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Lippi: «Nel regolamento c’è una norma fuori di testa»

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L’ex c. t. parla del ritorno mancato in Nazionale a causa di una normale del regolamento: «Era tutto fatto, poi mi informano di questa cosa»

Non è un segreto che Marcello Lippi fosse a un passo dal ritorno in Nazionale in veste di direttore tecnico. Poi una norma del regolamento che impedisce i conflitti di interesse, ha fatto saltare tutto: il figlio dell’ex commissario tecnico campione del mondo, Davide, è procuratore e tesserato FIGC. «È stato creato un articolo per vietare a un procuratore di lavorare se ha parenti in Federazione, una cosa fuori di testa! Mi hanno detto che avrebbero modificato quell’articolo, ma io non ho voluto: non voglio che siano fatte delle regole per favorirmi», ha spiegato ieri sera Lippi, ospite in tv de La Domenica Sportiva.

LIPPI: «ERA TUTTO FATTO» – Eppure, spiega l’ex c. t. «Avevo già firmato un pre-contratto, attendevamo l’ufficialità di Giampiero Ventura. Avevo già lavorato un paio di mesi ed avevo parlato con i vari candidati alla panchina, come Vincenzo Montella. Il giorno della presentazione di Ventura, il presidente ed il direttore generale della FIGC mi informano che da un anno e mezzo era stato modificata questa norma dello statuto sui procuratori».