Mandorlini: «Io catenacciaro? E l'Atletico Madrid?» - Calcio News 24
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2014

Mandorlini: «Io catenacciaro? E l’Atletico Madrid?»

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L’allenatore dell’Hellas Verona a 360°

HELLAS VERONA MANDORLINI – Intervenuto ai microfoni di Telenuovo durante la trasmissione Vighini Show, mister Andrea Mandorlini ha parlato della sua filosofia di gioco: «So cosa è il catenaccio: a Roma non abbiamo concesso occasioni e potevamo andare in vantaggio, questo non è catenaccio, per cui ci sono rimasto male quando quel giornalista di Roma mi ha dato del catenacciario. Ho visto Atletico Madrid-Juventus e Mandzukic era arretrato, hanno giocato sfruttando l’episodio. Il Manchester City ha concesso più spazi alla Roma e parliamo di una squadra che domina in Premier League. A me piace un calcio offensivo, difendere è più facile», ha dichiarato l’allenatore dell’Hellas Verona.

IL GRUPPO – Mandorlini ha parlato poi del valore dei singoli e della forza del gruppo: «Toni ha voluto rimettersi in gioco qui, è l’uomo-spogliatoio. Gollini mi ha sorpreso, è bravo. Lopez ha ottime potenzialità, ricorda Iturbe, ma forse è più cinico sotto porta. Saviola avrà altre occasioni, con lui non avrò mai problemi. Si sta integrando. Obbadi è stato importante a Roma. Marquez dopo l’errore di Genoa era molto arrabbiato, ma non gli ho detto nulla. Gomez? Non ti tradisce mai, è solido e fa gol. E’ migliorato. Comunque tutti i risultati partono dal gruppo».

INTENSITA’ E UNIONE – Il tecnico del club veneto ha parlato poi degli allenamenti e dei rapporti in società: «Allenamenti a porte chiuse? C’è poco da nascondere, ma si cerca sempre qualcosa di diverso e così si trova serenità. Abbiamo cambiato molto, ma parleranno i risultati. Mi piace molto questo Verona, è più consapevole nei propri mezzi. Setti? E’ incontentabile. C’è un buon rapporto, siamo in sintonia. Sogliano? Siamo simili, lavoriamo bene e si vede. Mi hanno sempre appoggiato. Mi piacerebbe restare qui a vita, sto bene. Vedremo… ».

L’AVVERSARIO – Mandorlini ha, infine, parlato di Zeman in vista della sfida contro il Cagliari: «Zeman non è più giovane, è un maestro. Ha sempre portato avanti le sue idee indipendentemente dai risultati, dagli ambienti e dai calciatori. E’ un punto di riferimento, cura molto la fase offensiva, ha mantenuto il suo metodo per la preparazione atletica. Dobbiamo capire dove è più vulnerabile».