Napoli, De Laurentiis: «Soddisfatto per quanto fatto da Benitez» - Calcio News 24
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2015

Napoli, De Laurentiis: «Soddisfatto per quanto fatto da Benitez»

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Tecnico e presidente del Napoli insieme in conferenza stampa

Giornata di conferenza stampa per il Napoli. A Castelvolturno parlano infatti Rafa Benitez e Aurelio De Laurentiis, ma non del futuro del tecnico. La società partenopea ha vietato qualsiasi domanda inerente all’approdo di Benitez al Real Madrid, e così non si accenna nè all’ingaggio delle merengues, nè al mancato rinnovo del contratto da parte di Benitez. A prendere per primo la parola in sala stampa è De Laurentiis: «Noi due anni fa abbiamo fatto un contratto per un anno, più un contratto di opzione sullo stesso contratto del primo anno. Opzione che è un diritto che il Napoli poteva esercitare entro una certa data. E questo è sempre una garanzia, perchè fare dei contratti pluriennali, dove poi bisogna trovare sempre un’uscita, è antipatico, sia per l’allenatore che per il club. Ma può creare anche un disagio economico e finanziario, e in questo Benitez si è detto disponibile, e così firmammo».

PASSATO E FUTURO – Ancora De Laurentiis: «Nel momento in cui esercitai l’opzione Rafa mi fece capire che non poteva che essere l’ultimo anno, perchè la moglie e le figlie lo reclamavano in una postazione più vicina. Me ne sono fatto una ragione, anche con Mazzarri dicevo di provarci, ma già mi ero mosso per altri allenatori molti mesi prima. Questo fa parte del gioco delle parti, così come fa parte del vostro gioco lo smantellare, in modo tale che il pubblico partecipi quasi ad una corrida. Questo può diventare pericoloso per quelle frange disinformate della tifoseria che possono prendere fischi per fiaschi. Ma abbiamo quell’esperienza per poter stare in campo a 360 gradi».

FUTURO – Parla poi Benitez: «Il mio ciclo qui è finito. Voglio dire addio alla squadra domenica, con la Champions League. E’ sempre triste lasciare un posto dove la gente ti tratta molto bene, sono stato coinvolto sin dall’inizio. La prima cosa che ho detto al presidente è che sono due anni che sono lontano dalla mia famiglia, questo mi ha fatto pensare. Qualche settimana fa ho parlato con mia moglie, ho provato a convincerla, ma alla fine la famiglia è sempre importante. Il presidente lo sapeva, ha visto che non era facile, e per questo lui doveva guardare avanti, e io dovevo fare tutto quello che c’era da fare per finire bene, così come ho fatto col Chelsea, provando a vincere fino alla fine, ma era chiaro che il ciclo sarebbe stato finito. La famiglia è stata la chiave per tutto. Io conosco perfettamente il fair play finanziario, so cosa significa. Credo che il Napoli abbia fatto uno sforzo per arrivare ad un punto, e siamo stati molto vicini. Per me è stato molto positivo la crescita della società e della rosa, ma un allenatore vuole sempre di più. Questo conta, ma la chiave per guardare avanti è stata soprattutto la famiglia, dopo sono arrivate le altre cose».

SCELTE – Sul prossimo allenatore, De Laurentiis parla così: «Rifondare è un verbo che non è adeguato. Diciamo di continuare a segnare. Se il mio concetto era quello di cercare l’internazionalizzazione allora ci siamo riusciti, ma non è detto che per farlo si debba vincere per forza uno scudetto. E io ho commesso un errore. Quest’anno ho abbandonato il ruolo di presidente per prendere quello di tifoso, e mi sono sbilanciato parlando dello scudetto. Ho disatteso le promesse che i tifosi hanno preso come fatte dalla società. Noi per il sesto anno consecutivo siamo l’unica squadra italiana in Europa. Questo è importante. Il processo di internazionalizzazione con Benitez è andato avanti. Il concetto di giocare con due mediani è andato avanti. Però non si può pretendere, visto che il Napoli fattura un terzo del Borussia Dortmund e della Juventus, di pagare otto milioni a giocatore all’anno per lo stipendio, oltre il cartellino. Non ci sono questi soldi nel bilancio. Quest’anno per la prima volta perderò una ventina di milioni, al 30 giugno. Non ci siamo tirati indietro».

INVESTIMENTI – Ancora De Laurentiis: «Se io decido di investire i miei soldi nella ristrutturazione dello stadio, e il 31 maggio presenterò in Comune il progetto di fattibilità che mi auguro di poter realizzare in 18 mesi, allora significa che di impostazioni importanti ne stiamo facendo. Dopo 11 anni voglio implementare l’italianità del club, creando una vera cantera. Sto cercando ettari per un centro per la cantera, sulla base dei più grossi club europei. Noi veniamo da un fallimento, e i primi 10 anni sono stati quelli per l’impostazione e per la verifica generale. Il territorio non era facile, ci siamo trovati con anche degli amministratori politici che non sempre ci hanno aiutato. Se lo stesso percorso lo avessi fatto in Germania forse avrei vinto uno scudetto? Forse no o forse sì. Due anni fa il Napoli era al 46esimo posto del ranking Uefa, oggi è al 20esimo posto, davanti a squadre come Siviglia, Inter, Roma. Nel ranking del IFFHS siamo al settimo posto, dietro squadre come Real, Bayern, Atletico, Barcellona e Juventus. Qui c’è una società, e vari allenatori che in questi anni hanno lavorato in modo giusto su un territorio complicato. A parte la Juve, negli ultimi anni siamo l’unica squadra italiana ad aver vinto due trofei, grazie a Rafa». 

CAMBIAMENTI – Sui cambiamenti che ha portato, De Laurentiis si esprime così: «Quando sono arrivato a Napoli, vedevo i bambini giocare con le maglie di Inter, Milan e Juve, perchè il Napoli era ormai in disgregazione, fino al fallimento. Ho trovato anche dei giornalisti che non tifavano più Napoli, ma altre squadre, e che quindi, invece di appoggiare il club, tranne alcuni che ringrazio, ci remavano contro, e continuano a farlo. Ma abbiamo le spalle forti, e li apprezziamo per questo, perchè sono coerenti: hanno deciso di rompere i coglioni, e continuano a farlo, ma noi andiamo avanti per la nostra strada».

BIGON – Su Bigon sono queste le parole di De Laurentiis: «Riccardo dopo sei anni avrà anche lui voglia di cambiare aria. Non dimenticate che Bigon viene dal nord, e vuole anche riavvicinarsi al suo territorio. Ha fatto parecchi anni a Reggio Calabria, poi ha fatto sei anni a Napoli, ed evidentemente voleva respirare un po’ di aria del nord».

BILANCIO – Poi di nuovo Benitez: «Credo che tutti sappiamo quanto è forte la Juve, lo abbiamo visto anche adesso, ma abbiamo combattuto e vinto due trofei, di cui uno contro di loro, e questo gli conferisce anche più valore. E’ difficile avere continuità quando gli avversari hanno quel fatturato. Ci sono momenti della stagione in cui una partita poteva avvicinarti di più alla parte alta della classifica, e questo cambia un po’ tutto. Sono convinto al 100% che la squadra è cresciuta. Fare due semifinali, essere fuori per due gol risultati, cambia tutto il lavoro. Come dicono i tifosi, al di là del risultato, la chiave per quello che si è fatto è questa: arrivare all’ultima giornata lottando per il terzo posto. Ci sono stati tanti errori, ma questo è il calcio. I tori si vedono sempre meglio dalla barriera, quando sei dietro. Ma quando sei in mezzo è più difficile. Il bilancio mi sembra abbastanza positivo. L’importante per me è vincere con la Lazio. Possiamo fare il record di gol segnati, se ci riuscissimo, sarei molto contento».

PROFILO – De Laurentiis parla anche della scelta di Benitez e di quelle del futuro: «Allenatore dal prestigio internazionale? Il prestigio non è qualcosa che viene dall’esterno, ma è qualcosa che noi abbiamo all’interno, o non ce l’abbiamo. Non è un problema di nazionalità, ma di cultura, di mentalità, di educazione, di capacità in breve tempo di diventare napoletani. Perchè essere napoletani è prima una condizione dello spirito, poi una realtà territoriale. Noi siamo una società forte, sana ed in espansione. Mi auguro che stia finendo questo periodo da medioevo, da inquisizione spagnola. Sono tranquillissimo e soddisfattissimo di aver avuto il cui presente cavaliere (Benitez, ndr) che ha accresciuto la nostra cultura. Ha sempre creato un clima molto disteso, e di questo gliene dobbiamo dare atto, sia nei confronti dei giornalisti, della squadra, e nei miei. Benitez è un uomo giusto per tutte le stagioni. Benitez al Real Madrid sarebbe una conferma della bontà della mia scelta? Assolutamente sì. Raccomandare Benitez a Florentino Perez? Io lo raccomando a tutti i presidenti».

SPERANZE – Benitez parla poi delle sue speranze per il futuro: «Ho sempre avuto tante speranze, e molta fiducia. Mi sento giovane, con tanta voglia di fare e lavoro con un gruppo perfetto. Per il futuro devo dar conto alla mia famiglia, non posso decidere da solo. Lasciatemi tranquillo per decidere con calma il mio futuro .Forse ho pagato la guerra sui cori contro i napoletani, ma ripeto che lo trovo qualcosa di ingiusto.Per i napoletani è importante stare spalla a spalla, uniti vicino alla squadra perché altre realtà sono più forti mediaticamente».