Mancini: «Bologna? Ci sono. Roma, sii veloce» - Calcio News 24
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2014

Mancini: «Bologna? Ci sono. Roma, sii veloce»

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Il tecnico ha parlato della sfida contro i Citizens e del suo futuro

MANCHESTER CITY ROMA MANCINI – Poteva viverla da protagonista in panchina, ma invece dovrà seguirla da spettatore Roberto Mancini. Ci riferiamo alla sfida di Champions League tra il Manchester City e la Roma, una sfida bella a prescindere per l’ex allenatore dei Citizens, che ha descritto le qualità del team di Pellegrini: «E’ una squadra forte ormai da diversi anni, ogni anno riesce sempre a migliorare, comprando giocatori molto bravi. In casa si esprimere sempre bene, è molto solida: tanto possesso palla e le giocate di calciatori imprevedibili», ha dichiarato al Corriere dello Sport, dove ha evidenziato le insidie per la Roma, che, dovendo fare i conti con alcune defezioni, partirebbe svantaggiata. Un’arma per Rudi Garcia potrebbe essere l’entusiasmo dell’ambiente.

DENTRO O FUORI – Nel calcio non esistono risultati scontati, ma certo è che il Manchester City dovrà battere la Roma per non complicarsi il cammino europeo: «Il City deve vincere a tutti i costi, c’è poco da girarci intorno. Se dovesse vincere la Roma, credo che per i Citizens potrebbe mettersi molto male, perché dovrebbero recuperare sei punti e poi venire a giocare all’Olimpico: diventerebbe una rincorsa molto difficile». Mancini considera poi “suo” questo Manchester City, del resto aveva bloccato lui Fernandinho nel 2013 e tra i nuovi c’è Mangala, arrivato quest’anno. Promossa la rosa dei Citizens, che vanta tanti campioni, altrettanto positivamente è stato considerato il gruppo della Roma, che ha rinforzato la rosa in estate.

CHIAVE TATTICA – Il tecnico ha analizzato poi la sfida con la lente d’ingrandimento tattica, sottolineando la forza del City nel possesso palla e in un attacco prolifico: «La Roma deve stare attenta a non concedere spazi. E deve tenere d’occhio Yaya Touré quando arriva da dietro. E poi occhio ai calci piazzati. La chiave della Roma? La velocità. Se avesse avuto un tridente con Iturbe, Totti e Gervinho, avrebbe messo in difficoltà la difesa del City, che soffre molto quando non ha riferimenti. Se li ha, sfrutta la forza fisica e la compattezza. Ma Garcia saprà meglio di me come fare».

IL RETROSCENA – Mancini ha parlato poi dell’incontro con Saputo, patron del Montreal, che gli avrebbe offerto con Tacopina la panchina del Bologna in caso di ritorno in Serie A: «Conosco Saputo, non Tacopina: ci siamo incontrati, ha voluto parlare con me. E’ una persona perbene, è molto innamorato del calcio italiano, quello di una volta, che oggi non c’è più. Le cose che ci siamo detti rimangono private. Per il Bologna, se ci sarà una possibilità in futuro, Saputo non sarebbe una grande occasione ma addirittura qualcosa di più. Al di là di quello che ci potrà essere con me, da tifoso del Bologna spero che un giorno torni ad essere una delle migliori squadre d’Italia, la città se lo merita dopo tanti anni».

CAMPIONI E TALENTI – Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport Mancini si è, invece, focalizzato su alcuni giocatori: «Keita è un calciatore che ho sempre stimato. Appartiene alla categoria di quei giocatori che vengono incomprensibilmente sottovalutati. E’ stato importante nel Barcellona e nella Roma può dare ancora tanto perché ha esperienza internazionale. Ha quasi 35 anni, ma sa gestirsi. Totti è ancora fondamentale perché con la classe che si ritrova sa come muoversi in campo. Corre meno, ma fa correre il pallone. Destro? Ha qualità. Lo ricordo ai tempi dell’Inter. Il valore tecnico non si discute, ma deve crescere. I giovani pensano spesso che quando arriva il successo il percorso di crescita sia finito. Non è così. Il talento va allenato ogni giorno. Pellé ha qualità e in Olanda è diventato un centravanti importante. Penso che Conte lo convocherà in Nazionale. Balotelli? Io continuo ad aspettare Mario».