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Okaka: «Via dalla Sampdoria per Ferrero e Mihajlovic. Nazionale? Sono deluso»

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Stefano Okaka è ripartito dalla Premier League, ma non si è dimenticato dell’Italia e della Serie A: «Cassano il compagno con cui ho legato di più, Roma…»

Okaka: «Via dalla Sampdoria per Ferrero e Mihajlovic. Nazionale? Sono deluso»

Stefano Chuka Okaka, attaccante classe 1989, ha lasciato l’Italia per sposare la causa del Watford di Walter Mazzarri. L’attaccante ha parlato a “La Gazzetta dello Sport” del suo passato in Italia, specie con la maglia della Sampdoria. Queste le parole del calciatore: «Sampdoria? Bei ricordi. Manolo a destra, io al centro e Eder a sinistra. C’era anche Obiang, ora al West Ham. Alla fine dell’andata eravamo in alto. Grande calcio, ci divertivamo. Poi, cosa è successo? Problemi con Mihajlovic e il pre­sidente. Brutte storie. Roba pas­sata, guardiamo avanti». Okaka ha poi parlato della sua fortuna, quella di cambiare tante squadre: girare, dice l’attaccante, gli ha permesso di imparare e di crescere. Questa la città e i calciatori che sono rimasti nel cuore del calciatore: «La città del cuore? Roma, dove ho trascorso gli an­ni della formazione calcistica. E poi Genova. I compagni ai quali sono più legato? Francesco Totti, e non solo per­ché è il migliore con cui ho gioca­to. Poi Cassano». Chiosa sulla Nazionale: «Rispetto le scelte, ma mi ha fatto male l’esclusione last minute all’Europeo, dopo aver segnato 17 gol con l’Anderlecht ed essere stato nel gruppo fino alle convocazioni. La maglia azzurra è un’emozione profonda. Spero di tornare».

Okaka parla del suo addio alla Sampdoria, di Gabbiadini, della Roma e di tanto altro

Stefano Chuka Okaka si porta dietro l’immagine dell’eterno Peter Pan, legata ai suoi record di quando era minorenne: il calciatore italiano più giovane a debuttare nelle coppe europee (il 29 settembre 2005, aveva 16 anni e 20 giorni); il più giovane a segnare nel torneo di Viareggio (marzo 2005, doveva ancora compiere 16 anni); il più giovane ad andare in gol in Coppa Italia (Napoli-­Roma 0-­3, 8 dicembre 2005), più altri primati in ordine sparso. Ora Stefano gioca nel Watford e quella del club londinese è la decima maglia della sua carriera. Nella Sampdoria, ebbe come compagno Gabbiadini, nuova star del Southampton: 5 reti in tre gare, con la doppietta di Wembley nella finale di Coppa di Lega di domenica scorsa che gli ha regalato una settimana da protagonista.

DUELLO NOSTRANO – Oggi è in programma Watford­-Southampton: la sfida nella sfida è il confronto tra i due attaccanti italiani. Partiamo da qui: Okaka e Gabbiadini alla Sampdoria. «Bei ricordi. Manolo a destra, io al centro e Eder a sinistra. C’era anche Obiang, ora al West Ham. Alla fine dell’andata eravamo in alto. Grande calcio, ci divertivamo». Nel 2015 l’Anderlecht e ora di nuovo la Premier, dopo l’esperienza al Fulham nel 2010: perché il Watford? Okaka lo spiega a “La Gazzetta dello Sport”: «Mi piaceva l’idea di giocare con un allenatore come Mazzarri e in un club della famiglia Pozzo. La gestione dell’Udinese è un modello in Italia». Okaka ha girato tanto, ma cosa ha imparato? «La prima lezione è stata che lavoro, sacrificio e impegno sono la base di tutto. Ho imparato a contare su me stesso e sulle mie forze. Ho compreso l’importanza del rispetto delle regole. Ho potuto ammirare in una nazione come la Gran Bretagna la convivenza pacifica e spontanea delle diversità. La metropolitana di Londra è un esempio straordinario: basta guardarsi intorno».

MODELLI E OBIETTIVI – In Italia il razzismo è ancora un problema serio. «In Italia il diverso rappresenta ancora un problema. Serve una profonda politica educativa cominciando dai bambini, bisogna insegnare che il colore della pelle non valuta le persone». L’idolo da bambino? «Ronaldo, il Fenomeno. Ha cambiato il calcio come Michael Jackson ha segnato la storia della musica». Lo sportivo di tutti i tempi? «Muhammad Ali. Un politico prestato allo sport. Gigante». L’obiettivo con il Watford? «Ho avuto due infortuni seri. Spero di stare bene e di segnare qualche gol importante». La rete sul colpo di tacco all’Everton? «Un momento bellissimo. Mi ero accaduto con la Roma a Siena. Il calcio in queste situazioni è straordinario».