Muriel: «Mihajlovic mi fece piangere» - Calcio News 24
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2015

Muriel: «Mihajlovic mi fece piangere»

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L’attaccante della Sampdoria ha parlato della sua rinascita

A Genova ha ritrovato presenze, gol e sorriso: in pochi mesi è cambiata l’aria per Luis Muriel, che all’Udinese era triste e ingrassato, e non soltanto a causa degli infortuni, mentre ora è un figurino tutta corsa e dribbling. «Quando uno è contento, è libero di testa e ha la fortuna di arrivare in un gruppo come questo, tutto viene naturale. Più che convincermi Mihajlovic, sono stato io a cambiare mentalità. L’ultimo anno e mezzo a Udine è stato brutto. Le incomprensioni con Guidolin, le chiacchiere sul mio peso, l’infortunio, le troppe panchine… Avevo bisogno di ripartire, ricominciare da zero, anche nel modo di stare in campo. Ora neanche mi rendo conto di quanto corro», ha dichiarato l’attaccante della Sampdoria ai microfoni di SportWeek.

IL FLOP – Muriel ha approfondito poi il discorso relativo all’addio all’Udinese, esperienza finita male: «Il primo colpevole sono io, non lo nascondo. Ero abituato a giocare sempre, il fatto di non farlo più con continuità ha spento la luce nella mia testa. Ho mollato e dopo era tardi per riattaccare la spina. Ho sbagliato, ma ormai erano cambiate troppe cose e non aveva più senso restare. Quando ho voluto ricominciare e riprendere per mano la mia vita non c’ero più con la testa. La mancata convocazione al Mondiale è stata la mazzata finale. Si è giocato in Brasile, ed esserci, per un sudamericano quale sono, sarebbe stato il massimo».

IL RETROSCENA – Il colombiano, diventato più maturo anche grazie alla figlia Maria Paula, ha poi svelato un retroscena relativo al rapporto con mister Sinisa Mihajlovic: «Il mister chiese di incontrarmi quando ancora non avevo firmato il contratto. Mi disse: “Voglio che tu torni a sorridere. Con me diventerai il campione che tutti aspettano”.Non avrei mai immaginato di sentire quelle parole. Mi sono sentito desiderato e, dopo tanto tempo, pieno di orgoglio. Quando le riferii ad Alessandro Lucci, il mio procuratore, scoppiai a piangere. Fa sentire tutti importanti. Tutti contenti, anche quelli che non giocano. Basta vedere come esultano quelli in panchina quando chi sta in campo fa gol. È questo il segreto di Mihajlovic e della Samp», ha raccontato Muriel.

IN ATTACCO – Genova lo rende felice. Il mare e l’allegria del gruppo sono una nuova musica per Muriel, che ha parlato dei compagni di reparto Samuel Eto’o e Eder: «Al primo allenamento mi ha detto “Sei troppo veloce. Mamma mia, mamma mia quanto sei veloce. E’ un giocatore completo, che magari rispetto a me che sono più giovane si muove meno e tocca meno palloni, ma quei pochi li fa diventare decisivi. Eder? È forza, velocità, tiro… tutto. A fine allenamento ci sfidiamo sulle punizioni: calcia veramente forte».