Prodigio Atletico nella notte che incorona Re Carlo migliore al mondo - Calcio News 24
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2014

Prodigio Atletico nella notte che incorona Re Carlo migliore al mondo

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Atletico stregone e stregato, il Real Madrid di Ancelotti vince la Decima

CHAMPIONS LEAGUE FINALE REAL MADRID ATLETICO – Nel postpartita di ieri sera si è ampiamente filosofeggiato sui meriti di un Real Madrid farcito di stelle dimenticando però che fino al 93’ minuto la coppa fosse roba altrui: è vero, partita finisce quando arbitro fischia raccontava un saggio del calcio che da poco ci ha lasciato, ma almeno in chiave di analisi e giudizio si dovrebbe procedere in maniera più accorta.

IL MIRACOLO ATLETICO – E’ altamente probabile che stia scrivendo ancora amareggiato dall’epilogo finale: nulla contro il Real Madrid sia chiaro, club che non mi è neanche particolarmente antipatico, ma questo anno e questa settimana dei Colchoneros meritavano il pieno. Se i numeri non bastano – Fatturati: Real Madrid 518.9, Barcellona 482.6, Atletico Madrid 120; Monte Ingaggi: Real Madrid 218, Barcellona 202, Atletico Madrid 65 – che vi siano sufficienti le dimostrazioni del campo: dopo aver sciupato causa probabile braccino tennistico due matchpoint scudetto in pochi avrebbero scommesso sulla sopravvivenza degli uomini di Simeone in quel di Barcellona. Eppure il gol di un fantastico Diego Godin ha regalato il titolo all’Atletico, la storia si è ripetuta ieri nello splendido scenario del Da Luz dove i Colchoneros hanno guardato negli occhi gli avversari senza tremare ma sono stati brutalmente castigati da una sola leggerezza. Ad un certo punto sembrava faccenda da stregoni: ma come, vincono anche se scendono in campo in finale di Champions in inferiorità numerica e bruciano un cambio dopo nove minuti? Chi ha seguito l’intero percorso dell’ultimo triennio un cazzotto sul tavolo lo avrà dato.

LA DECIMA – Allo stesso tempo il Real non merita che la maledetta Decima – lo ha candidamente ammesso il grande assente Xabi Alonso nel postpartita: “sì, per noi era una maledizione” – venga oscurata da alcun rimpianto. Come grande campione è Diego Godin non da meno lo è un inenarrabile Sergio Ramos: doppietta spaventosa nella demolizione dell’Allianz Arena, rete decisiva in finale quando i suoi compagni avevano pacificamente mollato. Realizzare quel gol al 93’ inoltrato è roba da pochi. Nell’epilogo più crudele – puntualmente verificato, neanche fosse stato scritto dal miglior regista di thriller – paga l’Atletico ma vince un Real Madrid costruito ad arte per ottenere il traguardo più ambito. La vince l’ostinazione di Perez, la vince il Pallone d’oro e capocannoniere della kermesse Cristiano Ronaldo con 17 gol (17!), la vince la valigetta di milioni impiegati per prelevare un super Bale, la vince il già citato eroe Sergio Ramos e la vince una squadra che nel percorso di avvicinamento alla finale ha letteralmente devastato la concorrenza.

LA VINCE ANCELOTTI – Tranquilli, non lo avevamo dimenticato: perché più di tutti la vince il nostro Carletto. I colleghi urlano, sbraitano, lui è impassibile. Quasi non fosse affar che lo riguardi. Quasi sembra ciondolare nei pressi della panchina aspettando lo scorrere degli eventi: ebbene no, tutt’altro, è impresa ardua trovare qualcuno che sappia il fatto suo più di Carlo Ancelotti. Quattro finali di Champions League di cui tre vinte, entra nel gotha di chi è riuscito ad alzare la più ambita coppa alla guida di due squadre differenti. A questo vanno aggiunti i titoli nazionali conquistati in Inghilterra sulla panchina del Chlesea ed in Francia su quella del Psg: Ancelotti ha vinto ovunque abbia messo piede ed al primo anno centra la mitica Decima scrivendo la storia del club più glorioso al mondo. Un’eccellenza italiana, l’eccellenza italiana di un movimento di tecnici carismatici e competenti: il migliore al mondo è Carlo Ancelotti, ora non c’è più dubbio.