Livaja: «All'Atalanta compagni invidiosi e con Colantuono...» - Calcio News 24
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2014

Livaja: «All’Atalanta compagni invidiosi e con Colantuono…»

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Le parole dell’attaccante croato sull’addio al club bergamasco.

RUBIN KAZAN ATALANTA LIVAJA – Dipinto come un “diavolo”, Marko Livaja, che era un considerato un ragazzo prodigio ai tempi della Primavera dell’Inter, non è riuscito a concretizzare il salto di qualità nell’Atalanta, che lo ha ceduto al Rubin Kazan dopo gli insulti e le minacce contro tutti e lo scontro con Stefano Colantuono.

LA VERSIONE – L’attaccante croato, che affronterà il Torino in amichevole, è tornato a parlare della sua esperienza italiana: «Non sono scappato. Si sono dette e scritte tante bugie, storie montate. Non sono io che non ho rispettato le regole ma altri, che hanno usato i tifosi. Arrivavo dall’Inter, mi hanno preso di mira, c’era invidia tra i compagni. E Colantuono non mi ha aiutato, anzi. In un allenamento ci siamo presi, se non ci dividevano i compagni non so come sarebbe finita. È iniziato tutto a gennaio, sono rientrato dalla Croazia con un virus, non mi sono allenato, dopo 4 giorni è passato. Erano venuti a trovarmi i miei genitori, mi hanno visto a pranzo con loro al ristorante e sui giornali mi hanno massacrato: “Non si allena e va al ristorante”. Immaginate i tifosi. Insulti su facebook, alla mia famiglia anche dopo Atalanta-Verona. L’allenatore mi aveva sostituito dopo 6’ nel secondo tempo, ero arrabbiato, dietro la panchina i tifosi mi hanno dato dello zingaro, insulti razzisti, minacce alla famiglia: ho detto basta. Sì, ho scritto italiani bastardi ma ce l’avevo solo con quei quattro tifosi, io la faccia la metto sempre», ha dichiarato Livaja a “La Gazzetta dello Sport”.

I GRANATA – Infine, sulla sfida amichevole contro il Torino: «Tornerò in Italia con il Rubin da vincitore. Il Torino è più forte dello scorso anno, e se rimane Cerci, con Quagliarella e Nocerino, possono puntare all’Europa».