Matteo Marani (GS): «Dybala? Kondogbia? Bacca? Macché, il vero colpo è stato Sarri» - Calcio News 24
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2015

Matteo Marani (GS): «Dybala? Kondogbia? Bacca? Macché, il vero colpo è stato Sarri»

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Intervista col direttore del Guerino tra matematica, un derby di Milano «pesante per Sinisa», una Roma da rafforzare e la solita Juventus

Il caldo è appiccicoso come d’ordinanza in questo luglio italiano che ci sta donando afa a go go, il solito interminabile calciomercato e da ieri anche il calendario della nuova serie A targata 2015/2016. Il luogo, invece, stordisce la vista dato che ci troviamo al riparo del Media Centre, sequenza di abnormi piramidi lignee poste all’ingresso del frequentatissimo (pure oggi, soprattutto oggi) Expo milanese.

Il sorteggio computerizzato messo in scena dalla Lega Calcio del dott. Beretta che ha già fatto sobbalzare tifosi e cronisti (Roma-Juventus il 30 agosto, il derby meneghino coincidente con la riapertura delle scuole, una intrigante Napoli-Lazio alla quarta ed una undicesima giornata da fitta alle coronarie) è terminato da qualche mezz’ora e il mio sguardo incrocia quello di Matteo Marani, direttore del Guerin Sportivo, autore di un libro fondamentale su Árpád Weisz, ma soprattutto persona misurata e ricca di fosforo nell’universo logorroico dell’informazione sportiva. La voce giusta per tirare le fila su di una giornata importante. Lo stuzzichino (dato che siamo nel luogo adatto) che ci porterà alla grande abbuffata di una stagione contratta, più lo slow-food di una finale di Champions League al Meazza e il dessert succulento di un Europeo in terra francese. Roba da far impallidire un nutrizionista.  

Allora Matteo, siamo alle porte di una cinquina bianconera oppure ti aspetti – almeno per quest’anno – un campionato con più effettive contendenti?
«Bisogna attendere la fine del mercato però la Juventus, questa Juve in particolare, potrebbe aver perso qualcosa a livello di organico. Le cessioni di Pirlo, Vidal e soprattutto Tevez non sono situazioni di poco conto, ma restano comunque i 17 punti di vantaggio che Buffon e soci hanno dato alla Roma lo scorso anno. A proposito, posso fare un po’ di sana aritmetica?».

Prego.
«Dunque, L’Inter a maggio è finita 32 punti sotto la Juventus. Ragionando su calcoli puramente teorici significa che i ragazzi di Mancini dovranno fare come minimo 15 punti in più quest’anno sperando che la squadra di Allegri ne faccia altrettanti di meno: una signora impresa, vero? E tornando alla Roma è inconcepibile che punti al tricolore non possedendo un centravanti di peso. L’anno scorso i suoi ‘bomber’ effettivi sono stati Totti e Ljajic finiti entrambi a quota 8 gol. Troppo poco, serve la doppia cifra per arrivare fino in fondo.».

Intanto Roma-Juventus piomba già implacabile alla seconda giornata: troppo presto?
«Decisamente sì, visto che non sarà decisiva come lo scorso ottobre quando entrambe giunsero allo scontro diretto sull’onda di 5 vittorie consecutive. Stavolta sarà una sfida più aperta, con meno frenesia psicologica nell’aria. In attesa – si spera – di qualche novità romanista là davanti…».

Il 23 agosto, intanto, tocca a Fiorentina-Milan inaugurare ufficialmente la stagione. Forse non quel blasonato big-match che molti media presentano fin da oggi…
«Per Mihajlovic sarà una gara interessante in attesa del derby con l’Inter alla terza giornata, quella sì una partita oltremodo pesante. Sarò onesto: a meno che non arrivi un certo Ibrahimovic e nonostante la bontà di un acquisto come Mario Suarez in casa viola, non credo che Milan e Fiorentina incideranno a livello di vittoria finale.».

In via Aldo Rossi staranno fischiando decine di orecchie…
«Quando si ricostruisce, bisogna essere innanzitutto pragmatici. E poi c’è il precedente di Milan-Lazio, prima giornata del campionato scorso: là vinsero i rossoneri 3-1 e qualcuno stese ponti d’oro per il team di Inzaghi non notando allo stesso tempo i progressi della formazione di Pioli. Ovviamente sappiamo com’è finita…».

Mettiamo che l’Inter faccia filotto: 12 punti nelle prime 4 giornate con Atalanta e Milan in casa e Carpi e Chievo fuori: fattibile?
«Sicuramente, tra le big, la compagine nerazzurra potrebbe avere un inizio più facile, ma decisivo resterà il derby alla terza, oltre naturalmente a partire bene con i bergamaschi. Dodici mesi fa il pareggio esterno a reti bianche con il Torino diede inizio al calvario di Mazzarri e cominciarono ad emergere i primi malumori nello spogliatoio. C’è poco da fare: ben venga un mercato importante – e quello dell’Inter lo è stato al 100% – ma sono le vittorie iniziali a mettere benzina nel motore.».

Qual è stato, secondo la filosofia del Guerino, il colpo di mercato più intelligente finora?
«Maurizio Sarri al Napoli: un allenatore che, ovunque vada, porta con sè valore aggiunto. E poi, se parliamo di grandi investimenti, i soliti noti:
Bacca, Kondogbia, sicuramente Dybala. Più il già citato Suarez: costato zero alla Fiorentina con in più l’aggiunta dei 10 milioni di conguaglio ottenuti della cessione di Savic all’Atletico Madrid. Per me un ottimo affare.».

Questo sarà anche il campionato che ci condurrà all’Europeo di Francia 2016. Dal 2000 ogni torneo collegato alla kermesse continentale si è concluso con una squadra differente in cima alla classifica (nell’ordine Lazio nel 1999/2000, Milan nel 2003/2004, Inter nel 2007/2008 e Juventus nel 2011/2012). Sorprese in arrivo pure a questo giro?
«Non conoscevo questa statistica,, ma tranquillo che non mi freghi: la Juve resta sempre la favorita numero uno… (sorride) Poi, se proprio devo fare una scelta emotiva, ti dico il Napoli di Sarri. Sarebbe meraviglioso se un tecnico ‘di provincia’ (mi raccomando le virgolette!) dovesse vincere lo scudetto a 56 anni. La vedrei come una bellissima storia di calcio.».

Questo calcio italiano che, da tempo immemore, fatica a rivedere la luce. Non parliamo solo di ultras, scandali e tracolli economici, ma di risultati sportivi.
«Bisogna essere ottimisti. Intanto a questo giro abbiamo avuto due semifinaliste in Europa League (e non ci capitava dal 2002) più una finalista in Champions dai tempi dell’Inter di Mourinho. Ti riporto un dato ancora più ecclatante: nè Toni (ok, lì conta l’età…) nè Icardi hanno lasciato il nostro Paese col titolo di capocannoniere in tasca. In passato invece era successo con Ibrahimovic, Cavani e Immobile. Insomma un segnale di ripresa c’è. L’Italia ricomincia a mostrare un certo fascino…».

Le foto di Matteo Marani all’Expo di Milano sono state cortesemente scattate da Cecilia Gatto.

Intervista a cura di Simone Sacco; per comunicare: calciototale75@gmail.com