Pallone d'Oro 2014: tutti i dati statistici - Calcio News 24
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2014

Pallone d’Oro 2014: tutti i dati statistici

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Campionati, squadre e nazioni di provenienza, età, gol e ruoli

DATI CANDIDATI PALLONE D’ORO 2014 – La lista è sfornata, ormai non c’è più tempo per le chiacchiere e i riampianti: i 23 candidati al Pallone d’Oro FIFA sono pronti ad essere votati. La “short-list” (lista corta appunto, per chi non mastica lingue straniere) è stata messa insieme da una giuria di giornalisti scelta da France Football (la rivista francese che aveva inventato originariamente il premio, ancor prima che venisse preso in cosiderazione dalla FIFA) e dal FIFA Football Committee. Il prossimo primo dicembre la FIFA, su indicazione dei giornalisti, eliminerà venti candidati lasciandone soltanto tre e dando il via ufficialmente alle votazioni. Infine, il prossimo 12 gennaio 2015 presso il Palazzo dei Congressi di Zurigo, avverrà in diretta la proclamazione del vincitore scelto da commissari tecnici e capitani delle nazionali in aggiunta ai giornalisti internazionali scelti tra le varie redazioni di ogni singola nazione. 

LA LISTA – La lista dei 23 candidati è già nota, ma ve la riproponiamo: Gareth Bale (Galles), Karim Benzema (Francia), Diego Costa (Spagna), Thibaut Courtois (Belgio), Cristiano Ronaldo (Portogallo), Angel Di Maria (Argentina), Mario Gotze (Germania), Eden Hazard (Belgio), Zlatan Ibrahimovic (Svezia), Andres Iniesta (Spagna), Toni Kroos (Germania), Philipp Lahm (Germania), Javier Mascherano (Argentina), Lionel Messi (Argentina), Thomas Muller (Germania), Manuel Neuer (Germania), Neymar (Brasile), Paul Pogba (Francia), Sergio Ramos (Spagna), Arjen Robben (Olanda), James Rodriguez (Colombia), Bastian Schweinsteiger (Germania), Yaya Touré (Costa d’Avorio). Abbiamo provato a tradurre in dati la grandissima quantità di informazioni che ci sono arrivate quest’anno, da questi è possibile comprendere l’andamento del calcio europeo nell’ultima stagione e la direzione che sta prendendo l’evoluzione del gioco più bello del mondo. Se volete capire, invece, meglio chi potrebbe vincere il Pallone d’Oro, chi lo meriterebbe di più e perchè, vi consigliamo di dare un’occhiata al nostro editoriale

IL CAMPIONATO PIU’ BELLO DEL MONDO – No, non è più la Serie A, ma a questo c’eravamo arrivati già da un pezzo. Il campionato più bello del mondo, ovvero quello con più stelle in assoluto, è la Liga spagnola, che su 23 giocatori finalisti ne piazza ben 10. E’ il segno di come le vittorie degli ultimi anni abbiano prodotto poi un dominio quasi assoluto nel calcio internazionale, ma il campionato spagnolo avrà da guardarsi bene le spalle, ben 6 giocatori finalisti quest’anno appartengono alla Bundesliga, in assoluto la lega che ha guadagnato più fama e visibilità nel corso dell’ultimo decennio: da campionato noioso, spesso monotematico, a fucina di giocatori (tutti rigorosamente tedeschi) pronti a marciare sul pianeta. Perde punti la Premier League: sono 5 i giocatori quest’anno che militano in Inghilterra a giocarsi il trofeo individuale per eccellenza. Ridotta in macerie la nostra Serie A, che piazza il solo Pogba in lista corta, al pari della Ligue 1, che piazza il solo Ibrahimovic in finale. I cinque campionati migliori alla fine, se ci pensate, sono sempre gli stessi, ad essere cambiate però sono le gerarchie interne, con la Germania che ha di fatto preso il posto dell’Italia e con la Liga che è riuscita a staccare la Premier. 

SONO SOLO LORO DUE – Cambia leggermente la situazione se parliamo invece di club che dominano la finale del Pallone d’Oro: gli spagnoli in questo caso sono un po’ meno primi ed i tedeschi più che secondi. Il Real Madrid ha 6 giocatori che possono giocarsi il premio in gennaio (ne avrebbe avuti sette, non avesse ceduto Di Maria), esattamente come il Bayern Monaco. Qui occorre però fare una precisazione: mentre il Real è il club che l’anno scorso ha dominato in Europa, il Bayern è quello uscito in semifinale (proprio per mano dei madridisti), i suoi giocatori sono però quelli che hanno conquistato il Mondiale, un fatto non trascurabile… Insomma, il Bayern domina come il Real, ma per merito della Germania di Loew e non per meriti di Guardiola (che pure ha vinto un campionato). Nonostante la Spagna annaspi, invece, il Barcellona continua a mettere in finale qualche giocatore: non tanti come negli anni passati, ma abbastanza da poter dire la sua in ottica Pallone d’Oro, del resto poi, quando hai Messi, non sei mai davvero fuori dai giochi. Emerge l’ottimo Chelsea di Mourinho ed è un’anomalia, perchè l’anno scorso i londinesi han finito l’anno a mani vuote: a farne le spese è il povero Atletico Madrid, che Diego Costa e Courtois li ha portati alla vittoria del campionato e in finale di Champions prima che il Chelsea se li prendesse (o riprendesse, nel caso del portiere belga), Hazard è invece una sorpresa tutta “made in London”, nulla da dire. Il Manchester United con Di Maria (di cui abbiamo già detto), il City, la Juve ed il Paris Saint-Germain portano un giocatore per uno in finale. Vista la concorrenza i bianconeri, usciti l’anno scorso nella fase a girone della Champions, possono essere ben contenti di esserci (e pensare che anche Vidal poteva rientrare in lista): forse Pogba non vincerà il Pallone d’Oro, ma è pur sempre una delle sorprese più belle dell’ultima stagione che emerge da un calcio in profonda crisi, il nostro. Meglio di niente. 

GERMANIA CAPUT MUNDI – In questo senso i dati sono piuttosto ovvi: da che mondo è mondo, nell’anno dei Mondiali, a dominare è la nazionale vincitrice della competizione. Quest’anno non fa eccezione la Germania, che porta in finale 6 giocatori (non gli stessi sei di prima, quelli del Bayern, perchè Kroos, finito al Real è “sostiuito” da Robben, che però è olandese). L’altra finalista, l’Argentina, ne ha la metà, esattamente come la Spagna che, sorpresa, non muore mai: eliminata ai gironi brasiliani, la nazionale di Del Bosque può contare su giocatori che, nonostante il fallimento a livello internazionale, hanno comunque retto botta a livello di club (il campione d’Europa Ramos, l’altro finalista Diego Costa ed il sempreverde Iniesta). L’Argentina meritava qualche altro finalista? Difficile dirlo, perchè Messi, Mascherano e Di Maria sembrano davvero la punta più alta di un calcio che ultimamente è cresciuto e maturato soltanto nel Vecchio Continente. Il Belgio, vera e propria sorpresa degli ultimi anni, raccoglie i frutti della propria crescita esponenziale potento vantare ben due giocatori in finale, di cui abbiamo già detto, alla pari della Francia, altra nazionale che, orfana di Ribery, può comunque contare su due super-giocatori in netta ascesa come Benzema e Pogba. Emergono tra le nazionali meno quotate la Colombia di James Rodriguez, la Svezia del solito Ibrahimovic, il Galles di Bale e l’incredibile Costa d’Avorio di Yaya Tourè. Cala nettamente l’Olanda, arrivata però terza al Mondiale e piena zeppa di giocatori di talento in rampa di lancio (ne sentiremo parlare nei prossimi anni), e cala pure il Brasile, crollato a picconate ai Mondiali e con il solo Neymar a rendere giustizia ad un movimento che vive tempi durissimi. C’è il solito Portogallo di Cristiano Ronaldo che, probabilmente, la spunterà anche quest’anno, perchè uno come “CR7” basta e avanza per fare numero. L’Italia? Dopo anni di presenza più o meno meritata, sparisce: non ci sono più Pirlo e Buffon che tengano ormai e all’orizzonte non si vede molto altro. E’ nera. 

GIOVANI, NON GIOVANISSIMI – E’ l’età dei partecipanti alla finale? Non è aumentata, ma nemmeno calata a dirla tutta. Non c’è, come sempre, un solo Under 21 a giocarsi il premio (e questo è un male, perchè testimonia come al calcio di alto livello ci si arrivi sempre dopo), c’è però comunque qualche giovane interessante di massimo 24 anni (Pogba e Courtois, classe 1992, sono i più giovani a giro) che dà speranza al futuro del movimento calcistico internazionale. Ancora forse troppi i “vecchietti” in lista: 7, esattamente come i giovani, hanno superato i 30 anni di età (calcisticamente non più verdissimi, ecco). Ibrahimovic è il più anziano con i suoi 33 anni suonati, quest’anno c’è anche Tourè, non più giovanissimo ma esordiente a certi livelli, ad alzare l’età media: va detto per correttezza che l’ivoriano, gran centrocampista senza ombra di dubbio, è un po’ la presenza “politica” di quest’anno, visto che notoriamente la FIFA ha sempre cercato di trascurare il meno possibili il calcio africano (di cui tra l’altro Tourè è uno degli storici leader carismatici). L’età di mezzo è chiaramente quella che trionfa: 9 giocatori hanno tra i 24 ed i 30 anni e sono dunque nel pieno della propria maturazione calcistica. Fin qui nulla di strano. 

TECNICA AL COMANDO – Quali ruoli primeggiano nella finale del Pallone d’Oro 2014? In un calcio sempre più veloce e tecnico come quello moderno, nemmeno a dirlo, sono i centrocampisti a tenere le redini del gioco, anche se negli ultimi anni nessuno di loro ha mai vinto il premio (spesso immeritatamente), sarà la volta buona? Sono 10 i centrocampisti che si giocheranno la vittoria finale, mentre ben 9 gli attaccanti, storicamente i favoriti (a suon di gol). Va precisato che, in verità, se gli attaccanti sono tanti, non sono più tante le prime punte di ruolo, quelle di una volta, forse solo Ibrahimovic e Benzema possono essere definite tali, visto che Neymar e Messi non sono certo arieti di sfondamento e, gol a parte, Ronaldo resta un’ala. Capitolo a sè stante Muller e Rodriguez, che giocano in avanti ma attaccanti veri e propri in realtà non sono (anche se come tali li cataloghiamo, giustamente): il primo è un centrocampista adattato (molto bene) al gioco offensivo di Guardiola, il secondo un trequartista. Solo Ramos e Lahm spiccano come difensori, testimoniando come, nel calcio di oggi, forse gli esterni siano decisamente più importanti dei centrali (a proposito, di importanti, a giro, non se ne vedono più molti). Per la prima volta dopo tempo ci saranno ben due portieri a giocarsi il premio: l’astro nascente Courtois ed il grande Neuer, il miglior portiere al mondo in circolazione, senza dubbio. Solo un estremo difensore, Yashin, ha vinto il premio anni fa: è ora di fare qualcosa, no?

GOL A CONFRONTO – Chiudiamo la nostra raccolta dati mettendo insieme un po’ di statistiche sui gol segnati dagli attaccanti in lizza per il premio: spicca ovviamente Cristiano Ronaldo, già incoronato Scarpa d’Oro con 52 gol all’attivo con la maglia di club. Ben distanziati da lui (da più di una decina di gol) Ibrahimovic e Messi con 41 gol a testa. Si fa notare Diego Costa, autore di una stagione autorevolissima lo scorso anno non terminata benissimo per problemi fisici. La coppia Bayer Muller – Robben ha regalato parecchie gioie ai tedeschi lo scorso anno ed è bene sottolinearlo ancora: non parliamo di punte di ruolo, ma giocatori al servizio del collettivo. Bene il solito Benzema, che quest’anno però promette di fare ancora meglio. Capitolo un po’ polemico: Rodriguez lo scorso anno con la maglia del Monaco ha segnato solo una decina di reti, ma si è messo in mostra al Mondiale diventandone il capo-cannoniere. Neymar? Non ha fatto montagne di gol lo scorso anno ed al Mondiale, prima dell’infortunio, ha fatto sì bene, ok… ma quanto? Quantificando, non molto. Qualificando però, lasciamo a voi scegliere. In fin dei conti è anche ora che il Pallone d’Oro lo torni a vincere non solo chi segna montagne di gol, come ai bei vecchi tempi… O no?