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2014

La domenica con lui

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La Sampdoria ha ritrovato entusiasmo, grazie anche al passionale patron Massimo Ferrero. Ecco un ritratto del presidente doriano

MASSIMO FERRERO – Molto probabilmente Massimo Ferrero è una figura di cui la Serie A aveva bisogno. Il presidente della Sampdoria ha fatto tornare alla memoria di molti i presidenti istrioni degli anni Ottanta e Novanta del calcio italiano, il periodo in cui eravamo re e i self made men popolavano le tribune autorità dei nostri stadi prima di passare dalle aule dei tribunali ma quella è un’altra storia. Ferrero è una voce fuori dal coro nel panorama del nostro calcio, un personaggio fuori dagli schemi e incontrollabile ma che per il momento sta cercando di far tornare entusiasmo a una piazza come la Sampdoria per adesso abituata al rigore e alla compostezza della famiglia Garrone. Dopo anni di pacatezza, è arrivato Er Viperetta e la Samp è diventata una catino di passione.

PERSONAGGIO – Per descrivere chi è realmente Massimo Ferrero non basterebbe un articolo, servirebbe un film. Appunto, i film: Ferrero è un produttore cinematografico e non solo, è un uomo che si è fatto da sé e mantiene quella sua aria umile da figlio di grandi lavoratori sotto un’aura di vanità e di charme che vengono traditi dalla calata testaccina. E’ un personaggio, e questo basta per spiegare di chi siamo parlando. Nel mondo del cinema ha fatto di tutto, dal semplice factotum o autista al produttore anche all’attore, nei film dell’amico Ricky Tognazzi soprattutto; adesso possiede quasi sessanta cinema, tra cui il famoso Adriano a Roma, acquisiti dopo il fallimento da parte del Gruppo Cecchi Gori. Ha provato anche a operare nel campo degli aerei ma è andata male, tant’è che a Busto Arsizio c’è chi ancora indaga sul fallimento della Livingston, unica macchia nella sua finora gloriosa carriera di imprenditore. In estate ha preso la Sampdoria, quasi inosservato e dopo un arrivo in punta di piedi si è capito subito con che persona la Serie A aveva a che fare: un guascone, sempre in bilico tra la beffa e la serietà. E poi la sua voce, cadenzata e rauca, lo rende ancora più particolare così come il suo modo di allungare l’ultima vocale di una frase rimanendo quasi inebetito per due o tre secondi. Maurizio Crozza lo ha imitato e non poteva farlo in maniera migliore.

IL SOGNATORE – Attenzione a paragonare Ferrero a De Laurentiis, si tratta di due persone totalmente diverse. Innanzitutto Ferrero ha creato dal niente la sua attività, poi i caratteri sono all’opposto: egocentrici entrambi fino allo sfinimento ma, mentre il patron del Napoli potreste ammirarlo in una qualsiasi festa stile La Grande Bellezza (che nemmeno ha prodotto ma tant’è), Ferrero è uno da osteria del centro di Roma, magari entrate e lo vedete con la chitarra in mano a intonare canzonacce con Stefania Sandrelli da una parte e Marco Risi dall’altra, giusto per fare un esempio. E soprattutto non andate a dire a Ferrero che è il nuovo De Laurentiis, «E’ lui che mi ha rubato l’idea» vi risponderebbe con quella sua aria bizzarra, non si capisce mai se scherzi o dica sul serio. E molto spesso dice sul serio. Lo chiamano Er Viperetta, e anche questo è un ottimo indizio: quando mai in Serie A un presidente ha avuto un soprannome affibbiato da Monica Vitti? Non fatevi ingannare, non è un nomignolo denigratorio, è solo il frutto di uno schiaffo dato a un aggressore della Vitti stessa, tutto qua. Ferrero è soprattutto un sognatore, i suoi occhi sono due fessure tra barba e capelli grigi ma trasudano passione tutte le volte che parla della Sampdoria o esulta al Ferraris, un gol al Chievo o al Real Madrid non fa assolutamente differenza, c’è solo la Samp in testa. E pensare che era tifoso della Roma, «Tifo per la Sampdoria adesso, anche se è una bugia la dico volentieri» ha detto lui stesso.

FERRERO ROCHER – In estate la Sampdoria ha provato a fare un grande mercato ma incredibilmente molti dei giocatori seguiti hanno detto no. Il problema molto probabilmente non sta nemmeno nella mancanza di fondi – Cambiasso e Samuel potevano permetterseli in pochissimi effettivamente – ma forse in una carenza di appeal che ha investito la Samp negli ultimi anni. Ciononostante Ferrero ha comprato Bergessio e lo ha trasformato in Sylvester Stallone, suo grande amico – di Ferrero eh, non si hanno notizie di Bergessio e Stallone assieme. All’arrivo dell’argentino a Genova sembrava che fosse sbarcato Cristiano Ronaldo, con Ferrero lì ad aizzare i tifosi dopo aver incendiato la Gradinata su Twitter, cosa che fa regolarmente tutti i giorni con post sgrammaticati ma pieni di amore per il Doria. Forse proprio di questo i fan blucerchiati avevano bisogno, di uno che desse di nuovo la voglia di tornare a Marassi, non che Garrone non facesse abbastanza ma dalla morte di Riccardo la Samp si era un po’ affievolita, quasi fermata. E invece ecco adesso questo piccoletto che parla in romanesco come Trilussa e in tre mesi di gestione si è già dato da fare per trovare un nuovo impianto per la Samp o per restaurare il vetusto Marassi. La facciata, l’impressione allo sguardo esterno e l’apparenza sono importanti per Ferrero tanto quanto il resto: non parla di soldi ma di colori, non di affari interni ma di brand e musei, iniziative lodevoli anche se i tifosi sperano che sotto sotto una controllata ai conti la dia.

GENIO E FOLLIA – Parafrasando Corrado Guzzanti, il limite tra genio e follia è veramente sottile e quindi Er Viperetta è pazzo ma di pochissimo. Ce ne siamo accorti alla prima di campionato nelle interviste del dopo gara quando ha parlato in palermitano a Ilaria D’Amico invitandola a fare un film con lui. Imbarazzo in sala, risate a casa e tempi tecnici da attore un po’ rivedibili, ma in sostanza una scenetta che mancava al nostro calcio rigido nella forma ma non nella sostanza. Basta con tutti questi dirigenti ingessati che ripetono solo frasi fatte e robe a mezza bocca, ben venga uno come Ferrero verace e esaltato, impulsivo e ardente. Trovate voi un patron che va a incontrare i tifosi in fila per prendere i biglietti del derby; certo, poi non si sottrae alle foto e ai media, ma questo sta nel personaggio, uno che quasi quarant’anni fa faceva l’autista. La Sampdoria si candida a diventare una delle squadre rivelazione di questa Serie A soprattutto perché attorno a sé è riuscita a creare un entusiasmo che mancava dai tempi di Delneri se si esclude la cavalcata playoff con Iachini. Il merito sul campo è di Sinisa Mihajlovic, caratterialmente l’opposto del suo presidente ma come lui ambizioso e senza peli sulla lingua, ma fuori il protagonista indiscusso è uno e uno solo. Bella coppia Mihajlovic e Ferrero, dovrebbero farci un film.