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Maldini: «La mia verità sul Milan»

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Paolo Maldini vuota il sacco. L’ex difensore non tornerà in società e ha voluto spiegare i motivi del suo rifiuto al Milan

Paolo Maldini non tornerà al Milan. L’ex difensore era stato corteggiato dal prossimo amministratore delegato rossonero, Fassone, e aveva avuto un incontro diretto con l’ad milanista. Maldini però non tornerà a far parte della famiglia milanista e ha voluto motivare attraverso un lungo post “Facebook” il suo rifiuto al Milan: «Il Milan è sempre stato per me un affare di cuore e passione, la mia storia, quella di mio padre e quella dei miei figli lo dimostrano e nessuno potrà cancellare questo nostro legame con i colori rossoneri. Proprio questo forte legame mi impone di essere attento, preciso e professionale nell’accettare l’incarico che mi è stato offerto; certo, sarebbe molto più facile seguire l’emozione della proposta e dire di si, senza pensare alle possibili conseguenze e partire a testa bassa in questa nuova avventura. Invece no, non posso, devo rispettare i valori che mi hanno accompagnato durante tutta la mia vita, devo rispettare i tanti tifosi che si sono negli anni identificati in me per passione, volontà e serietà, devo rispettare il Milan e me stesso».

IL RUOLO – Prosegue Maldini: «La retribuzione è sempre stata una conseguenza dell’accordo, mai la causa. Non sono stato certo io a rompere il nostro patto di riservatezza. Non ho avanzato richieste economiche, ho ribadito fin dal primo incontro che la definizione del ruolo fosse la chiave basilare di una possibile collaborazione, non avrei mai accettato per essere utilizzato come “la semplice bandiera”. Lo ribadisco: il Milan per me è una scelta di cuore. Mi è stato proposto il ruolo di Direttore Tecnico, prima di me è stato ingaggiato un Direttore Sportivo di fiducia dell’Amministratore Delegato, quindi, secondo l’organigramma societario che mi è stato presentato, avrei dovuto condividere qualsiasi progetto, acquisto o cessione di calciatore con il mio parigrado DS. A mia precisa domanda su cosa sarebbe successo in caso di disaccordo, mi è stato detto dal Sig. Fassone che avrebbe deciso lui. Detto questo, non credo ci fossero le premesse per un team vincente».

L’INCONTRO – Ancora Maldini: «Non ho mai chiesto di avere un contatto diretto con la proprietà per bypassare l’Amministratore Delegato; ho espresso la volontà di sentire dal Sig. David Han Li, Direttore Esecutivo della Sino Europe Sports, che ho incontrato solo per pochi minuti, cosa si aspettassero da me; avrei voluto ascoltare dalla sua voce quali obiettivi si fossero prefissati e quali investimenti avessero intenzione di fare. Credo che questa sia una richiesta seria che ogni professionista abbia diritto di formulare al proprio datore di lavoro, specialmente quando si ha alle spalle un passato come il mio con il club, fatto di appartenenza e di credibilità. Rimane l’amarezza di questi giorni per un sogno che è svanito e rimangono le polemiche strumentali che non mi hanno certo fatto piacere».