Napoli eccellenza d'Europa: 4 in doppia cifra realizzativa - Calcio News 24
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Napoli eccellenza d’Europa: 4 in doppia cifra realizzativa

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La netta vittoria sull’Udinese avvicina il Napoli al secondo posto e ne certifica un ulteriore traguardo

Napoli batte Udinese con il risultato di 3-0 e, complice lo stop interno subito dalla Roma per mano dell’Atalanta, dimezza il gap che lo separa dal secondo posto, ultimo utile per accedere in via diretta alla prossima edizione della Champions League: le lunghezze di distanza dai giallorossi ora sono appena due, con sei turni mancanti al gong del torneo. Una rimonta dunque alla portata degli uomini di Sarri. Che intanto hanno piazzato un’eccellenza non da poco conto: nei primi cinque campionati europei – Liga, Premier League, Serie A, Bundesliga e Ligue 1 – soltanto il Napoli ha portato quattro calciatori in doppia cifra realizzativa.

Dries Mertens, 21 reti ed 8 assist: l’oro di Napoli

Il Napoli con 75 reti all’attivo vanta il primo attacco della Serie A: i partenopei segnano alla strepitosa media di 2.34 reti a partita, e vanno in rete con costanza maggiore rispetto a quanto accaduto un anno fa. Quando tra le fila del Napoli presenziava un certo Gonzalo Higuain. La divisione collettiva di quella torta così ingombrante è il principale vanto del lavoro di Maurizio Sarri: rispondere con reattività alle problematiche che si pongono sul cammino. Prima l’addio di Higuain, la fiducia al giovane Milik che mai aveva messo piede in Serie A, poi il tremendo infortunio del centravanti polacco. Quando tutto sembrava perso, con la mancata risposta di Gabbiadini, ecco l’invenzione: Dries Mertens riferimento centrale. Il Napoli è tornato a volare, il resto lo ha fatto questo genietto: il folletto belga viaggia per le 30 reti stagionali, firme di eccellente fattura, onestamente non ci sembra dover aggiungere altro. Se non gli applausi.

Il Napoli di Lorenzo Insigne: 14 reti e 7 assist

Eppure dopo un avvio di stagione a dir poco complesso qualcuno gli aveva già girato le spalle: un ambiente che ancora non ha compreso a pieno la figura centrale di questo funambolo nel presente e nel futuro del Napoli. Lui, partenopeo di sangue, inevitabile emblema di una squadra che incanta per proposta calcistica e che vuole vivere un’ambizione da primissima donna: l’aggancio alla Juventus, da effettuare il prima possibile. Da vivere con Lorenzo Insigne: il rinnovo contrattuale a cifre decisamente importanti è il riconoscimento ad una seconda fase di stagione disputata da top player a livello internazionale. Gol, uno più bello dell’altro, perché lui i gol brutti non sa dove siano di casa: assist fantascientifici ai compagni, una presenza costante nella manovra della squadra. E le risposte di personalità che ha sempre dato e che il suo popolo gli continua a chiedere con insistenza: Napoli ed Insigne, ne vedremo delle belle.

Capitano, mio capitano: Marek Hamsik, 11 reti e 10 gol

Numeri che lo collocano con Radja Nainggolan in capo alla lista dei centrocampisti della nostra Serie A: come Marek Hamsik in giro ce ne sono pochi. Lo sviluppo del complesso gioco ideato dalla mente di Maurizio Sarri passa inevitabilmente dalla scaltrezza con cui lo slovacco gioca il pallone con entrambi i piedi: non a caso Hamsik non esce mai. Davvero mai. Rotazioni previste per quasi tutto l’organico, grazie ad una profondità di rosa mai conosciuta prima, eppure per il capitano non c’è sosta: senza di lui la squadra non gira come in sua presenza. Perché quando la palla è tra i suoi piedi si innesta l’imprevedibilità del tessuto sarriano: può calciare con entrambi i piedi, ha la qualità per trovare un compagno vicino o lontano, ha una visione di gioco che soltanto i fuoriserie del pallone rotondo possono vantare. E poi i suoi numeri: sempre incredibilmente inarrivabili. Il mito Maradona è lì: una manciata di reti per sancire il sorpasso ed il definitivo accostamento – senza essere tacciati di lesa maestà – nel cuore del popolo partenopeo.

Robot Callejon, 10 reti ed 11 assist: pedina chiave del Napoli di Sarri

Il gol siglato all’Udinese è quello che fa scattare la quadrupla doppia di casa Napoli, elevando così il club in Europa, traguardo non ancora centrato da altra realtà internazionale: merito palese di una squadra che vanta una diversità di soluzioni riscontrabile soltanto nel Monaco di Jardim e nel Barcellona di Luis Enrique, club che condizionano il raggiungimento del risultato alla qualità della proposta calcistica offerta. In questo Napoli José Maria Callejon funge anche da equilibratore: i suoi movimenti sono studiati nel dettaglio e finalizzati a garantire la tenuta complessiva della squadra, in fase di possesso e non. Ragion per cui Maurizio Sarri se ne priva molto raramente: l’intelligenza tattica dello spagnolo, unita ai suoi numeri da attaccante vero, è merce che non si trova al mercato. L’ultimo step della creatura Napoli sarà quello di progredire sulla strada della compattezza difensiva: una decina di gol incassati in meno si tradurrebbero inevitabilmente in una lotta ad armi pari con la corazzata Juventus. Una pagina che l’intera Napoli vuole vivere.

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