Mai vinto la Premier League? Poco importa se sei Gerrard - Calcio News 24
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2015

Mai vinto la Premier League? Poco importa se sei Gerrard

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Sta per lasciare il Liverpool e trasferirsi a Los Angeles: la storia di Steven Gerrard per la rubrica “10… e lode”

Si sono rincorsi un po’ ovunque nel tentativo di tributare il doveroso addio al calcio che conta ad un interprete di primissimo rilievo nell’ultimo quindicennio: Steven Gerrard lascerà Liverpool e Premier League alla scadenza naturale del suo contratto (il prossimo 30 giugno) e diventerà un calciatore dei Los Angeles Galaxy, club militante nella Major League Soccer statunitense.

IL SALUTO AD ANFIELD E ALLA KOP – “Ho sempre saputo che avrei iniziato e finito nello stesso club”. Bastano queste poche parole a racchiudere in pieno il Gerrard pensiero o meglio modus vivendi: se nasci a Liverpool, ci cresci e il destino ti dona in sorte di divenirne uno dei simboli più significativi della storia, alla fine non puoi andare altrove. Resti legato da un filo che non puoi spezzare perché non vuoi spezzare: sei quello che sei e come te ne esistono pochi altri. Lo scorso sabato l’ultimo saluto ad Anfield ed alla sua storica Kop: sullo sfondo la gara di campionato (persa) con il Crystal Palace, negli occhi della gente di Liverpool il vero senso della giornata, quello di lasciare un dolce ricordo al capitano di mille battaglie.

SOBRIETA’ – Deluso chi si attendeva fiumi di lacrime o scene sopra le righe: del resto difficile ipotizzarle quando il protagonista è un personaggio del genere. Certamente emozionato come mai si era visto prima, stravolto dal ricordo di quel che è stato e che non sarà più, ma irremovibile nel tenersi dentro buona parte dell’inevitabile terremoto emotivo: abbracciato alle figlie, orgoglioso, sobrio. Tra i tanti tributi comminati a Steven Gerrard scegliamo quello di Paolo Maldini (“A thousand battles, a tough but noble adversary. Good luck Steven, Mille battaglie, un duro ma nobile avversario, buona fortuna Steven”), storico capitano del Milan, perché è con il Diavolo rossonero che il campione inglese ha intrecciato la sua storia a quella italiana: impensabile dimenticare quelle due ravvicinate finali di Champions League, la clamorosa rimonta del 2005 dallo 0-3 con il Milan già festeggiante negli spogliatoi al termine del primo tempo, la rivincita di Maldini e compagni due anni dopo nel più classico dei disegni del destino. Che allora fu tanto perfetto da riproporre al Milan le sue due cocenti e recenti sconfitte: quella di Istanbul e la finale di Coppa Intercontinentale con il Boca Juniors.

QUELLA PREMIER MAI VINTA – I campioni di tale calibro non si scompongono neanche di fronte agli scivoloni: certo, quello di un anno fa pesa come un macigno nei ricordi di Steven Gerrard. Il Liverpool perderà ad Anfield Road contro il Chelsea di Mourinho ed il titolo inglese andrà al Manchester City: resterà l’unico grande rimpianto di una carriera che parla da sé per valore e passione, quello di non aver regalato una Premier League alla sua gente. A Liverpool il titolo manca dal 1990 – come al Napoli in Italia – e non ce l’ha fatta neanche Gerrard: 25 anni lunghi un’eternità per gente che però sa distinguere i suoi eroi a prescindere dai risultati. Il popolo dei Beatles ad ogni modo si è rifatto con i titoli internazionali e con le coppe nazionali, al popolo dei Beatles resta in dote un altro simbolo a cui aggrapparsi: coro unanime, a vedere i tributi riconosciutigli dall’intera Inghilterra calcistica. La standing ovation dello Stamford Bridge solo l’ultimo esempio. Eppure con la nazionale inglese della generazione d’oro non ha vinto nulla: anche in questo caso la gente lo ha saputo riconoscere. Così comune eppure tanto raro.