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No Pavoletti – Napoli: è Muriel quello giusto, i tre motivi

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Il Napoli alla ricerca di una prima punta per completare in organico: Muriel balza in pole position

Ci siamo: gennaio è alle porte e c’è poco altro tempo da perdere se l’obiettivo è quello di consegnare a Maurizio Sarri un centravanti di ruolo all’immediata riapertura del calciomercato. E’ logico dedurre che il Napoli attenda lo scoccare della sessione invernale per ufficializzare un’operazione i cui tempi vanno necessariamente anticipati.

TRAMONTA PAVOLETTI – Il bomber del Genoa era per certi versi quello che più convinceva l’asset dirigenziale partenopeo: stazza fisica e fiuto del gol da centravanti puro, buoni movimenti, confidenza massima nel pieno dell’esplosione della sua carriera. Gli infortuni in cui è occorso in questi mesi hanno però raffreddato gli animi di De Laurentiis e collaboratori: troppo alto il rischio di sommare infortunato (Pavoletti) ad infortunato (Milik) e ritrovarsi con un cubo di Rubik ancor più irrisolto.

SALE MURIEL – Sei reti e tre assist in questa prima fetta di campionato, un bottino che pare aver convinto il Napoli sulla bontà dell’operazione: classe ’91, approderebbe all’ombra del Vesuvio un attaccante che sembra essersi messo alle spalle la catena di infortuni che ne hanno condizionato rendimento e consacrazione. Ecco la prima delle ragioni che, nell’alveo dei nomi circolati, spingerebbe nella direzione di Luis Muriel: la continuità finalmente trovata. Il colombiano ora gioca praticamente sempre ed ha imparato a gestirsi nel corso della gara, quando – fino a qualche tempo fa – i suoi scatti continui lo estromettevano di fatto dalla contesa dopo un’ora scarsa di gioco.

ALTRE DUE RAGIONI – Il secondo motivo è legato alla sua carta d’identità: 25 candeline, Luis Muriel ha tutto il tempo davanti a sé per aderire alle aspettative che il mondo del calcio aveva riposto in lui quando era poco più di un bambino. Tra i nuovi crac del calcio sudamericano, mix letale di velocità nel breve e nel lungo, tecnica di base, potenza fisica e fiuto del gol. Poi i continui stop che ne hanno compromesso lo scenario, oggi Napoli ha tutte le carte in regola per risultare la piazza che lo lanci a determinati livelli e lo consacri tra gli attaccanti più interessanti del palcoscenico internazionale. C’è la Champions League da disputare: qualora il Napoli superi il turno ed acceda agli ottavi, magari da prima forza del gruppo, avrebbe il dovere di presentarsi al grande appuntamento con le carte in regola. Per giocarsela come in passato è meravigliosamente riuscito alle outsider Porto, Borussia Dortmund ed Atletico Madrid. Se non bastasse c’è una terza argomentazione che lo rende oltremodo appetibile: la complementarietà con Arkadiusz Milik. Quando il polacco rientrerà a pieno regime, mister Sarri si ritroverebbe con due centravanti di grande valore e dalle caratteristiche differenti: uno più di stazza e da servire palla al piede (Milik), l’altro più propenso ad aggredire spazi e profondità (Muriel). Uno sinistro e l’altro destro, uno più specializzato nel gioco aereo e l’altro più nella soluzione finale palla a terra.

LA TRATTATIVA – Difficile ma non impossibile: ardua sì, perché c’è di mezzo un calciatore di assoluto valore e che sembra aver imboccato proprio ora la retta via, con il trasferimento alla Sampdoria che ne ha rilanciato le quotazioni dopo la parentesi non entusiasmante di Udine, all’ombra dell’intramontabile Totò Di Natale. Ma fattibile: il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero – proprio ai nostri microfoni in occasione di un evento in cui ha presenziato Fabio Capello – ha fatto il prezzo. Trentacinque milioni di euro e Luis Muriel parte. Fossimo nel Napoli ci penseremmo seriamente a chiudere questa storia: una ventina di milioni si recuperano dalla cessione di Gabbiadini – che, a prescindere dall’analisi sugli eventuali demeriti, è finora venuto meno proprio nell’unico momento in cui realmente serviva – e con un netto di 15 ci si rafforza innestando una prima punta senz’altro più incline alle esigenze tattiche di Maurizio Sarri. E che può nuovamente infiammare un San Paolo d’un tratto spuntato come non gli accadeva da anni.