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Leganés, Mantovani: «In Italia dormii in stazione per il passaporto»

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Il capitano biancoblu e quella notte in Italia per ottenere il passaporto: «Non potevo permettermi un hotel e dormii in stazione con i senzatetto»

Questa stagione 2016-2017 è la prima in Liga per il neopromosso Leganés, mai riuscito a raggiungere la massima divisione spagnola nei suoi 88 anni di storia. Se questa vi sembrerà già di per sé una favola, provate a sentire quella di Martin Mantovani, difensore e capitano dei biancoblu: l’argentino, di origini chiaramente italiane, è arrivato a coronare il suo sogno a 32 anni suonati e dopo una vita di sacrifici. Come quando dovette tornare nel Bel Paese per questioni burocratiche e fu costretto a dormire in stazione per mancanza di denaro: «Dovetti viaggiare per prendere il passaporto e arrivai a mezzanotte, ma purtroppo c’era uno sciopero di bus e taxi. Non presi nemmeno in considerazione l’ipotesi di andare in hotel, non potevo permettermelo. Così trovai una stazione ferroviaria e dormii lì. Quando mi svegliai – ricorda ai taccuini di Mundo Deportivo – era pieno di barboni che stavano partecipando a una rissa».

UMILTA’ – Ora il portafogli starà certamente meglio, ma Mantovani non dimentica chi è e da dove è venuto: «Sono cose che oggi puoi raccontare con un sorriso, però in quel momento furono complicate. La gente pensa che i calciatori siano tutti fortunati, ma nel mio caso le cose non sono state facili. Ora mi sto prendendo una rivincita – spiega – ho la fortuna di poter giocare in Primera».

SOGNO REALIZZATO – L’età è insolita per un giocatore al debutto in Liga, ma il centrale del Leganés non si è mai dato per vinto e alla fine è arrivato al traguardo: «Il sogno c’è sempre stato. Certo, man mano che il tempo passava si allontanava sempre più. Ho giocato la mia prima partita in Segunda a 30 anni e in Primera a 32. Ho fatto tutto molto tardi. Ma non mi sono mai arreso, e queste cose ora hanno più sapore. Mi riempie d’orgoglio pensare a tutto quello che ho passato prima di arrivare dove sono arrivato».