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2015

Non è colpa della Juventus

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Barcellona campione d’Europa: Juventus battuta, l’analisi della finale dell’Olympiastadion di Berlino

La Champions League 2014-15 va al Barcellona che conquista con enorme merito la finale dell’Olympiastadion di Berlino e corona un cammino di rara bellezza ed intensità: è Triplete, per la seconda volta nella sua storia, esce sconfitta una Juventus il cui cammino non può essere assolutamente ridimensionato perché interrotto soltanto di fronte ai più forti del mondo.

VINTA PRIMA DI INIZIARLA – Netto il divario a livello di talento e genio calcistico tra questo Barcellona e tutta la concorrenza: lo racconta un cammino in cui le squadre più titolate al mondo hanno raccolto briciole e dovuto inchinarsi alla strapotenza catalana. Nella serata in cui tutto il mondo attendeva le giocate dei migliori talenti del calcio mondiale il Barcellona ha ancora una volta sorpreso tutti sfoderando una prestazione corale di rara intensità e bellezza: tutti protagonisti, dal primo all’ultimo e Rakitic su tutti, a dimostrazione dell’assunto per cui questa squadra ha a disposizione un’enormità di soluzioni. Può arrivare alla vittoria tramite l’espressione collettiva e, qualora non funzionasse, scatenando l’infinito talento dei suoi campioni: Messi e Neymar su tutti senza dimenticare i vari Iniesta, Suarez e via discorrendo. Alieni, ben amalgamati da Luis Enrique che messi da parte i protagonismi si è dimostrato all’altezza della situazione.

L’ESPLOSIONE DI NEYMAR – Una rete annullata e quella convalidata nell’ultimo battito della gara a sancire il definitivo 3-1 ed una sacrosanta vittoria: il Barcellona si gode il fenomeno Neymar, classe ’92, che dopo una stagione d’ambientamento vissuta in attesa del tanto sentito Mondiale casalingo ha spiegato le vele. Dieci reti nell’attuale edizione della Champions League di cui tre in semifinale ed una in finale, è senza alcun rigore calciato capocannoniere della manifestazione al pari di Messi e Ronaldo e dunque – qualora dovesse affermarsi in Copa America con il suo Brasile proprio sull’Argentina del suo amico Leo – può lanciare la sua candidatura al Pallone d’Oro 2015. Il tridente catalano è sinonimo di gioia: i tre sudamericani si cercano senza invidie o egoismi e questa alchimia – evidentemente rafforzata da ottimi rapporti fuori dal campo – rappresenta il tratto distintivo più rilevante rispetto ad altre realtà in cui tale aspetto non si riscontra affatto.

NON E’ COLPA DELLA JUVE – Contro questo Barcellona non si gioca. Non si può andare oltre rispetto a quanto mostrato stasera: la stessa sorte, misera o meno decidetelo voi, toccata ad esempio alla superpotenza Bayern Monaco del guru Guardiola. Manifesta superiorità che induce come primo effetto a non ridimensionare la strepitosa stagione degli uomini di Allegri: anzi, la sensazione forte – data dalla consapevolezza raggiunta da questo organico e dal livello di calcio espresso – è che questa Juventus avrebbe vinto contro qualsiasi altro avversario. Decisamente pronta ad alzare la Champions League: lo ha dimostrato nel secondo tempo del Bernabeu sul campo degli allora campioni d’Europa. Stasera ha trovato gli alieni però e nulla deve cambiare: l’imperativo, e del resto c’è tempo per riuscire a centrarlo, è quello di smaltire la delusione. Non eliminarla, impossibile del resto, ma non renderla tale da condizionare l’immediato futuro.