Quello che l'agente non dice: Top Eleven - Calcio News 24
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2015

Quello che l’agente non dice: Top Eleven

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L’appuntamento periodico per conoscere meglio gli agenti italiani

Sono una delle coppie di agenti più forte del nostro panorama calcisticico. Stiamo parlando di Letterio Pino e Ulisse Savini, soci della Top Eleven e protagonisti del nostro consueto appuntamento con la rubrica del mondo degli agenti. Dopo avervi accompagnato in questo primo anno insieme, vi invitiamo a seguirci ancora perché stanno per arrivare altri pezzi da novanta come in questa puntata. La storia nel mondo del calcio dell’agente Pino Letterio ha radici consolidate: nel lontano 1995 l’esame da agente Fifa e il primo risultato ottenuto sul campo. Nel 2003 l’incontro con Ulisse Savini, il socio e amico con cui collabora tuttora. Letterio inizialmente lavorava con Sauro Catellani. ex stopper di Napoli e Udinese. Nel 2011, dopo tanti anni costellati da ottimi trasferimenti e una gestione degli assistiti tout court, arriva la svolta: l’attenzione viene spostata sulle intermediazioni. Entra in gioco la figura di Nunzio Marchione, agente italiano con sede a Barcellona. Fu proprio lui a segnalare Keita, Icardi e Tounkara al duo Savini-Letterio. La Top Eleven nasce di fatto nel gennaio dell’anno scorso ma di fatto era già un team consolidato negli anni. La prima procura di Letterio portava il nome di Giuseppe Pellegrino, centrocampista classe 78′ mentre la la prima importante era Massimiliano Fusani. In una recente chiacchierata l’agente ha posto l’accento sul rapporto che è rimasto con lui, considerato insieme ad altri cinque assistiti, un vero e proprio amico. Negli ultimi anni le intermediazioni concluse sono di un certo prestigio e le analizzeremo nei prossimi capitoli ma quello che emerge  è sopratutto il lato interpersonale, la cura dei rapporti che porta i due agenti ad instaurare un rapporto fiduciario con i propri ragazzi. Lavorano molto all’estero con i club, privilegiando i rapporti diretti ed evitando di passare per altri agenti che potrebbero curare più i propri interessi personali che quelli dell’eventuale trattativa. Il team è concentrato sulle figure di Savini e Letterio ma si avvale della collaborazione di una segretaria e di un talent scout di cui si dice un gran bene, Stefano Sem. Collaborano da anni con Abian Morano, l’ex agente di Mauro Icardi che vive alle Canarie. Diversi i corrispondenti in giro per l’Europa come il fratello di Shaqiri con il quale hanno curato il trasferimento dal Bayern all’Inter. 

QUATTRO STELLE E MEZZO – Sebbene non abbiano ancora raggiunto l’apice della propria carriera da procuratori, Pino e Savini hanno alle spalle già una storia professionale di tutto rispetto. In un mondo, come quello del calcio, in cui si tende a dimenticare spesso il passato, la storia di due che ce l’hanno fatta partendo dal basso, senza padrini e appoggi importanti, è un bel messaggio per chi, spesso con un po’ troppa superficialità, si accinge ad intraprendere la carriera di agente. La Top Eleven, sin dalla sua costituzione, ha ottenuto risultati crescenti per prestigio e riconoscibilità: se all’inizio il colpo Mauro Icardi poteva essere reputato come un colpo di fortuna (ma è comunque innegabile che, in qualsiasi lavoro, il “fattore C” sia sempre una componente essenziale), le successive operazioni di mercato hanno confermato la bontà del lavoro svolto da Letterio e Ulisse, l’uno la metà mancante dell’altro. Pino, l’animo sorridente e garbato della Top Eleven, che cura le pubbiche relazioni (e, leggendo spesso la nostra rubrica, saprete certamente quanto un aspetto del genere possa risultato fondamentale per farsi spazio nel mondo del calcio) e tiene i conti della società. Ulisse, l’uomo che si inserisce nelle dinamiche di mercato e che i conti non li tiene, ma li chiude al momento giusto. Ottima la rete di affiliati e scout, da Marchione a Somma, che ha permesso alla Top Eleven di allargare la propria rete di osservazione: il futuro del calcio sono le idee, ancor prima dei soldi, lo scouting ancor prima dei prodotti finiti già pronti per essere rivenduti a questa o quella società interessata. La Top Eleven negli ultimi mesi ha spostato il proprio baricentro sulle intermediazioni, accantonando momentaneamente le più classiche procure: una strada già tracciata da altri che può risultare vincente, anche se in verità, parlando ad esempio di un giocatore come Icardi, l’attività svolta da Savini e Letterio non può che essere ritenuta più che una semplice mediazione tra giocatore e società, ma anche meno che un servizio di procura al giocatore, con cui invece si è svolto un lavoro a trecentosessanta gradi dall’inizio alla fine. Dalla stesura dei dettagli burocratici, a quelli economici, finanche alla parte comunicativa. Alla Top Eleven si può muovere solo una garbata critica di tenore contrario a quanto siamo soliti suggerire: se per altri il consiglio è aprirsi di più, per Letterio e Ulisse è invece quello di evitare di tanto in tanto la sovraesposizione mediatica di eventi, tv e radio di secondo piano. 

ASSISTITI – Balde Keita è un diamante prezioso anche se ancora un pò grezzo. La Lazio e i suoi agenti ci stanno lavorando con cautela, dispensando consigli nell’intento di farlo diventare un campione fatto e finito. Keita ha delle qualità fisiche e tecniche sopra la media, quando punta l’avversario è in grado di regalare una giocata. Dopo un impatto devastante nella passata stagione ha incontrato delle difficoltà dovute anche all’esplosione di Felipe Anderson che gli ha limitato spazio e visibilità. Il tempo è tutta dalla parte del giovane spagnolo, scovato nella cantera del Barcellona dalla triade Marchione-Letterio-Savini. Partirà in prestito? Poi ci sono quegli assistiti che sono come fratelli sia per Ulisse Savini che per Pino Letterio. Il primo ha un rapporto fraterno con Modibo Diakitè, seguito passo dopo passo in una carriera di tutto rispetto. Lazio, Sunderland, Fiorentina, Deportivo La Coruna e Cagliari: non male come esperienze. Letterio invece segue Matteo Contini da quando militava nel settore giovanile del Milan. Pensare che di quell’annata classe 1980 Contini era considerto meno pronto ma Letterio, da ottimo talent scout, ci ha creduto fino in fondo e averlo portato ad indossare la maglia del Napoli resta quasi un capolavoro. Gli agenti, alla fine, servono sopratutto per valorizzare al massimo le capacità degli atleti. Con la Lazio l’agenzia lavora molto bene e con ottimi risultati. Segnatevi questi due nomi in rosso: Mamadou Tounkara e Christopher Oikonomidis. Tounkara è un attaccante tutto estro e genialità, con un carattere forte ma ancora da forgiare. Su di lui c’è mezza serie B e probabilmente verrà fatto partire in prestito per maturare esperienza. Sul talento non si discute. Oikonomidis è un trequartista classe 1995′ dal gol facile, ben 13 in stagione. Pioli stravede per lui e vorrebbe portarlo con sè in ritiro per testarlo con i ‘grandi’. Sempre tra le fila biancocelesti c’è Luis Pedro Cavanda, terzino di spinta che ha diverse richieste e potrebbe lasciare la Capitale. Tornerà momentaneamente al Bologna Damian Djokovic. Nessun legame di parentela con il Re del Tennis Nole essendo croato. Djokovic ha diverse richieste dalla B come il Modena ma vorrebbe giocarsi le sue carte alla corte di Delio Rossi. Serie B che riabbraccerà Denilson Gabionetta, un talento che a Crotone ha lsciato il cuore ma sopratutto il segno. Gabionetta se è in giornata in B vince le partite da solo, la sua allegria sarà importante per la Salernitana.

AREE DI COMPETENZA – Con il catalano dovrebbero cavarsela piuttosto bene considerando i loro contatti con il Barcellona e i loro numerosi viaggi nell’incantevole città spagnola. Interessante il ponte con la Svizzera e proficuo quella con la Grecia. Negli ultimi anni l’agenzia ha allargato il suo bacino verso la Gran Bretagna con diverse operazioni di rilievo. 

TRASFERIMENTI STORICI – Icardi dal Barcellona alla Samp, dalla Samp all’Inter sono le due operazioni che hanno dato grande lustro all’agenzia. Negli ultimi sei mesi hanno messo a  segno  due intermediazioni da fuoriclasse: Salah alla Fiorentina e Shaqiri all’Inter. Il primo colpo di un certo livello di Letterio fu Jimenez  portato dal Club Palestino di Santiago del Chile alla Ternana. Keita dal Barcellona alla Lazio resta il fiore all’occhiello di Savini che ne ha curato il trasferimento con Marchione. Pino Letterio ci ha rilasciato una piacevole ed esaustiva sulla deregulation e sulle problematiche a lei connese:«Una cosa che mi fa sorridere è che, venendo qui al calciomercato a Milano, sembra che Icardi e gli altri talenti ci abbiano suonato alla porta. Vi assicuro che non è così e faccio l’esempio di Oikonomidis, che è stato scartato dall’Atalanta. Non ci credeva nessuno mentre invece Ulisse Savini puntava tantissimo su questo ragazzo. Io spezzo una lancia in favore di una persona di cui non si parla mai: Tare credo sia una delle persone più competenti nel mondo del calcio. Non vuole mai apparire per scelta, perché magari ha un Presidente alle spalle importante a livello mediatico. Una persona molto cordiale, dai modi gentili ma sopratutto grande conoscitore di calcio. Keita, Tounkara ed Oikonomidis li ha presi lui. Molti pensano a dei colpi di fortuna ma in realtà non è così: noi Icardi l’abbiamo preso quando non aveva le luci della ribalta, non giocava nel Barcellona. Con l’abilità di Marchione ci abbiamo creduto e lui è esploso: sicuramente merito di Mauro, noi non giochiamo a calcio. Noi ci abbiamo creduto e per lo stesso principio Tare, poi diventano tutti ‘padre’ del giocatore. Io sono contento del lavoro che portiamo avanti, consapevoli delle difficoltà  che abbiamo incontrato negli anni e i risultati raggiunti con la perseveranza. Considero Ulisse Savini semplicemente un fenomeno, un fenomeno. Tra i giovani è il più bravo e preparato, ma non posso non elogiare anche Mario Giuffredi che in pochi anni ha conquistato risultati straordinari. Deregulation? Io sono segretario nazionale dell’associazione agenti: partiamo dal presupposto che molti ragazzi hanno paura di questa riforma. Hanno il terrore autentico di non poter dire più che sono agenti di giocatori. Tutto nasce, in Italia, dal discorso di un’armonizzazione  a livello  anche fiscale perché il regolamento agenti all’agente di prendere una parcella anche dalla società ma solo dal proprio giocatore. Questo era una sorta  aborto dal punto di vista giuridico fiscale perché potevi prendere i soldi solo dal tuo giocatore. Noi in Italia eravamo svantaggiati perché in altri Paesi, come Germania e Inghilterra, era consentito per esempio nel caso di un rinnovo del contratto, di essere pagato dal club e dal giocatore. C’era più libertà e a noi questo fatto provocava due problemi: uno era che la Federazione faceva sul regolamento e voi non lo rispettate, quindi prendevi un deferimento. C’era un conflitto di interessi perché agivi per il club. Un altro problema era armonizzare per le agenzie delle entrate: tanti colleghi nostri, hanno avuto degli accertamenti fiscali. Volevano sapere perché venivano pagati dalle società, mandando delle cartelle esattoriali. Tre anni fa quindi abbiamo iniziato questo percorso per cercare di apportare alcune modifiche. Succede però che la Fifa, nel frattempo, rende noto che solo il 30% dei trasferimenti viene fatto da agenti, il resto da abusivi e allora tanto vale liberalizzare. Noi che siamo d’accordo con la liberalizzazione: era bello chiamarsi agenti, avere una professionalità. Chiaramente ci troviamo ad essere tanti professionisti da tanti anni, noi abbiamo una storia che ci siamo fatti con il sudore. Poi ci sono i casi illustri dei figli di qualcuno ma beati loro. Noi ci siamo fatti da soli, alla fine ne lavorano una cinquantina in Italia anche se siamo 1500. Nessuno ha chiesto alla Fifa questa deregulation ma ci adeguiamo e vogliamo sistemare alcuni articoli che non ci piacciono e con l’associazione agenti lavoriamo in questo senso. Presentano delle criticità ma se sei un professionista di questo settore esci lo stesso. Le difficoltà dei giovani sono le stesse di prima: io ho fatto l’esame nel 1995 e, siccome non avevo santi in Paradiso, mi hanno interrogato venti minuti. Venivo dal mondo universitario ed ero preparato mentre altri uscivano dopo cinque minuti. Una volta che ho preso il titolo, ho subito chiamato gli amici. Il giorno dopo ero consapevole di non  avere un giocatore, mi sono rimboccato le maniche e sono dovuto andare sui campi. Contini l’ho preso che aveva sedici anni e sono diciannove anni di rapporto con lui. Averlo portato al Napoli è stato una grande soddisfazione. Se tu non hai il giocatore scrivere che sei un agente non serve a niente, bisogna avere rispetto dei giovani ma sopratutto di quelli che vogliono adoperarsi, lottare per un obiettivo. Poi devi essere bravo anche a tenerlo il ragazzo, perché altri agenti hanno altri appeal con la famiglia. Può capitare di perderli, è successo anche a noi con Ogbonna e Antonini. Servirebbe meno impegno mediatico, con meno interviste e più lavoro sul campo. Io ho preso i miei sui campi, era all’epoca c’erano delle organizzazioni importanti che ogni volta che andavo a prendere un giocatore loro me  loro me l’attaccavano. Io stimo moltissimo Giovanni Branchini e Tullio Tinti mentre i giovani più bravi sono Savini e Giuffredi».