Fassone risponde a Raiola: «La dichiarazione di guerra è la sua» - Calcio News 24
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Fassone risponde a Raiola: «La dichiarazione di guerra è la sua»

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Nuove dichiarazioni dell’ad del Milan Marco Fassone sul caso Donnarumma: una risposta a tono all’agente Mino Raiola, che ieri ha criticato la gestione della società nella trattativa per il rinnovo

Dopo l’apertura ad un possibile riavvicinamento per il rinnovo di Donnarumma e l’analisi dell’ipotesi Perin come successore, l’ad del Milan Marco Fassone è tornato a parlare, rispondendo alle accuse di Mino Raiola. Ecco le sue dichiarazioni ai microfoni di Premium Sport: «Giocatore e agente hanno fatto una valutazione tecnica ed economica, ritenendo di rivolgersi in futuro a un club con pedigree più altolocato e maggiore disponibilità finanziaria. Raiola vuole valorizzare economicamente il percorso del giocatore e intende spostarlo per massimizzare i ricavi. Per l’assistito e per se stesso. Quella del tempo è solo una scusa. Lo striscione? Era di solidarietà alla linea della società. Mentre Raiola tendeva sempre a rallentare, Donnarumma ci diceva di volere il Milan. Alla fine ha prevalso la linea dell’agente e io sono convinto che in cuor suo Gigio non sia convinto della decisione presa. Raiola ha usato la sua influenza, e lui su Gigio è molto influente. Pensateci un attimo: un ragazzo di 18 anni e un procuratore importante con grande personalità».  Continua Marco Fassone, tornando anche sullo scontro tra Raiola e il ds Mirabelli. Ecco quanto riporta Premium Sport: «Come poteva finire? Mi aspettavo che Raiola comprendesse la nostra esigenza di andare in ritiro sereni. Se per mobbing intende aver fatto qualche telefonata di sollecito con Gigio e i suoi familiari, allora la risposta è semplice: mi pare del tutto normale che per un giocatore così importante ci si provi fino all’ultimo. E’ normale fargli sentire l’amore. Mino usa argomentazioni pretestuose. E se attacca Mirabelli, attacca tutto il Milan. La dichiarazione di guerra è la sua. La verità è che Raiola va contro Mirabelli perché vuole scavare un solco all’interno del Milan. Ma il giochino non funziona e non riesce. Non si sono presi perché Mirabelli non è uno che scende a compromessi Fretta? Evidentemente abbiamo concetti temporali differenti».