions League al suo Real Madrid, risultando dunque tra i club più indebitati d’Europa. Tutto avrebbe dovuto deporre in chiave spagnola, ma a premiare è la validità del lavoro. Merchandising di successo, incassi dello stadio e plusvalenze nell’acquistare giocatori a prezzi modici, valorizzarli e venderli al prezzo di stelle affermate completano il quadro di una macchina perfetta. E, in relazione a quanto visto ventiquattro ore prima all’Allianz Arena, arriva il certificato della supremazia calcistica tedesca. Mai così meritata.