Lo vincerà Ronaldo ma lo meritano i tedeschi - Calcio News 24
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2014

Lo vincerà Ronaldo ma lo meritano i tedeschi

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Pallone d’oro 2014, l’analisi dei candidati: tracollo italiano, è Germania contro Ronaldo

FIFA PALLONE D’ORO CANDIDATI – Prima di tutto qualche dato: i tre club più rappresentati nella lista dei 23 candidati al Pallone d’oro 2014 sono Real Madrid (6: Ronaldo, Bale, Benzema, James Rodriguez, Kroos, Sergio Ramos), Bayern Monaco (6: Neuer, Lahm, Schweinsteiger, Muller, Gotze, Robben) e Barcellona (4: Messi, Neymar, Iniesta, Mascherano). Club italiani? Uno. Il solo Paul Pogba.

TRACOLLO ITALIANO – Dato impietoso se paragonato ai 10 candidati in forza alla Liga, ai 6 della Bundesliga ed ai 5 della Premier League (Courtois, Hazard, Diego Costa, Yaya Tourè e Di Maria). Di conseguenza non può andare meglio al movimento italiano, anzi di male in peggio: dall’uno della Serie A si scende allo zero in termini di rappresentanza nostrana. Va decisamente meglio a Germania (6: Neuer, Lahm, Kroos, Schweinsteiger, Muller, Gotze), Argentina (3: Messi, Mascherano, Di Maria) e Spagna (3: Sergio Ramos, Iniesta, Diego Costa). E’ lecito porsi almeno due interrogativi: quali sono i livelli di attrattività e di competitività del nostro torneo? Sono due concetti differenti, partiamo dal primo. L’appetibilità del prodotto Serie A sembrava consolidarsi un’estate fa: l’approdo dei vari Tevez, Higuain e Gomez aveva lasciato intravedere vecchie speranze. Processo che però non ha trovato conferme nell’ultima sessione di mercato: i campioni – ma anche quelli che ambiscono a diventarlo – preferiscono altri lidi, quando in contatto con i nostri club tentennano ed attendono la chiamata di una realtà internazionale. La competitività della contesa resta gradevole grazie ad un buon livello medio: ma mancano eccellenze e dunque – nel confronto europeo a determinati livelli – non si può che sfigurare.

CHI LO VINCE? – Beh, nell’anno del Mondiale è sacrosanto che questo ne determini l’assegnazione. Non è stato così nel 2010 – Messi in luogo di Iniesta che con il Barcellona aveva vinto quanto la Pulce ma che in più dell’argentino era stato il match-winner della finale mondiale in terra africana – ed il mondo del calcio si scandalizzò. E’ invece stato così nel 2006 (Italia campione, Cannavaro Pallone d’oro), nel 2002 (Brasile, Ronaldo), nel 1998 (Francia, Zidane), nel 1990 (Germania, Matthaus). Non andiamo ulteriormente a ritroso perché prima di questa data il trofeo non poteva essere riconosciuto ai calciatori non europei: per intenderci, Diego Armando Maradona non ha mai vinto il Pallone d’oro. Tornando all’attualità, guarda caso, come anticipato le due nazioni più presenti sono Germania ed Argentina: le finaliste di Brasile 2014. Il grande e paradossale rischio della corrente tedesca è che sia composta da giocatori tanto forti da non riuscirne ad eleggere uno sugli altri: come stava per accadere all’Italia nel 2006, quando a trionfare è un collettivo di assoluto valore e non l’individualità alla Messi o Ronaldo. L’opinione personale: lo merita un tedesco. E ce n’è – o meglio ce ne sarebbe – per tutti i gusti: Neuer, premiabile per l’interpretazione del ruolo e dunque per la profonda innovazione impressa alla figura del portiere, Muller per i cinque gol messi a segno (e siamo a dieci con gli altri 5 di Sudafrica 2010), Gotze per il mostruoso abbinamento di talento, età e capacità di essere determinante, Kroos semplicemente perché oggi è il miglior centrocampista al mondo, Lahm e Schweinsteiger per riconoscimento a carriere tuttora strepitose. Ma non andrà così.

RONALDO FAVORITO – Non andrà così perché da quando (2010) la riforma Blatter ha congiunto il Pallone d’Oro al Fifa World Player – in modo tale da eleggere un unico ed insindacabile migliore – il voto spetta ad allenatore, capitano e giornalista più rappresentativo di ogni paese affiliato alla Fifa. Lì dove, in tanti piccoli Paesi privi di una reale cultura calcistica, viene logico incanalare il calcio in un’ottica bidimensionale: Leo Messi e Cristiano Ronaldo. Icone mondiali che oramai vanno ben oltre i rispettivi e strepitosi livelli sportivi. Se, oltre a tutto ciò, aggiungiamo che la pezza d’appoggio del fuoriserie portoghese sia una Champions League vinta con ben 17 reti all’attivo (record), bene, il piatto è servito. Poco importa poi se il suo Portogallo nello scenario di Brasile 2014 abbia rimediato un’eliminazione alla fase a gironi e l’inarrivabile CR7 si sia a malapena visto: sia chiaro, il Portogallo non è così scarso come si vuol far credere (4’ nel            Ranking Fifa alla vigilia del Mondiale). Poco importa a loro, a chi ora vi scrive invece importa tanto: se non riesci a lasciare alcuna traccia nella massima vetrina calcistica non meriti il Pallone d’oro. O meglio: non lo meriti nell’anno del Mondiale. Anche se rispondi al nome di un meraviglioso campione quale Cristiano Ronaldo. L’altro, Leo Messi, la grande chance l’ha persa sul più bello: portare la sua Argentina in cima al mondo e raggiungere definitivamente il mito del connazionale Maradona. Non è andata così perché i più forti sono stati i tedeschi.