Nani, ballerine e calciatori: Tardelli e altri 10 colleghi italiani dal calcio alla politica - Calcio News 24
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2014

Nani, ballerine e calciatori: Tardelli e altri 10 colleghi italiani dal calcio alla politica

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Da Altobelli a Ulivieri passando per Nervo e Rivera: quando il calcio entra in politica (o prova a farlo)

MARCO E I SUOI FRATELLI – E’ di pochi giorni fa la notizia della candidatura di Marco Tardelli con il Partito Democratico per le prossime elezioni europee. Ha fatto scalpore questo endorsement di Tardelli, anche perché tutti noi ce lo ricordiamo mentre grida di gioia al Bernabeu e rimane difficile pensarlo con giacca e cravatta a una scrivania. Eppure Tardelli non è il primo – e, potete metterci la mano sul fuoco, neppure l’ultimo – calciatore a tentare la via della politica. Ancora prima di Tardelli ci hanno provato in tantissimi, abbiamo selezionato per voi i dieci casi più famosi e li abbiamo messi in ordine alfabetico, non sia mai che in tempo di elezioni qualcuno possa prendersela. Vale la pena però ricordare che la politica è sangue e merda come diceva Rino Formica, quindi non a tutti è andata bene, ma andiamo a scoprire il cursus honorum di dieci calciatori italiani.

ALESSANDRO ALTOBELLI – Rossi, Tardelli, Altobelli: i tre goleador della finale di Madrid 1982 hanno tentato tutti la carriera politica, così come Cabrini che in quella partita sbagliò un calcio di rigore. Spillo ha un discreto pedigree nell’ambito della cosa pubblica, negli anni novanta è stato assessore allo sport per il comune di Brescia e nel 1996 ha provato a entrare alla Camera per il collegio Brescia – Roncadelle ma, nonostante l’appoggio del centrodestra, non ha ottenuto la percentuale di voti necessaria. Non è stato un carro armato a vele spiegate dunque, usando le sue parole; recentemente Altobelli ha appoggiato Paroli del PDL come sindaco di Brescia.

FRANCESCO GRAZIANI – Ancora Spagna 1982, la formazione dell’Italia campione del mondo ha dato molto alla politica. Molti di voi ricorderanno Graziani come fumantino allenatore del Cervia nelle due edizioni del reality Campioni – Il Sogno ma l’ex attaccante di Torino e Roma ha tentato pure la carriera nelle amministrazioni locali: nel 1994 è stato sostenuto da Forza Italia e dalle altre forze di destra per il Senato per il collegio di Arezzo ma un basso numero di voti non gli ha permesso di essere eletto. Graziani comunque ha trovato poi fortuna nell’associazione veterani dello sport del capoluogo toscano, divenendone presidente dal 2008 al 2013.

MASSIMO MAURO – Ha giocato con Maradona, Zico e Platini ma questo lo sa tutto il mondo, è stato presidente del Genoa e qui si va un po’ più sul ricercato, ma in pochi ricordano che Massimo Mauro ha una florida carriera a livello politico. Magari non usa i congiuntivi ma quando si parla di amministrare ci sa fare eccome: nel 1996 è eletto per la Calabria nella Camera dei Deputati con il partito L’Ulivo e entra nei DS, ma sembra che abbia avuto qualche scaramuccia di troppo nientedimeno che con Massimo D’Alema e quindi se ne sia andato. Ha appoggiato apertamente il PD nelle ultime tornate elettorali ed è pure entrato nel partito.

CARLO NERVO – Dagli scatti sulla fascia alla fascia di sindaco, forse Carlo Nervo è quello che ce l’ha fatta più e meglio di tutti. Appesi gli scarpini al chiodo Nervo, sei presenze in nazionale, ha aperto uno showroom di mobili vicino a Bassano del Grappa e, udite udite, è diventato sindaco del comune di Solagna nella provincia di Vicenza. Già ai tempi del Bologna riusciva ad amministrare bene la sua zona di campo, adesso invece è da ben cinque anni sindaco del suo paese natale per la Lega Nord. L’alleanza di cui fa parte coinvolge esponenti di destra e di sinistra, ma nonostante i richiami del partito Nervo va avanti come ai bei tempi da tornante.

GIANNI RIVERA – Uno dei pionieri nel campo dei calciatori che entrano in politca senza dubbio è stato Gianni Rivera, che lo ha fatto in un’epoca in cui la cosa fece addirittura molto scalpore. Negli anni del tramonto della DC, nel 1987 si candidò nella corrente più progressista della DC e poi il suo cursus honorum è continuato nelle file di Rinnovamento Italiano e poi con Prodi nella Margherita. E’ stato addirittura sottosegretario alla difesa e parlamentare europeo prima di cambiare sponda e passare al sostegno di Letizia Moratti come sindaco di Milano. Nel 2013 ha corso per il Centro Democratico assieme a Tabacci, il suo Nereo Rocco in politica.

PAOLO ROSSI – Da uno che arriva da un centro industriale come Prato e che riesce a far vincere un mondiale all’Italia battagliando coi difensori avversari come i guerriglieri cubani ci si aspettano simpatie di sinistra e invece Paolo Rossi ha tentato la carriera politica con la fazione diametralmente opposta. E’ il 1999 e Pablito – anche il soprannome è un po’ da zapatista, diciamocelo – si candida alle elezioni europee nel collegio Nord-Est con Alleanza Nazionale, entrando pure nelle grazie di Gianfranco Fini. Craxi tirò fuori per lui la famosa espressione “nani e ballerine” che venne usata per il suo Partito Socialista.

FABIO RUSTICO – Rustico è nato a Bergamo ma doveva nascere a Leningrado. Classe 1976 è stato un calciatore sui generis perché ai tempi in cui la barba ce l’avevano i fricchettoni lui era l’unico in Serie A con una barba alla Breitner (celebre maoista). Ha smesso a ventinove anni la maglia dell’Atalanta per la politica, soprattutto per quelle giovanili, venendo pure eletto con partiti di sinistra. Uno dei pochi a marcare Totti e Vieri e poi gettarsi a capofitto a trovare soluzioni per i centri sociali bergamaschi; i suoi numi tutelari? Seneca, Cacciari, Marcuse, Veltroni e Mondonico.

GIUSEPPE SAVOLDI – Avete presente il signor Mastella, professione demolitore di governi? Si è detto della sua variegata passione politica, ma c’è anche tra i calciatori chi cambia idea un po’ troppo spesso, vedi Giuseppe Savoldi detto Beppe. Ex bomber di Bologna e Napoli, Savoldi prima si è candidato a Bergamo per la Lega Nord, poi è passato nelle file di SEL lo scorso gennaio, per poi ritirarsi poco dopo. In un’intervista a La Repubblica rilasciò questa dichiarazione sibillina: «SEL e Lega uguali? Se uno vuole dare un contributo all’Italia, al popolo, a Bergamo, non importa tanto il colore, no? Al ragazzo che fa sport non chiedi di che partito sei».

STEFANO TACCONI – Quell’aria fiera e da superuomo che aveva in campo, Stefano Tacconi ha provato a tirarla fuori anche in politica (e pure in cucina visto che ha il diploma di cuoco, ma questa è un’altra storia). Tacconi infatti nel 1999 si candida assieme a Paolo Rossi con AN ma viene trombato, così come l’ex compagno di nazionale; in seguito nel 2005 non ottiene le firme necessarie per potersi candidare come sindaco della Lombardia con il Nuovo MSI – partito che ha avuto poca storia. Infine ha dato l’appoggio alla Moratti a Milano ma anche lì è stato trombato. Per finire il curriculum, ecco anche l’esclusione dall‘Isola dei Famosi.

RENZO ULIVIERI – Da calciatore non ha avuto una lunga carriera, ha sempre preferito amministrare e cercare di indirizzare gli altri, sia da allenatore prima che da presidente dell’AssoAllenatori e da politico poi. Toscano doc, è comunista ancor prima di nascere perché nella sua San Miniato è quasi un obbligo esserlo: da grande diventa consigliere comunale e assessore del PCI e poi di SEL e adesso è ancora dentro al partito di Vendola e gode di un’alta considerazione ma questo non gli ha permesso di potersi prendere il seggio come senatore nelle elezioni del 2013 a causa del flop di SEL.