Panoz: «Ecco le novità di Football Manager 2015 e cosa c'è dietro» - Calcio News 24
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2014

Panoz: «Ecco le novità di Football Manager 2015 e cosa c’è dietro»

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Abbiamo intervistato Alberto “Panoz” Scotta, head researcher italiano di FM (gioco che aiutò pure Trapattoni!)

FOOTBALL MANAGER PANOZ – Chi ama il calcio ama Football Manager. Senza dubbio è il gioco manageriale migliore mai creato e il più venduto al mondo, ma molti di noi ci giocano (troppo, perché ci giochiamo davvero troppo) senza sapere cosa c’è dietro le quinte. A pochi giorni dall’uscita di Football Manager 2015 abbiamo intervistato Alberto Scotta, head researcher italiano che conoscete senz’altro con il nickname di Panoz – che deriva dalla sua epoca paninara, di cui va ancora fiero. Panoz è un’istituzione in Italia e tutti gli appassionati di FM hanno il suo santino nel portafogli. Battute a parte, andiamo a leggere qualche gustosa anticipazione su FM15 e anche sul mondo di Sports Interactive.

Quando uscirà FM 2015?
«Esce il 7 novembre, a giorni dovrebbe uscire la beta per chi l’ha già ordinata. Il 7 ci sarà quella definitiva che correggerà alcuni bug in un gioco così maestoso a livello di programmazion

Come sei entrato a Sports Interactive?
«Facevo la tesi alla Rai nel 1995-96 e avevo accesso a internet. Avevo letto sul sito della allora Sports Interactive che c’era la possibilità di scrivere tramite una mail e diventare tester o ricercatori del gioco. Io ero un appassionato di Championship Manager e ci ho provato, mandai alcune mie notizie e mi contattarono di produrre il massimo che potevo sul Piacenza in una settimana. Era il Piacenza di De Vitis e cercai due notti a cercare informazioni ovunque sugli almanacchi e in giro, scartabellai tutto e scrissi addirittura come era bravo nelle rimesse laterali Maccoppi!»

E poi?
«Misi tutti questi valori e aggiunsi altri valori come le informazioni sulla squadra. Inviai tutto e dopo una settimana mi contattarono dicendomi che era piaciuto l’articolo. Così diventai head researcher per l’Italia».

Come si articola il tuo lavoro, parlando dei tempi moderni e quindi di oggi?
«E’ cambiato molto, allora c’erano 450 giocatori nel database, adesso sono 70000… Adesso faccio da coordinatore di un gruppo di ricercatori o scout, sono una quarantina che lavorano assiduamente durante la ricerca, più altri 50 che danno una mano».

Come siete strutturati?
«Io ho un assistente che è Matteo Zanini, head researcher per San Marino, mi aiuta a seguire i ricercatori. Questi sono divisi in capo-serie, che si occupano rispettivamente della Serie A o della Serie B o delle tre leghe di Lega Pro. Per ognuno di questi gironi ci sono 2 capo-serie. Ci sono anche dei capi squadra, se uno conosce bene una squadra allora si occupa di una determinata compagine»

E quindi come funziona il lavoro di questi ultimi?
«Chi è esperto di una determinata squadra ne prende possesso, riceve i dati della rosa dell’anno precedente e in base a un valore di CA16, che sarebbe il valore medio delle Current Ability dei migliori sedici per squadra. Prima si definisce questo valore e poi si va con la squadra. Per esempio, se scegliamo che il Como debba avere una CA16 pari a 77, chi fa la ricerca sul Como deve far sì che ogni giocatore abbia come Current Ability in media 77».

Come vengono inserite le singole voci dei giocatori?
«Chi ha questo compito deve andare a distribuire i valori all’interno dei giocatori, e sappiamo che ogni singola voce nel profilo giocatore va da uno a venti. Deve calcolare il tutto in modo da far sì che il valore di RCA, vale a dire Recommended Current Ability (calcolato dall’editor che ci viene fornito da SI), sia lo stesso della Current Ability impostata. Se un giocatore vale 87 per esempio, non potrà avere 19 a velocità e 18 a dribbling. E’ tutto un gioco di equilibri all’interno della ricerca e dell’editor».

E poi tocca a te.
«Esatto, i file vengono riuniti tutti e inviati a me, che detengo il database. Io importo tutti questi dati e quindi la prima fase si chiude aggiornando i valori e gli attributi sui giocatori degli anni precedenti. Ma non è finita qui».

Cos’è che manca in questa fase?
«C’è da considerare anche la questione trasferimenti. Per quelli usiamo un foglio excel su Google Drive dove scriviamo tutti i trasferimenti che vengono approvati dai capo-squadra e dai capo-serie per evitare errori. Dopo l’approvazione, ogni settimana il mio assistente Matteo Zanini e Massimo Todaro, responsabile della D, fanno un lavoro immane. Pensate che quest’anno tra trasferimenti e creazione di nuovi giocatori si registrano 18800 novità».

Ancora non è finita, vero?
«Giusto. Oltre a questo ci sono altri cosiddetti task cross project come la reputazione delle squadre, il valore dei giovani, il valore dei settori giovanili, gli arbitri, gli stadi, le squalifiche e tutte queste cose. Questi vengono aggiornati da altri membri della nostra RIO – Ricerca Italiana Official».

In tutto questo qual è il passaggio più complicato?
«Il lavoro di coordinamento è senza dubbio la cosa peggiore e più difficile, tutti questi task vanno messi uno dopo l’altro in modo che ognuno abbia sempre qualcosa da fare ma avendo un database unico le cose devono essere cadenzate altrimenti si rischia di sovrascrivere».

Per la valutazione economica dei giocatori invece come funziona?
«Il valore dei cartellini viene demandato ai ricercatori che inseriscono i trasferimenti. Di soliti si rifanno al sito della società o al sito Transfermarkt. Il valore non sempre viene inserito per tutti comunque».

In quei casi cosa accade?
«Il valore del trasferimento viene inserito nella riga della carriera dell’anno precedente. Prendi Morata, nella riga del Real Madrid dell’anno precedente viene scritto il costo del trasferimento alla Juventus. Non è un campo flat, è una somma di record che vengono inseriti per ogni anno».

Parlando di Football Manager 2015, puoi anticiparci qualche novità?
«Ci sono news più interessanti sui trasferimenti e ci sono anche cambiamenti a livello grafico nel corso delle partite. Il sistema degli osservatori poi è cambiato, si può cercare un giocatore in un determinato ruolo e l’osservatore lo va a cercare».

Se quindi io vendo, per esempio, El Shaarawy posso cercare un giocatore alla El Shaarawy?
«Esattamente, l’osservatore ti cerca un giocatore con quelle caratteristiche. Poi c’è un altro grosso cambiamento».

Quale?
«Puoi decidere se essere un allenatore più da campo o tattico. C’è una schermata iniziale in cui puoi settare certi parametri e quindi oltre a scegliere la tua reputazione e il tipo di patentino con cui iniziare, si può scegliere anche allenare più fisicamente o più tatticamente. In base alla scelta si diramano poi determinate cose all’interno della carriera, ma non voglio anticipare troppo».

Secondo te Football Manager può aver accresciuto in modo esponenziale la conoscenza dell’ambiente manageriale vero?
«Sì assolutamente, sono molte le storie correlate a tutto ciò».

Quindi Football Manager in un certo senso è formativo?
«Assolutamente. Ci sono alcune storie, come dicevo. Una riguarda Albertini, che una volta doveva affrontare un’Inghilterra sperimentale in amichevole e aiutò Trapattoni grazie a Football Manager guardando sul gioco le caratteristiche dei giocatori; quindi si può dire che anche per il Trap è stato formativo. Poi un’altra volta ho potuto vedere come gli allenatori anche delle categorie minori studino la tattica su FM, guardando una partita intera e provando gli schemi sul gioco».

Anche Cabaye e Pogba hanno fatto vedere che sono assidui giocatori…
«Sì, poi sono nate anche delle voci di calciomercato su Pogba al Chelsea visto che si era auto-comprato».

Hai anche un sito, di cosa si occupa?
«Panoz.it/fmitalia nasce nel lontano 1997-98. Serve a dare un punto di riferimento ai vari fan del gioco per scaricarsi degli update ufficiali, metto a disposizione cose perché l’esperienza di FM sia più realistica possibile. Un altro obiettivo del sito era reclutare persone che mi dessero una mano con la ricerca e all’inizio eravamo 15, adesso invece 470».

Passiamo alle classifiche. Quali sono i 3 giocatori più forti scoperti da FM?
«Parlando dell’Italia ti dico soprattutto Alessio Cerci, che a 15 anni già prometteva scintille. Certo, non è diventato Messi o Ronaldo ma comunque è andato in nazionale e adesso è all’Atletico Madrid e gli auguro un gran carriera. Poi posso dire Cassano e infine Marco Verratti, scoperto dagli utenti di FM ancor prima che dal Paris Saint Germain quando il Pescara giocava in Lega Pro».

E le 3 delusioni? [qui il nostro articolo a tal proposito]
«Anche qui ti parlo dell’Italia. Una è Isah Eliakwu, che quando andò all’Inter pareva un craque ma poi non si è riproposto. Poi il suo connazionale Benjamin della Juventus, sparito dai radar del calcio che conta. E infine un altro portentoso a FM ma che in realtà ha disilluso le aspettative è stato Anthony Vanden Borre. Bella carriera, certo, ma un tempo a Football Manager comprando lui si prendeva un mostro».

Infine, qual è il tuo più bel ricordo legato a una carriera a Football Manager?
«Senza dubbio una partita online a cui partecipò anche Marco Santin della Gialappa’s. Prendemmo squadre di media classifica in Spagna e io scelsi il Getafe. Volevo una punta forte ma non riuscii a prenderla quindi ripiegai su Dani Guiza che avevo in rosa. Fu una gran scelta perché segnò valanghe di gol e io col Getafe in sei anni arrivai a vincere il Triplete».