Più delle infinite vittorie uno stile: l’eredità di Xavi - Calcio News 24
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2015

Più delle infinite vittorie uno stile: l’eredità di Xavi

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Rubrica “10… e lode”: Xavi Henandez, favoloso regista di Barcellona e Spagna

Deve essere proprio la stagione degli addii incolmabili se dopo Steven Gerrard – nato a Liverpool e militante per una vita intera nel solo Liverpool – lascia anche Xavi Hernandez, nato a Barcellona e splendidamente ed eternamente legato al club della sua città. Entrambi classe ’80, salutano il calcio che conta in nome di esperienze secondarie che nulla possono togliere a quanto di magnifico realizzato nelle proprie carriere.

CARRIERA STELLARE – Il cammino di Xavi ha probabilmente pochi pari nella storia di questo magnifico sport: 8 volte vincitore della Liga, 3 Champions League, 2 Coppe del mondo per club ed incetta di coppe e coppette varie, con la sua Spagna ha vinto il Mondiale sudafricano nel 2010, i due Europei a cavallo della competizione planetaria – Austria/Svizzera 2008 e Polonia/Ucraina 2012 in quello che è stato il quadriennio magico della storica nazionale spagnola – oltre al campionato mondiale Under 20. Tradotto: Xavi ha vinto tutto quel che c’era da vincere e si è più volte ripetuto nei suoi successi, il passo d’addio peraltro sarà proprio nell’imminente finalissima di Champions League di Berlino dove contro la Juventus avrà la possibilità di aggiungere un’ulteriore stella al suo percorso astrale e salutare nello scenario che compete ad un campione di tali dimensioni.

PIU’ DELLE VITTORIE: UNO STILE – Vi sembrerà impossibile alla luce di un curriculum monstre ma Xavi ha fatto di più: il suo calcio, quello del Barcellona e della Spagna praticato a braccetto con il collega di una vita Andrés Iniesta, ha lasciato in eredità al mondo del calcio uno stile. Il tiqui-taca, vincente per gli spagnoli come il futebol bailado per i brasiliani ed il modello prettamente difensivo italiano, ha fatto scuola nell’ultimo decennio calcistico mondiale e gli interpreti chiave sono stati proprio questi due signori. Quel palleggio stretto ed infinito, apparentemente lento ed improvvisamente repentino nelle sue accelerazioni, figlio di una tecnica di base mostruosa e di un talento cristallino, ha fatto impazzire una generazione di avversari e si è imposto nel mondo del pallone come esempio di qualità ed espressione di calcio attivo. Gestito in primissima persona e non fondato sulle ripartenze e dunque sull’interpretazione altrui.

IL TRIBUTO DI MESSI ED INIESTA – “Por todo lo que les has dado al equipo y al fútbol: ¡Gracias Xavi! Ha sido un orgullo haber jugado con vos y te deseo lo mejor para el futuro”, nelle parole del miglior calciatore al mondo Leo Messi il senso di quel che è stato Xavi: per tutto quanto non solo dato al Barcellona ma al calcio, gli fa rima Iniesta che lo ringrazia personalmente per gli anni trascorsi insieme. Ed hanno fatto rima con i tributi espressi dai suoi compagni di squadra quei calciatori del Real Madrid che con lui si sono imposti sul tetto del mondo con la nazionale spagnola, lì dove per anni si sono perfettamente superate le divisioni di club assolutamente rivali non solo sportivamente ma per modo di intendere il tutto, in nome del successo comune. Di un obiettivo: quello di regalare alla Spagna quanto non aveva mai ottenuto. Xavi lascia il calcio che conta e mancherà: fan di Pirlo, nessuno come loro. Godiamoceli finché possiamo.